sabato 29 agosto 2015

mitra

Ho appena terminato il mio prossimo libro di poesie. Titolo provvisorio: Nuove poesie catulliane (dico provvisorio perché c’è molto altro dentro, a parte Catullo). Il libro, visto che c’è dentro molta roba, sarà diviso in due volumi: il vol. 1 «Cani e porci», contiene poesie quasi tutte di sapore sociale o politico, di satira e di paesaggio. Il vol. 2, invece, Teoria dell’anguilla, contiene poesie d’amore (molte delle quali già pubblicate su questo blog). Ma come mi sembrano distanti le poesie d’amore in questo momento. Belle, certo, e sono io fino al midollo, ma inutili a capire il mondo. Di fronte a quello che vedo, che sento, al dolore di tutti, non c’è amore che serva. Non una parola che conforti. Molto meglio un mitra, mi dico. Pure un mitra verbale, la poesia armata che ci illuda di una possibile azione, di una giusta rappresaglia. Militanza del verbo «fottere», per ridire Carmelo Bene. 

Roberto D’Agostino: Se ne fotte anche del Governo? 
Carmelo Bene: Me ne infischio di me stesso, del Governo… 
Roberto D’Agostino: Della politica? 
Carmelo Bene: Della politica, del teatro soprattutto… 
Roberto D’Agostino: E di cosa noi dobbiamo fottere nella vita? 
Carmelo Bene: Di che cosa dovete fottere? Andate a farvi fottere! 
Roberto D’Agostino: Ah, così... 
Carmelo Bene: C’è a chi piace… 

[da Maurizio Costanzo Show del 27 giugno 1994]

1 commento:

Unknown ha detto...

Dai: tu non sei solo