giovedì 30 agosto 2012

lettera a un idiota

Caro Sandro o Mara o Maurizio o Cris o come ti firmi, finora sono stato tollerante, ma chiariamoci, non è che te l’ha ordinato il medico di venire qui, a scrivere insulti inutili come commento ai miei post. Ti rassicuro, a me non cambia la vita, se mi desse solo un briciolo di fastidio quello che scrivi, non ci metterei nulla a cancellarti dai commenti, mi basterebbe un attimo. Poiché non mi dai assolutamente fastidio – e come potresti, visto che non sei che un nome sulla mia bacheca, un piccolo o una piccola cacasotto che ovviamente non ha il coraggio di firmare col suo vero nome ciò che scrive, perché sa che ciò che scrive non ha alcun valore – non ti cancellerò i vecchi commenti, ma li terrò qui come esempio di cos’è una persona mediocre, cosa che dimostri di essere ogni volta che perdi cinque minuti della tua vita per scrivere le solite banalità piene di disprezzo e di rancore.
Da dove nasca il disprezzo non lo so, immagino dal fatto che ti ritieni superiore, ma allora mi dovresti anche spiegare come fai ogni volta a cadere così in basso. Oppure la vita minuta, “insignificante”, che ho eletto a mio mondo poetico, tu la vivi ogni giorno, ci sei condannato e poiché non sai uscirne o non vuoi, la condanni, perché in fondo condanni anche te stesso. E mi schifi perché non so andare oltre il tuo mondo dimmerda. Beh, sai come si dice, in questi casi, dalle mie parti? Arrangiati, tu e la tua mediocrità, io ho altro da fare.
Significa che, se anche non mi dai fastidio, non vedo perché dovrei tenerti sul mio blog a scrivere sconcezze. Perciò sei messo in guardia, Sandrone caro, tieniti pure il tuo anonimato e il tuo disprezzo, ma qualsiasi cosa mi scriverai da domani, se non avrà la decenza di un commento pensato come si deve, anche critico, ma che vada oltre l’insulto, verrà immediatamente eliminato. In fondo ti farei anche un favore: non è forse ciò che vuoi, fare in modo che il mondo ti censuri, così da poter dire che nessuno ha capito il tuo genio?

illusioni

Ogni domenica, da tre anni, ogni volta che vanno a trovare gli zii, Mirco viene sottoposto all’esame della ciccia da suo zio, un uomo corpulento, grande per tre volte Mirco.
Lo zio gli si avvicina con un ghigno dispettoso, gli afferra, tentando con la mano, la pancia che gonfia la maglietta, e gli dice: “Eh, non ci siamo mica! Ti stai allargando ancora!”
Mirco ogni volta gli ripete che non è vero, sono tre anni che non aumenta di peso ed è sempre uguale sulla bilancia, ma lo zio continua a ghignare: “Ti stai illudendo bene, caro mio! Le illusioni, sono quelle a dimagrirti!”
Ma Mirco non capisce. Ha sempre pensato che le illusioni ingrassino e rendano morbida e piacevole la vita, ma a questa cosa che invece la rendono magra non ci arriva.

mercoledì 29 agosto 2012

duquesne whistle





Il video abbinato al nuovo disco di Bob Dylan, Tempest, in uscita l’11 settembre. Come già per gli ultimi due, Beyond Here Lies Nothin’ e Must Be Santa, si tratta di cortometraggi veri e propri, carichi di ironia, cinismo, ma anche di violenza, la stessa che si può respirare nell’ultima produzione del cantautore. La regia è affidata a Nash Edgerton.

prima colazione


domenica 26 agosto 2012

crisomela

antonio trinchera


Antonio Trinchera è un musicista e compositore italiano che, come spesso accade, è più conosciuto all’estero che in Italia. Ha pubblicato due dischi finora (Voce Falena e Spirits Write Letters) con una delle migliori case di produzione europee, la Psychonavigation. Si muove fra musica ambient ed elettronica. Qui il suo pezzo che preferisco in assoluto, Cantus Patris, da Voce Falena.

