domenica 10 aprile 2011

una domanda per riempire il buio

Ma dimmi cosa non può fare ad esempio la fotografia?
Be’ mutare i vetri rotti e sassolini rilucenti dietro la stazione in acqua
frusciante e mossa questa notte dai lampioni
o ridar voce alle due ombre laggiù
al fischio acuto in avvicinamento al suono della loro parlata
svelta sguaiata o pungere
come l’odore compagno d’una vita d’avventure di piscio nell’angolo.
Né può compensare il brivido del nostro becchettare
così leggero sulle labbra da essere appena di te traccia
di me qui con te ad affrontare il buio. Non so altro
se non questo sottile alito d’amore
e poi più solida alle dita la linea degli slip sotto il ruvido dei jeans
a segnare per me cieco di te il passo fra il limite e la soglia.

3 commenti:

sergio pasquandrea ha detto...

ci vogliono poesie così.
è che troppo petrarca ci ha fatto male. uno pensa che i poeti non pòmicino.

;-)

amanda ha detto...

oh Lill :)

Daniela Gentile ha detto...

ti chiameranno il Bembo dei giorni nostri :P

onorata, lo sai, della citazione finale :)