giovedì 28 gennaio 2010

l’ultimo capitolo era già scritto

Ecco tutto quello che sono disposto a raccontarvi. Probabilmente potrei dirvi quello che feci quando andai a casa, e come mi sono ammalato e via discorrendo, e a che scuola dovrei andare in autunno quando sarò uscito di qui, ma non ne ho voglia. Sul serio. Ora come ora, queste cose non mi interessano molto.
Un sacco di gente, soprattutto questo psicanalista che c’è qui, continuano a domandarmi se quando tornerò a scuola a settembre mi metterò a studiare. È una domanda così stupida, secondo me. Voglio dire, come fate a sapere quello che farete, finché non lo fate? La risposta è che non lo sapete. Credo di sì, ma come faccio a saperlo? Giuro che è una domanda stupida.
D.B. non è tremendo come gli altri, ma anche lui continua a farmi un sacco di domande. L’altro sabato è venuto in macchina con quella bambola inglese che prenderà parte al nuovo film che lui sta scrivendo. Era una posatrice fenomenale, ma bella da morire. Ad ogni modo, quando a un certo momento è andata alla toletta delle signore, che sta a casa del diavolo nell’altro reparto, D.B. mi ha domandato che cosa ne pensavo io di tutta questa storia che ho appena finito di raccontarvi. Non ho saputo che accidenti dirgli. Se proprio volete saperlo, non so che cosa ne penso. Mi dispiace di averla raccontata a tanta gente. Io, suppergiù, so soltanto che sento un po’ la mancanza di tutti quelli a cui ho parlato. Perfino del vecchio Stradlater e del vecchio Ackley, per esempio. Credo di sentire la mancanza perfino di quel maledetto di Maurice. È buffo. Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti.

12 commenti:

sergio pasquandrea ha detto...

mi fai preoccupare, antonio.

lil ha detto...

no, nulla di cui preoccuparsi. grazie però. :)

lil ha detto...

cioè, è morto salinger. sono triste.

mod ha detto...

la cosa veramente bella di salinger è che in realtà è morto già da 50 anni - viveva totalmente nascosto dal mondo senza che il mondo gli mancasse.
un morto vivente molto speciale.

catcher in the rhy è, insieme a cold blooded, il mio libro preferito. leggerlo in italiano mi ha causato dolore fisico e un brutto trauma. pure la versione tedesca non mi soddifaceva.

:( mod mourning

giardigno65 ha detto...

inavvicinabile e inarrivabile, ma che carattere di m.....!

lillo ha detto...

senza salinger la scrittura e il rock in america (e per riflesso da noi) degli ultimi 50-60 anni sarebbero stati davvero molto molto diversi...

SCIUSCIA ha detto...

Non ci faccio una brutta figura a dire che lo credevo già morto, vero..?

sans nom ha detto...

..così come io (di formazione architetto) credevo che Oscar Niemeyer (nato nel 1907)fosse morto da decenni, invece leggo che ha appena inaugurato un'auditorium a Ravello

ps ha detto...

ma..vivere isolati non necessariamente significa essere essere morti viventi

Vale ha detto...

Lo ammetto:
davano con Repubblica qualche anno fa IL GIOVANE HOLEN e l'ho lasciato a metà perchè mi risultava illegibile...
mi sa che gli devo dare una seconda possibilità, ma in versione originale

sergio pasquandrea ha detto...

Ieri sera non avevo ancora appreso della morte di Salinger, perciò non capivo il tono del post...

Con il Giovane Holden ho un rapporto ambivalente. Quando lo lessi - fatta salva l'indiscutibile qualità letteraria e poetica - trovai il protagonista assolutamente insopportabile, con il suo tono lagnoso, la sua apatia, le sue mille idiosincrasie, il suo vagabondare senza una meta e un ideale (a parte le fantasticherie su laghi ghiacciati e campi di segale).
Probabilmente è solo che lo lessi tardi, quando avevo già 18 o 19 anni, e avevo passato l'età dei castelli in aria.
Che poi, l'eroe della mia adolescenza è stato Hans Castorp, tanto per dire.
(Le cose di Salinger che amo di più sono certe pagine dei "Nove racconti").
Riletto parecchi anni dopo, l'ho visto con occhi diversi: un libro che anticipava molte cose (l'insoddisfazione per la vita borghese, la contrapposizione tra generazioni, una certa rabbia indefinita) che all'epoca erano già nell'aria, ma ancora non avevano trovato espressione.

A questo proposito, ho letto di recente un saggio interessante di Alessandro Portelli, che notava come in Holden mancasse proprio quello che sarà poi l'elemento catalizzatore della ribellione giovanile: la musica.
Holden è pre-rock'n'roll, i suoi miti sono soprattutto cinematografici, ma non ha ancora una musica che lo rappresenti.
Chissà che cosa avrebbe pensato di Elvis...

lillo ha detto...

già, chissà