mercoledì 14 aprile 2010

incontro e lamento di lunedì pomeriggio

La vita è l’arte dell’incontro, diceva Vinicius De Moraes. Io personalmente posso affermare di essere abbastanza bravo in quest’arte, e fortunato. Anche perché, come potete ben immaginare, molto spesso un incontro può portare ad altri incontri, non necessariamente fisici ma ugualmente emozionanti e significativi. Così è successo per me, ad esempio, con Dania e Pier Vittorio Tondelli.
Proprio per questo non sarò mai abbastanza grato a Martin e Paolo Vites e Sergio Pasquandrea, per avermi fatto riscoprire l’opera di Francesco De Gregori. Paolo e Sergio mi hanno prima incuriosito e poi entusiasmato, sui loro blog, con le loro parole appassionate e Martin, pur essendo un vero fan, mi ha fatto il santo regalo, in tempi non sospetti, dell’intera discografia del Principe ma senza pungolarmi o spingermi ad ascoltarla e aspettando che fossi io, naturalmente, ad avvicinarmi ad essa, come puntualmente è successo. Ma cosa si può volere di più da un amico?, dico io.
Non è che non conoscessi già De Gregori. Prendere e lasciare nei ’90 l’avevo ascoltato bene e mi piace ancora. Poi avevo ascoltato anche Rimmel è l’avevo trovato, fin dal primo ascolto, un capolavoro. Ma la mia conoscenza di lui finiva lì: le mie strade musicali erano altrove, si spingevano nel cuore dell’America di Bob Dylan e Lou Reed e il buon De Gregori venne presto messo da parte e dimenticato. È stato negli ultimi due o tre anni che, credo con l’arrivo della maggiore età, mi sono riavvicinato alla cultura musicale italiana e girando e rigirando, guardandomi attorno, mi sono ritrovato seduto accanto a De Gregori, sullo stesso identico treno, per scoprire con tutto l’entusiasmo del neofita che le mie strade musicali e le sue coincidevano alla perfezione fin dall’inizio, ed erano le stesse strade percorse un tempo “a girare l’Europa” da Bufalo Bill.
L’ultima di queste strade l’ho percorsa lunedì pomeriggio, quando ho ascoltato per la prima volta il disco che molti (come ho letto in giro) considerano il più ostico di De Gregori e che, a differenza di quanto si possa pensare sulle prime, non è uno degli album degli anni ’70, ma Il fischio del vapore, del 2002, cantato insieme a Giovanna Marini. Tutte canzoni che provengono dal repertorio della canzone popolare italiana e di cui De Gregori ridisegna gli arrangiamenti in un perfetto connubio fra vecchio e nuovo. Sono canzoni che per davvero, nell’animo, sembrano provenire da un’altra epoca, eppure trasudano un fascino tutto loro, particolare e si potrebbe dire senza tempo. Sono canzoni “politiche”, ma nel senso di canzoni con una visione nitida, netta, precisa, canzoni che prendono una posizione di fronte alla politica certo, ma ancora di più di fronte alla vita, da un’epoca in cui prendere una posizione decisa non era solo scomodo ma pericoloso.
Come operazione commerciale è di per sé affascinante perché, anche se ci sono numerosi gruppi che provano a recuperare la canzone popolare nel proprio repertorio, un intero disco di pezzi così “vecchi” in pieno 2000, proposto sul grosso mercato da un autore che comunque vende, come De Gregori, ha un grande valore per la diffusione di musica che, altrimenti, verrebbe dimenticata o resterebbe accantonata negli archivi di qualche musicologo. È questo che io mi aspetto faccia per me un artista, non certe apparizioni inutili a dibattere di se stesso o di nulla in televisione, ma che mi dia l’occasione continua di fare nuovi incontri, di arricchire me stesso di gente e della loro vita, delle loro storie. Ed ecco perché, per concludere, il pezzo dell’album che vi pubblico qui sotto, bellissimo, è della sola Giovanna Marini, una delle grandi esponenti della Cultura della nostra povera patria, così brava a dimenticarsi delle sue donne. Né sarò mai abbastanza grato a De Gregori per avermela fatta conoscere.

4 commenti:

sergio pasquandrea ha detto...

di questa canzone c'è una versione bellissima incisa dalla marini con il suo quartetto vocale, ma purtroppo non l'ho trovata su youtube, e non so nemmeno su che disco sia (l'ho sentita una volta sola, alla radio: radio3, of course...).

lil ha detto...

io la trovo davvero commovente...

Alice*** ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

;).
lillus gli amici servono a questo e anche ad altro....ieri ad esempio mi hai tirato su il morale senza accorgetene... e mi serviva...
martin