martedì 21 maggio 2013

un goccio d’acqua

Tutte le volte che da Pennabilli
vado a Santarcangelo in corriera,
dopo Pietracuta c’è una stazione
abbandonata da cinquant’anni
senza più le rotaie davanti
dove passava il treno a scartamento ridotto
che veniva su da Rimini con il puzzo del pesce
e poi tornava con l’odore della muffa dei formaggi.

Anche mio padre andava su e giù per la montagna
prima col cavallo e dopo col camion
che saltava lungo la strada piena di buche;
però se nevicava allora prendeva il trenino
e da casa nostra Friz gli correva incontro.

Ma più di tutto dalla corriera guardavo il gabinetto
vicino alla stazione coperto da una vite americana
dove i viaggiatori si fermavano a fare un goccio d’acqua.
Raccontano che un pomeriggio è sceso un uomo
nero come il carbone e ha domandato al capostazione
un secondo di tempo che aveva bisogno di far qualcosa là dentro.

Poi si è saputo che era il poeta Pound
che era stato a Santa Maria d’Antico
una mattina intera nella chiesa a guardare
la statua di Luca della Robbia, da solo.

(Tonino Guerra, da L’albero dell’acqua)

3 commenti:

amanda ha detto...

non ci sono più i trenini di una volta, le stazioni di una volta, i poeti di una volta

Anonimo ha detto...

http://vimeo.com/11222889

Francesca

marian. ha detto...

vedi? mai lasciar passare i volti così...alla leggera..