martedì 26 agosto 2014

lettere scritte senz’amore

Finita la festa i due amanti sono persone un po’ più sole. Prendono distanza. Convergono ad un punto: ci si abitua col tempo anche al silenzio di lettere scritte senz’amore. Cominciano con frasi per nulla banali fra le righe: come stai? cosa leggi? come va la salute? Poi passano a raccontarsi i loro sogni: “Eravamo a una festa, entrambi invitati alla ricerca dell’altro, ma con le lenti degli occhiali appannate. Ci passavamo accanto senza nemmeno sfiorarci. E ancora, messaggi dal buio: perdonami per le promesse e i sentimenti provati. Ti sogno giornalmente come lo scrittore che ho sempre immaginato. Ma uno scrittore non ha peso. Dal vivo è troppo per me”. Nel sogno si chiamano a gran voce, quasi urlando. O parlano a voce così bassa che si perdono le parole per non disturbare, e non riuscendo più a vedersi non gli resta più niente. Non sono più amanti. Hanno lacrime agli occhi che appannano loro gli occhiali.