sabato 26 ottobre 2013

350 lire

Luca mi regala una vecchia copia di un classico dell’hard boiled americano, La giungla di asfalto di William Burnett, edizione Oscar Mondadori, anno 1965, prezzo di copertina 350 lire.
Leggo con commozione il risvolto di copertina: “Gli Oscar sono i libri per gli italiani che lavorano: per gli operai, per i tecnici, per gli impiegati, per i funzionari, per i dirigenti, per i professionisti, per gli studenti, per la famiglia, per tutti i membri attivi e informati della società.”
Tutti equiparati di fronte ai libri, tutti sullo stesso piano, perché tutti avevano la possibilità di acquistare i volumi: ho fatto il calcolo e 350 lire del 1965 sono circa 3,20 euro di oggi.
Continuo a leggere il risvolto: “Il prossimo volume degli Oscar: Il diavolo al Pontelungo, di Riccardo Bacchelli.”
Sfoglio gli altri titoli della collana, non ce n’è uno solo brutto o insignificante, Hemingway, Cassola, Sartre, Buzzati, Steinbeck, Gogol, Saroyan, il meglio della letteratura internazionale a poco più di 3 euro. Proprio come succede in molti paesi dell’Europa dell’Est, dove i libri si vendono, l’Editoria non ristagna.
Ecco a cosa penso quando parlo di cultura del libro. Peraltro un discorso redditizio, visto che la Mondadori sulla collana degli Oscar ci ha costruito un impero.
I tempi sono cambiati, e in peggio. Non si legge più, si pubblicano troppe porcherie, a volte a prezzi assurdi, che hanno definitivamente allontanato le persone dalla realtà. Chi dice che i libri non abbiano alcun nesso con la vita sbaglia di grosso, mente sapendo di mentire.
Ma cos’è successo? Com’è stato possibile? Chi lo ha permesso?
Io so i nomi dei responsabili. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so, perché sono uno scrittore, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero.

4 commenti:

Tita ha detto...

Bellissimo post.
Bellissimo film

http://youtu.be/I3f5EYmdPX8

marian. ha detto...

quindi un piano politico di ignorantizzazione?
Proprio ieri sera sono stata a vedere un cortometraggio su Piadena nel cremonese, sulla scomparsa definitiva della civiltà contadina della pianura padana. Alla fine dibattito dal quale è emerso, sostanzialmente, che quella civiltà si è autodistrutta perchè fondata su ritmi di vita impossibili, troppo duri, ritmi che hanno condotto lentamente i contadini a darsela a gambe dalla terra e la politica ad incentivare una produzione industriale salariata finalizzata al consumo. I lettori stanno scomparendo per saturazione del prodotto. I contadini di una volta sono spariti per saturazione di fatica. Il troppo storpia. Bisognava fermarsi in tempo, ma vai a sapere quand'è stato. Io vado avanti, finchè ci credo.

amanda ha detto...

e poi venne il nano dentiera, venne o fu mandato, e tutto ciò che faceva crescere la gente venne convertito in qualcosa che la faceva rincretinire e poi la gente fece ciò che si voleva che facesse, amen

Iride ha detto...

Tanti dicono che non si legge più, ma non è vero affatto. Al contrario, oggi leggono fasce di età che quando uscì la televisione abbandonarono i libri, come i bambini. La mia generazione non ha letto prima dell'adolescenza, mentre ora al di sotto dei 10 anni il mercato editoriale fa buoni affari.
Si è abbassato il livello culturale delle pubblicazioni, questo sì, e il ritmo di vita che si conduce in Italia lascia poco tempo al piacere della lettura, ma vedo ovunque persone che alla prima occasione, alla minima pausa tirano fuori un libro o un giornale. C'è più gente che legge in metropolitana che in biblioteca. Risultano meno vendite perché come hai detto i libri oggi costano troppo, e molte persone si buttano per periodi molto lunghi tra i classici, perdendosi le novità, svaligiando i mercatini delle pulci dai volumi a 2 euro l'uno.
La letteratura è tornata ad essere un lusso per pochi.