martedì 27 agosto 2013

indifferenza e solitudine

Leggo una notizia su la Repubblica riguardante il papa che chiama una ragazza argentina vittima di stupro. Più della notizia, però, mi stupiscono i commenti dei lettori, che fanno a gara a chi dice la cosa più sarcastica o cattiva possibile contro il papa e quel suo gesto. Mi irrita qualcosa di questi commenti, perché partono tutti da una premessa di fondo, in cui il papa è in malafede e non gliene frega nulla della ragazza. Il punto è che, nella loro ansia di colpire Lui, anche loro rivelano una totale indifferenza verso la ragazza. Alla fine, insomma, fra giusti e corrotti, di questa poveretta violentata da un poliziotto e che ha chiesto conforto a Francesco scrivendogli una lettera, pare non importare proprio nulla a nessuno. E questo mi infastidisce non tanto per il papa, che in buona o cattiva coscienza almeno la cornetta l'ha sollevata, mi irrita perché il nuovo pubblico della Sinistra (che poi chiede a gran voce prese di posizione forti per i gay o l'aborto, ma in nome di chi?) si rivela in tutto e per tutto quello che è: cinico, furbo e non poco stronzo verso il prossimo, il che personalmente me lo fa sentire lontano. Ho sempre pensato che l'essenza del socialismo fosse la fratellanza, l'amicizia. Invece più vado a Sinistra e più mi sento solo. C'è qualcosa che non va.

3 commenti:

amanda ha detto...

se non si fa non va bene e se si fa non va bene lo stesso e come dici tu nessuno pensa alla diretta interessata, la quale se ha chiesto l'interessamento del papa, e lo ha ottenuto, avrà invece vissuto con conforto il suo gesto

Marco Bertoli ha detto...

Non sei solo! UN abbraccio.

Marco

marian. ha detto...

Invece io mi alleo con te in quel sentimento di solitudine che resta, dentro, dopo il commento di circostanza, possibilmente avvelenato, che ci viene offerto o che osserviamo in episodi altrui. Non gliene importa niente a nessuno se hai un cruccio o hai subito un'ingiustizia.
E non centra il socialismo, siamo tutti della stessa razza.
Perchè dovrebbe essere il contrario?
Ma hai idea di quanti PENSIERI MOLESTI infestano le nostre menti da renderle incapaci di empatia? Solo a volte, per fortuna, ci prende una boccata di lucidità e tentiamo per un pò ad essere autenticamente umani e quindi muovere verso l'Altro con gesti di fratellanza o solidarietà.
E io non mi sento innocente, per niente. Faccio parte di questa folla ebete nel mio piccolo, ma almeno mi sforzo di non farmi annientare del tutto da me stessa continuando a fare autocritica e a pormi domande.
p.s. grazie Antonio, per gli spunti di riflessione che ci dai con le tue parole!