giovedì 13 settembre 2012

autunno

L’autunno è sceso all’improvviso, umido e piovasco, tanto che nessuno l’aspettava. Stava nascosto sui rami più alti, aggrappato agli aghi di pino, in compagnia dei colombacci, poi è venuto giù con un tonfo, mettendo tutti in fuga, aprendo la stagione della passera. E ha rubato gli ombrelli dagli armadi, lasciandoci gli scheletri in acciaio per far l’elemosina ai rigattieri laureati. L’autunno ride spesso, anche se non sembra, nascosto nelle cataratte di mio nonno, o fra le unghie affilate di un’amante, nelle cicatrici intorno agli occhi. E sta nelle campane impazzite che suonano da ore, annunciano la prossima bufera, così che Silvio è uscito fuori col fucile per spararle. Sta pure nel silenzio della casa, ora che cambiano gli orari del rientro, e mi chiamano le calze dai cassetti coi loro sussurri.

5 commenti:

hzkk ha detto...

aaaaaaaaaa-psik !
(era uno starnuto, non so come si scrive in italiano)

amanda ha detto...

questa sua prosa è poesia Lilluzzo viene voglia di conoscere queste sue calze sussurranti

lillo ha detto...

la ringrazio assai amandla, un giorno gliele presenterò ;)

hzkk, salute!

albafucens ha detto...

è bellissima questa tua ode, omaggio all'autunno. E la mia stagione preferita, amo le magiche atmosfere che sa creare con i suoi colori, profumi e le parole con cui lo descrivi sono molto intense e delicate, eleganti, sembra quasi di vederlo sfilare

bello tornare a leggerti

lillo ha detto...

bello tornare a vederti qui :)