domenica 22 gennaio 2012

pensavo a walt whitman

Pensavo a Walt Whitman che poverino non ebbe mai il coraggio di confessare apertamente la sua omosessualità e così passò buona parte della sua vita a scrivere il grande poema americano e l’altra parte a cercare di nascondere (con pochi versi posticci e imbarazzati, che qui ho schiarito in grigio) le tracce più evidenti della sua anima, vagheggiando una libertà che avrebbe tanto voluto per sé come per gli altri, e che gli Stati Uniti non hanno mai pienamente conosciuto.

A UNO SCONOSCIUTO

Sconosciuto che passi, non sai con che desiderio ti guardi
devi essere tu colui che cercavo, o colei (mi arriva come in un sogno)
perché ho in qualche luogo sicuramente vissuto una vita di gioia con te
tutto ritorna, mentre veloci passiamo l’un l’altro vicini, fluido affettuoso casto maturo.
Sei cresciuto con me, eri ragazzo o ragazza con me
ho mangiato e dormito con te, il tuo corpo non è più solo tuo né ha lasciato il mio solo mio
mi dai il piacere dei tuoi occhi, viso, carne mentre passiamo vicini e prendi in cambio la mia barba, petto, mani
non devo parlarti, devo pensare a te mentre siedo da solo o solo mi sveglio di notte
devo aspettare, non ho dubbi che ti incontrerò ancora
devo vedere, come non perderti più.

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