la salute

Intuimmo che i tempi stavano cambiando anche in paese, quando il bar della piazza aumentò il costo delle bevande. D’ora in poi, ci dicemmo, non solo la vita si farà più dura, ma saremo anche meno ubriachi per scordarcene. Poi, quando è aumentato il prezzo di ogni cosa, i più fortunati di noi hanno rinunciato all’auto per tornare sulle biciclette. Nei giorni d’estate si lanciano giù per il corso e, con la rincorsa, escono in campagna. Vanno alla ricerca di fontane disperse, per riempire le taniche legate dietro il sellino. Riempiono la pancia d’aria fresca. La salute migliora.

i rumori

Da tempo sono convinto che i rumori, le parole, i lamenti degli animali non si sciolgano nell’aria. Continuano a vivere muovendosi nel vento così da capitare e farsi sentire in altri paesaggi, magari in altri stati. La conferma di questa mia convinzione l’ho avuta in Georgia dove sono stato sul bordo della conca della musica, una vallata dove arrivano rumori già usati in altre parti del mondo. Pare che uno studioso inglese abbia raccolto i bagliori e le esplosioni della nascita del mondo. E si dice che un tedesco abbia sentito il lamento degli ebrei nelle camere a gas.
Sono stato anch’io sul bordo di questa conca e dopo lunga attesa, nel silenzio, d’improvviso ho sentito la voce di mio padre. Ero tornato dalla prigionia in Germania e stavo in piedi davanti alla porta di casa dove lui mi guardava con uno stupore pieno di commozione.
D’improvviso si toglie il sigaro dalla bocca e mi chiede: “Hai mangiato?” Sono queste parole che ho risentito.

(Tonino Guerra, da Polvere di sole)

coincidenza


Sarà stata una coincidenza, ma il giorno in cui morì Neil Armstrong la mezzaluna si tinse di rosso, cuore scoppiato e sanguinante. Stavo sul lungomare ad osservarla, mentre si scuriva come un frutto che marcisce, e per quanto Pepecchio mi esortasse, non mi riusciva di fotografarla.


(Foto di Pat Lightcap)

lunedì 20 agosto 2012

chiude l’ilva: sentenza storica e speranze per il futuro

Ci sono varie teorie in merito alla chiusura senza appello, oggi confermata, dell’Ilva. I più maligni, o scafati, sostengono legata alla prossima apertura di nuove e più redditizie acciaierie dall’altra parte del mare, in Africa. Altri semplicemente fanno notare come fosse ora che si facesse qualcosa per un problema talmente evidente che ogni altro minuto di silenzio risultava imbarazzante.
Che fosse davvero ora, molti non ne sono convinti. La situazione, storica ed economica, è quella che è, e chiudere adesso significa mettere sulla strada centinaia di famiglie. Purtroppo, non è il momento ad essere sbagliato rispetto alla crisi, ma la crisi stessa che ha portato alla luce carenze preesistenti, e quando i nodi vengono al pettine c’è poco da fare. Per centinaia di persone senza lavoro altrettante esulteranno, ringraziando il cielo che l’incubo del cancro da polveri sottili sia per loro finito. Chi ha ragione? In questo caso tutti. Chi ha torto? I padroni inadempienti, su cui si spera cada davvero e senza pietà la mannaia della giustizia.
Al di là delle questioni aperte, però, una cosa è certa: la sentenza di oggi, che mette al primo posto, e come raramente succede nel nostro paese, l’ambiente e la salute, con un occhio di riguardo alle generazioni future, ha una portata talmente rivoluzionaria da essere storica.
In futuro diventerà di certo pietra di paragone per altre controversie. L’Italia finalmente dimostra di volersi mettere al passo con la Comunità Europea, non solo a parole. Lo fa con durezza, ma che questo accada a Taranto dichiara, al di là delle sofferenze di alcuni e della retorica di altri, come il Sud non sia vittima designata ma abbia ancora una posizione centrale e un ruolo importante da giocare nello sviluppo futuro di questo paese. Bisogna solo stringere i denti.

