lunedì 5 ottobre 2009

noi non siamo soli

Ho sempre trovato straordinaria la storia di Robert Wyatt. Uno dei più grandi batteristi della storia del rock che un giorno, totalmente ubriaco, cade giù dalla finestra di un palazzo e resta paralizzato dalla vita in giù. Un altro si sarebbe demoralizzato fino al punto di smettere di vivere. Lui invece si è rimboccato le maniche e ha ricominciato tutto da capo. E ci ha dato alcune delle più belle canzoni di sempre. La preferita di molti però resta questa: Sea song, scritta in ospedale durante i lunghi mesi di degenza dopo la caduta. Potete prenderla come preferite, come una canzone d’amore o come un inno alla vita, o una metafora del suo mutamento esistenziale. Come volete. Vi si respira una leggera inquietudine sotto la fascinazione, come a cantare col fiato sospeso. Una sensazione che qualcuno di noi conosce bene. Tutto il disco in cui è inserita, Rock bottom, è splendido, per quanto non proprio allegrissimo. Del resto vi sfido a sfracellarvi sul marciapiede dal terzo piano ed essere allegri. Ma vi è qualcosa di più. Rock bottom è come un viaggio (tutte le grandi opere d’arte lo sono in fondo) attraverso il dolore, il buio e lo sconforto verso la luce, l’accettazione e una nuova serenità, riassunta nella risata che chiude il disco. Ho trovato su youtube due video di questo pezzo. In uno, girato nel 1974, poco dopo l’incidente, Wyatt è solo al piano con la sedia a rotelle ben in evidenza e dei palloncini colorati tutti intorno, ha gli occhi spiritati e in effetti fa una certa impressione, mette angoscia. L’altro, quello qui sotto, è di qualche anno fa e propone l’ultimo Wyatt, un raffinato interprete lontano anni luce dagli eccessi giovanili, barbuto e bianco come un piccolo guru. Lo guardo e spero di arrivarci anch’io a questa pace, e canto e mi ripeto: noi non siamo soli, noi non siamo soli, per convincermi.



SEA SONG

Sembri diversa ogni volta che arrivi
dall' acqua salmastra coronata di spuma
è la tua pelle che brilla delicatamente alla luce della luna
in parte pesce, in parte focena, in parte cucciolo di balena

Sono tuo? Posso giocare con te?
Scherzi a parte quando sei ubriaca
sei fantastica quando sei ubriaca
ma mi piaci di più a notte tarda - sei quasi perfetta

Ma non riesco a capire la differente te
la mattina quando è ora di giocare
a essere umani per un po'
per favore sorridi!

Sarai diversa in primavera, lo so
sei una bestia stagionale
come le stelle marine spinte dalla marea, dalla marea
quindi finchè il tuo sangue va a incontrare la prossima luna piena
la tua follia combacia perfettamente con la mia, con la mia
la tua pazzia combacia perfettamente con la mia, la mia

Noi non siamo soli

5 commenti:

marian. ha detto...

sei uno che reagisce tu! ricerca continua di sinonimi per dire una parola in bocca a tanti. d'altronde è il tuo mestiere, anche se sei in pausa caffè per adesso.

lillo ha detto...

thank marian! detto da una guerriera come te è un complimento al quadrato ;)

albafucens ha detto...

riuscire a trarre forza dalle vicessitudini è lodevole e ammirevole
bellissima la canzone che hai postato
e la chiusa
"noi non siamo soli"
è una frase da tenere ben a mente
ciao

Anonimo ha detto...

Ciaooo!
l'aria nuova di questo blog è stupenda...mi piace molto. Malinconia, sorrisi, pensieri...tutti descritti in modo diverso. Non so almeno così vedo, sento.
E questa poesia è veramente intensa..mi piace!
Baci baci
Ya

Dona ha detto...

Non conoscevo. Grazie e' stato piacevole leggere ed ascoltare.
Dona