martedì 10 novembre 2009

ancora a proposito della vecchiezza


Michelangelo Buonarroti (morto nel 1564 a 89 anni) negli ultimi vent’anni di vita, come apprendiamo dalle fonti, avendo avuto in affidamento tutti i maggiori cantieri di Roma, fra cui la piazza del Campidoglio e la basilica di San Pietro, attraversava tutti i giorni a cavallo la città per seguire i lavori sul posto, e nonostante si descrivesse nelle sue lettere come “vechio, cieco e sordo e mal d’acordo con le mani e con la persona”. Di sera, quando se ne tornava a casa, scriveva poesie, alcune fra le più belle del ‘500. Quand’aveva un po’ di tempo in più si dedicava ancora, per fatti suoi, alla scultura. Il tema preferito degli ultimi anni era quello della Pietà, lavorando al quale elaborò la poetica del non finito. Ecco che intendo per vecchiaia invidiabile.

11 commenti:

giardigno65 ha detto...

alla faccia di chi pensa che la creatività sia solo giovanile !

sergio pasquandrea ha detto...

Un altro caso di creatività senile è quello di Leóš Janáček (1854-1928), il grande musicista boemo che fino ai 50 anni visse praticamente ignoto, tirando avanti con lezioni di musica e di composizione, mentre negli ultimi 20 anni di vita produsse le sue opere più belle e famose, che fecero di lui il compositore nazionale boemo. Oggi è riconosciuto come uno dei più originali e geniali innovatori della musica tardoromantica.
Fra l'altro, nel 1917, a 63 anni, Janáček si innamorò follemente di Kamila Stösslová, una donna di quasi 40 anni più giovane, che elesse a sua musa ispiratrice, sebbene lei (già sposata, come del resto lo era anche Janáček) non lo abbia mai incoraggiato, limitandosi sempre a una corrispondenza del tutto formale, perlopiù in forma epistolare.
Janáček le scrisse oltre 700 lettere in 10 anni e le dedicò molte delle sue ultime opere.

mod ha detto...

la creatività è un dono senza garanzia alcuna. va da chi vuole e se ne va quando vuole.

quando si rifiuta di agire getta nello sconforto chiunque faccia un lavoro "creativo" e non solo gli artisti. quando agisce da momenti di felicità estrema.

mi fa una gran paura la creatività.

love, mod

lillo ha detto...

giardigno: alla faccia, sì! a me piace soprattutto la creatività dei vecchi nei giochi verbali, nel creare sempre dei cortocircuiti linguistici tutti tesi al nonsense oppure al doppio senso, ed è così naturale, un botta e risposta continuo...

sergio: non conosco questo musicista però m'informo... quanto alla sua musa quel che dici mi dimostra solo quanto tutte le storie siano uguali, in fondo, tutte fatte di illusioni utili...

mod: sì la creatività è un pò carogna, però come si dice, bisogna saper dare come saper prendere, e resistere ai colpi della sorte come si può... (in effetti però un bel vaffanculo ogni tanto ci sta) ;)

Vale ha detto...

La creatività è una condanna.

lillo ha detto...

sempre meglio di fame e malattie, però ;)

sergio pasquandrea ha detto...

Su Janáček c'è un bellissimo saggio di Milan Kundera ne "I testamenti traditi" (fra l'altro, il padre di Kundera era un musicologo ed era stato allievo di Janáček).

sergio pasquandrea ha detto...

Se vuoi ascoltare qualcosa, ti consiglio il quartetto per archi n. 1, detto "Sonata a Kreutzer", perché Janáček lo compose ispirandosi all'omonima novella di Tolstoj (a sua volta ispirata da una sonata di Beethoven, che ha una strana storia che prima o poi racconterò sul mio blog).

http://www.youtube.com/watch?v=-Q-2Pk84bYM

lillo ha detto...

sergio l'ho sentito, è meraviglioso!

marian. ha detto...

certo se mi arrivi anche tu a quello stadio hai un gran mazzo!
e siccome il tuo lavoro di ricerca è incessante, sono certa che ti verrò a trovare chino sui tuoi scritti, mi toglierò la dentiera e ti abbraccerò!

lillo ha detto...

:D