foto di gianvito matarrese


sabato 18 agosto 2012

scioperi

Talvolta i racconti di mio fratello sui comportamenti igienici nell’azienda alimentare dove lavora sono talmente agghiaccianti che davvero mi viene voglia di comprarmi un pezzo di terra e qualche animale e ricominciare a produrre da solo il mio cibo. Non è l’unico, anche il mio vicino e poi un nostro amico comune, che fanno uguale lavoro ma in aziende diverse, ripetono lo stesso copione con piccole varianti. C’è di tutto, da chi scatarra nella vasca del latte a chi architetta scherzi coi topi. Protagonisti assoluti dei racconti non sono mai i padroni, che immaginavo capaci di qualsiasi cosa pur di guadagnare, ma gli operai, gente semplice, di cuore, talvolta di buon senso, ma che in quella realtà fatta di turni al nastro trasportatore sembrano imbarbarirsi fino al punto di scordarsi persino di sé, e di chi consumerà i loro prodotti, per dar sfogo alla rabbia e alla frustrazione. Quegli operai, di cui conosco alla perfezione i nomi, pur non avendoli mai incontrati, sono adesso i primi a scendere in piazza, perché il loro posto di lavoro è minacciato dalla crisi e mi chiedono accorati, dallo schermo della tv mentre pranzo, una mano per salvaguardare il loro futuro e il loro diritto a una vita dignitosa.

lunedì 13 agosto 2012

scrittori frustrati

che pensano che la scrittura sia un orgasmo fortissimo e allora gli viene il dubbio di essere sbagliati perché per quanto si sforzino non vengono nelle mutande mentre battono sulla tastiera

che credono che la vita fa la scrittura perché l’hanno letto su un libro

che sognano di morire giovani per vedere il loro nome schizzare sulla colonnina dei bestseller

che bevono fino a stordirsi i sensi per spezzare le catene linguistiche con cui la scuola statale ci ha bloccato la mente e poi biascicano tutta la notte come polli fra un condizionale un congiuntivo e una congiuntivite

che nonostante abbiano spezzato le catene dello stile si attaccano alla lingua quando gli mancano gli argomenti per spezzarti le gambe se non gli piace il tuo lavoro

ma tanto è tutta invidia

che non gli piace il tuo lavoro perché non parla di niente non c’è fiction non c’è vita

che la vita vera è sesso droga ed emozioni forti nerd prostituzione e seghe la buona musica rock dei ’70 i sabato al cinema il potere corrotto di Chiesa Televisione & Casta le banche gli alieni le società segrete per la conquista del pianeta Terra nascoste nei tuoi brufoli le dottoresse la danno facile nelle serie tv americane Batman lo succhia a Robin ormai lo sanno tutti l’Ilva i sindacati le diete gli attentati gli sbirri armati in piazza le manifestazioni la TAV la scuola l’acqua la Cina i terremoti la dignità è lavoro

che la filosofia dei Peanuts a sera non si tocca mi fa passare il mal di testa

che la poesia è morta con Montale perché non c’hanno capito un cazzo e poi hanno boicottato tutto il resto

che hanno scritto il loro grande romanzo autobiografico e prima ancora di proporlo a qualcuno lo hanno depositato alla Siae perché non si sa mai potrebbero rubarglielo

che scottati dal primo rifiuto non c’è nessuno là fuori ancora pronto ad ascoltare la mia storia

che brucerebbero rabbiosi tutto e tutti senza pietà perché è l’unica soluzione baby l’ha detto anche Jack Kerouac

che se ne stanno rintanati in casa nascosti dietro i loro muri fatti d’aria i loro tasti di INVIO i loro social network senza uscita e credono che la vita sia qualcosa oltre la loro portata e si aggrappano al sogno di una possibile fuga impossibile perché tutto lo senti ti cospira contro mentre la vita in realtà di te se ne sbatte e passa e tu non sai accettarlo

