giovedì 27 settembre 2012

canna fumaria

Dov’è scoppiato l’incendio ora non resta che una grande macchia che riposa, grigia al centro, dove ha più consumato, e nera mano a mano che si allarga, dove ancora restano le tracce più evidenti del dolore. Ti aggrappi a sparuti ciuffi d’erba, scampati per miracolo alla fiamma, per dirmi che c’è ancora vita, ma tutto ormai è cauterizzato, finalmente tace. Persino gli occhi, dopo mesi di lavoro sullo schermo, sono asciutti. Lo spazzacamino, issato sul tetto di fronte, libera la canna fumaria in vista dell’inverno. Ora è intasata come l’arteria di un cuore: evita altri errori, nuovi ingorghi, nuove ischemie dei sentimenti.

1 commento:

albafucens ha detto...

uno scritto molto intenso, dal ritmo incalzante, la chiusa dolorosa, ma molto bella, ma il cuore non può smettere di battere, a volte forse ralenta solo un po', poi torna quasi sempre ad emozionarsi.