sabato 5 marzo 2011

la repubblica degli ex

Di recente, un candidato alle prossime elezioni comunali del mio paese, si è rivolto al nostro giornale perché lo difendessimo dall’accusa mossagli da alcuni d’essere un “ex-comunista”. Lui sosteneva non solo di non essere mai stato comunista, né iscritto ad alcun partito da anni, ma che se dovevamo cercare il pelo nell’uovo non ce n’era uno solo degli altri candidati a non essere stato un ex-qualcosa. Il fatto che il politico in questione abbia indubbiamente ragione non fa che rattristarmi. Perché lui parlava del paesino ma quella pronunciata è una verità universale.
Ci ritroviamo una marea di ex-qualcosa che sottostanno a una marea di ex-partiti, e prendono ordini da ex-assessori alla corruzione della salute, o ex-indagati in attesa di giudizio o di decadenza dei termini d’indagine, da ex-poeti, nel senso che non si capisce più se la loro poesia è vera o fasulla, ex-socialisti che scrivono brutte poesie sulle rovine del mondo, ex-fascisti che bruciano Garibaldi in piazza ed ex-giovani “col culo floscio” che non si arrendono proprio mai.
Ecco, in questo desolante paesaggio fatto di ex-mignotte che ripudiano il passato prossimo e ragazzi di vita in età da pensione (ma giovani dentro, come dice Vecchioni), mi accorgo che la giovinezza non conta, non è una garanzia di purezza, che dire oggi “verginità” non significa nulla se non rimpiangere qualcosa di effimero e presto perduto. Quello che serve è la coerenza, e mi chiedo chi mai ne abbia a tal punto da dire, giovane o no che sia, “adesso facciamo un po’ di pulizia, adesso facciamo un po’ di luce per tutti” senza poi tirarsi indietro e rimangiarsi la parola data.
Un tempo agli adulteri, a chi tradiva il sacro vincolo del matrimonio (che ricordiamo: aveva già una valenza pubblica), se scoperti venivano inflitte punizioni corporali. Gli adulteri erano esposti alla gogna in piazza. Così, se si potessero rimettere sul piatto tutte le promesse e fare, come Berlusconi, un nuovo patto con gli elettori, io questo chiederei: che nel caso si scopra che non sono coerenti con ciò che dicono, siano disposti a farsi prendere e portare in giro, a farsi sputare addosso e insultare, indossando un cartello che dice di loro “sono un ladro e un bugiardo”.
Ecco, sarà pure una fantasia macabra ma questo vorrei: il sangue di qualcuno che, quasi come in un racconto mistico, lavi e purifichi per tutti la politica.


1 commento:

amanda ha detto...

alla fine chi vota evidentemente si specchia in chi ha votato.
come ti spieghi diversamente che siano ancora tutti lì con le loro facce di tolla, le loro falsità, i loro magna magna, la loro incoerenza?

e chi continua a votarli secondo te ha diritto di andare a sputazzare?

non votarli, scendere in piazza, ma non solo una volta, in continuazione, fnchè non tornano a casa loro