domenica 12 agosto 2012

linee

Vito non credeva che il rapporto con suo nonno potesse mutare a tal punto con la malattia. Prima il nonno ha cominciato a confonderlo col fratello morto in guerra e a perdersi in lunghe divagazioni crepuscolari su parenti e amici estinti, di cui continua a chiedere notizie o spiegazioni per le loro visite mancate a lui, fratello mancato a sua volta. Poi persino la linea della vita, un tempo lunghissima sulla sua mano, ha cominciato a confondersi e svanire, persa fra le pieghe della pelle e la comparsa di mille altre rughe dal significato misterioso o non ancora chiarito. Vito osserva, quando le confrontano, che da un po’ di tempo la linea sulla sua mano è lunga allo stesso modo di quella di suo nonno.

seme e fiori

mercoledì 8 agosto 2012

annalisa

le dimensioni contano, non sempre

Profezia è un racconto di sole diciotto pagine. Non fatevi ingannare dalle dimensioni perché è un capolavoro...” Antonio D’Orrico.

Ecco, leggo cose come questa (nello specifico una recesione a un libro di racconti di Sandro Veronesi, qui) e mi viene da dire: ma tu che critico sei? O meglio ancora, ma che diavolo di critica fai?
Quella che mentre cerca di salvare la scrittura dal luogo (ormai) comune che una storia è più bella se è più lunga, lo ribadisce all'infinito.
Un capolavoro è un capolavoro e basta, che sia un racconto o un romanzo o una poesia, e le cose lunghe sono anche buone, ma ad altro. “Non fatevi ingannare dalle dimensioni” è, nel suo patetico tentativo di marketing spicciolo, un giudizio di fondo, un rimarcare a parole l'immaturità, o meglio ancora la regressione del lettore medio alle leggi del mercato (quello di strada) che predilige sempre, nei fatti, la quantità alla qualità, purché sia fiction.

la vita notturna

Quando mio padre annaffia il giardino, di sera, le tartarughe vengono fuori dalle fragole e si mettono sotto il getto d’acqua rinfrescante, evaporando sotto la luce dei lampioni. Poi si trascinano come sassi luccicanti, animando la vita notturna. Puoi sentirle frusciare fino a tardi sotto le foglie della siepe lungo il muretto di cinta, o immaginarle spingersi più in qua, allo scoperto sotto la tua finestra, al riparo nelle ore del sonno.

domenica 5 agosto 2012

antoniolillo.com

http://www.antoniolillo.com/

(Ed ecco finalmente il mio sito. In alcuni casi non sono riuscito a metterci tutto quello che avrei voluto, e comunque c'è tanto. Altre volte forse ho messo troppa roba ma c'è tempo per correggere il tiro e comunque non intendo lasciarlo statico, cambierà in continuazione, aggiungerò altre cartelle, con nuovi personaggi e reportage. Se avete suggerimenti, fateli pure, sono ben accetti. Per il resto abbiate pazienza. In molti casi ho inserito le foto che ritenevo più belle o a cui ero più affezionato, se qualcuno però non si piace o si ritiene leso dall'immagine che ho dato di lui/lei, può sempre segnalarmelo e provvederò immediatamente a rimuovere la foto.)

giovedì 2 agosto 2012

muscoli

Ecco che serve, mi dice il falegname accorso a ripararmi una porta di casa, mentre da solo la scardina e carica sulle spalle con una facilità sorprendente. I muscoli, mi dice, ti salveranno nell’incertezza e persino nella crisi più nera chi ha muscoli lavorerà. A questa conclusione è arrivato confrontando l’esperienza quotidiana coi vari documentari che guardava di sera in tv mentre aspettava il sonno. Più tardi, scoprendosi incapace di arrendersi alla forza del cuscino, su consiglio di un amico, ha cominciato ad allevare canarini. Ne tiene a decine in una enorme gabbia sistemata sul soppalco sopra il letto. Di sera oramai preferisce spegnere la tv e addormentarsi, nella luce tenue della lampada, al canto degli uccelli.