giovedì 8 marzo 2012

6 poesie di francesca genti

In realtà è solo un caso che abbia scelto di pubblicare queste poesie, che mi giravano intorno già da un po’, l’8 marzo, festa della nonna. Eppure credo anche nelle coincidenze che portano fortuna, persino al post di un piccolo blog come questo. Le poesie vengono da una raccolta chiamata “Poesie d’amore per ragazze kamikaze” del 2008 e hanno tutte dentro il sapore della primavera.
L’altra sera la mia amica Licia, quando le ho fatto leggere l’ultima qui sotto mi dice “Non è male ma che senso c’è se ti dici da sola che sei figa? Dovrebbero dirtelo gli altri, avrebbe un altro effetto!” Mi è venuto da sorridere perché proprio Licia era quella che mi diceva, una volta, per tirarmi su, “Lillo, ricordati che siamo troppo fighi per finire male!” una frasettina che mi sono sempre portato nel cuore nei momenti neri. Ecco, io credo che la vita in buona parte è una merda, e che spesso fai prima a pensar male perché tanto va sempre così. Però ogni tanto ci vuole, ogni tanto ha ragione la vecchia Licia “Siamo troppo fighi per finire male!” piuttosto che quella un po’ più stanca di oggi “Che senso ha dirselo da soli?” Beh, ogni tanto bisogna dirselo invece, perché fa bene all’umore e in culo alla balena. Non siamo mica panda!


SE GLI INSETTI SI RIBELLANO ALLE PIANTE

e le piante si ribellano alle case
poi le case si ribellano alle stanze
e le stanze si ribellano a mia madre.

e se mischio il sole e il tuorlo d’uovo
e il pompelmo e li bevo alla mattina
cresco bella come una mimosa
gialla e grandissima come la Cina.

poi se imparo davvero a riordinare
dati e abiti negli armadi e nel cervello
penso nulla mi potrà mai più frenare
a capire cosa è vita e cosa è bello.

allora l’amore crescerà da solo
come un timido geco ipocondriaco
o un diamante talmente plateale
da sconfiggere persino lo zodiaco.


MILANO DI NOTTE

vorrei essere la slava del metrò
che combatte gli albanesi attaccabrighe.
la ragazza kamikaze poesia
che ti uccide e si sfracella in quattro righe.


CIAO, NON SONO UN PANDA

non vivo allo zoo dentro una gabbia
non ho bisogno della tua protezione
non voglio che mi nutri coi germogli
che mi consideri una specie da salvare.

preferisco che mi baci e che mi spogli
pattinare con te per la via lattea
pitturare color luna le pareti
delle stanze del mio bunker personale:

questo è quello che vogliamo noi poeti.


È STATO BELLISSIMO NON BACIARTI

in fondo alla panchina desolata.
con il viale in prospettiva sullo sfondo.

con te io mi isolo dal mondo.

abbiamo inventato un’assurda giornata:
malinconica implosiva musicale
enigmatica sommessa smisurata.

sento il dolore al plesso solare
sento la testa piena ma svuotata.
esattamente come in terza elementare
la prima volta che mi sono innamorata.


STAI PARLANDO CON UNA

che oggi ha modellato cento funghi con il das.

che ha passato un pomeriggio a scrivere una poesia con la pastina al farro
su una tela dipinta di azzurro chiaro.

che una volta era così felice di avere passato indenne un capodanno
che si è messa a ballare per la stanza
è scivolata e si è rotta un piede
e la sua felicità – anche al pronto soccorso – non è scemata minimamente.

che tiene una lavagna sotto il letto
dove scrive tutte le bugie che dice
a chi le dice e la data
e ogni mattina si ripassa lo schema generale.

che cerca di salvare i cuccioli di scarafaggio.

che mantiene sempre il patto narrativo
e così non può guardare i film dell’orrore
e neanche andare al lunapark nel castello della paura.

che si è colorata un paio di paperine con lo spray argento
poi le ha indossate ed è uscita
e la sera a casa aveva i piedi completamente luccicanti
due stelle brillanti nella via lattea
e la notte non ha dormito
per paura di morire intossicata dalla vernice.

che (molto tempo fa) ha ucciso alcuni pulcini stringendoli troppo forte
e ha fatto saltare la dentiera a sua nonna materna
con un “bacio con rincorsa”.

che se le racconti qualcosa di vagamente ripugnante
o se sente un odore troppo forte
è capace di vomitare all’istante.

che – grappa&vinci grappa&vinci grappa&vinci –
da sempre le piace ubriacarsi
e farsi invitare a cena
da chiunque
ad ogni latitudine
in qualsiasi tipo di ristorante.

che la cosa di cui ha più bisogno
è l’abbraccio
la comprensione
il “sì” del mondo.

quindi, perfavore:
sciacquati la bocca prima di parlare.
e fammi volare. se ci riesci.

1 commento:

amanda ha detto...

io adotto "ciao, non sono un panda"
adotto sempre i panda e spesso i non panda io ed aspetto che qualcuno adotti me