sabato 2 agosto 2014

pregiudizio


A volte mi rendo conto di scontare una sorta di pregiudizio di fondo, per cui il fatto di vivere e lavorare in un paesino della provincia del sud non solo mi rende più debole sul mercato o nelle PR (cosa verissima), ma anche deficitario nel capire determinati meccanismi. Mi capita spesso, infatti, quando parlo con amici che vivono fuori, che senza quasi accorgersene mi facciano lezioni su come "si fanno" le cose nel mondo, quasi che da solo non riuscissi a rendermene conto, per il solo fatto di vivere in provincia, o come se non fossi in grado di aggiornarmi nell'epoca del 2.0. Io, quando capita, mi sento quasi in imbarazzo, perché mi viene voglia di ridere oppure di fare loro una carezza, ma mi par brutto ridere in faccia alla gente. Lo so che non lo fanno per cattiveria, ma nella loro sottile presunzione mi ricordano tanto Antonio, il protagonista dei Basilischi della Wertmuller, quando se ne va a Roma e se la tira tanto con gli amici perché lì si lava tutti i giorni, ma in fondo al cuore resta il solito cafone come gli altri.

1 commento:

maria nardelli ha detto...

Non stare a sentirli gli emigranti ti prego. Hanno perso la guerra senza nemmeno cominciarla. Vai avanti per la tua strada e trova sempre mezzo motivo per continuare a credere nelle tue idee. Lasciali parlare e lasciagli fare le loro lezioncine di vita. Ognuno a suo modo e in qualsiasi luogo ci prova ed è bello anche così. Parola di emigrante o, come si dice adesso, di una che vive fuori (ma fuori da dove?).