sabato 19 dicembre 2015

libriccini (da bruciare)

– Questi disse il curato – non devono essere di cavalleria ma di poesia. […] Questi non meritano d’esser bruciati, perché non fanno e non faranno mai il male che hanno fatto quelli cavallereschi; son libri di riflessione, senza pregiudizio per il prossimo. 
– Ah signore! – intervenne la nipote –, li faccia bruciare come gli altri; perché non ci sarebbe proprio di che stupirsi se poi mio zio, una volta sanato della sua malattia cavalleresca, leggendo questi, si incapricciasse di diventare pastore e di andarsene per boschi e prati suonando e cantando, o peggio ancora poeta, che a quanto dicono è infermità incurabile e contagiosa. 

[Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, trad. Vittorio Bodini, Einaudi, 1957, pag. 69, 70]

1 commento:

sergio pasquandrea ha detto...

peraltro, se non ricordo male è proprio quanto succede al povero Chisciotte a un certo punto del libro...