sabato 29 dicembre 2012

la speranza nascosta

Life is people. Ho scoperto questo disco per caso, segnalato su vari siti come uno dei più belli del 2012. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che del suo autore, Bill Fay, per quanto abbia cercato, non si conoscono esattamente né l’età né le vicende biografiche. È un uomo di mezza età, di nazionalità inglese e in patria è considerato un piccolo mito. Ha tentato, senza troppo successo, la carriera come cantautore fra il 1968 e il 1971 e poi è sparito nel nulla per circa quarant’anni, diventando nel frattempo, con solo due album all’attivo, e particolarmente col secondo Time of the Last Persecution, un autore di culto accanto a colleghi di uguale potenza intimistica ma oggi ben più famosi come Nick Drake e John Martyn. Life is People è a tutti gli effetti il suo terzo disco, bellissimo, oscuro, pervaso di atmosfere lente, confidenziali e di un fervido misticismo, ma pronunciato tutto a bassa voce, fra le note lente e avvolgenti del suo piano. Un lavoro splendido, mai urlato, come credo siano tutte le opere di gente che ha vissuto (e sofferto) abbastanza a lungo da non avere più nulla da dimostrare.
Di tutte le canzoni del disco, però, il pezzo che personalmente preferisco, è Jesus etc., l’unica cover, dai Wilco. Nella versione di Fay, la canzone viene scarnificata rispetto alla ben più sinuosa versione del gruppo, rallentata nel tempo e ripulita nell’arrangiamento, cantata con l’accompagnamento del solo piano dalla sua voce profonda, solenne, che scava dentro le parole per tirarne fuori l’anima profonda, rivoltandola così da cima a fondo, un po’ come succede in molti degli ultimi pezzi di Johnny Cash, negli American Recordings.
Jesus etc. cantata da Bill Fay è la prova più clamorosa che tutto nella vita ha, e merita, una seconda occasione, perlomeno un diverso punto di vista, che ci dimostra come c’è sempre speranza, a volte è più evidente ed altre è nascosta lì, dietro l’angolo o in fondo all’armadio, nei ricordi, nella gente intorno. Ma c’è, è là, c’è sempre stata. Basta saper guardare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' una versione viscerale.
Commovente.

Francesca