venerdì 25 marzo 2016

ghetto italia

Quando Salvini dice di voler chiudere le frontiere agli immigrati mente sapendo di mentire, perché sa bene che cacciando gli immigrati crollerebbe l’economia agricola italiana (da Cuneo a Nardò), basata sullo sfruttamento e lo schiavismo degli stessi immigrati con regole mafiose, coperte dallo Stato (in barba alla campagna “lotta all’evasione fiscale”) e avvalorate dai proprietari terrieri e dalle grandi industrie alimentari i cui maggiori clienti sono i paesi del Nordeuropa che poi ci rimbrottano l’incapacità di seguire le regole comunitarie. 
Un sistema impossibile da abbattere perché ci coinvolge e ci mette tutti sullo stesso piano. Oppure tu saresti disposto ad andare a fare il raccoglitore di pomodori per trenta euro al giorno con turni di dodici ore e senza contributi, oppure a cottimo, vivendo poi in baracche senza bagno, dormendo per terra, e pagando persino per il cibo che ti portano, e per l’acqua, per le aspirine che servono ad alleviare i dolori fisici? Oppure, sapendo tutto questo, cominceresti a comprare la salsa, l’olio per la tua tavola a quattro, cinque volte il prezzo attuale, per compensare giustamente quei poverini? 
Ho letto Ghetto Italia, di Yvan Sagnet e Leonardo Palmisano, pubblicato da Fandango, e lo consiglio. È una lettura molto agile, dal linguaggio chiaro, che spiega bene certe cose a cui non si pensa mai, anche se si sanno. Io, la prima cosa che ho pensato leggendo il primo lungo capitolo dedicato alla Puglia, è stata che se “negro” è una brutta parola, “negriero” lo è molto di più.

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