giovedì 2 giugno 2016

seduzione

C’è una donna, seduta alla toletta. Mi chiede di pettinarle i capelli. Indossa un kimono a fiori bianco e nero. Parliamo attraverso uno specchio, ma senza usare parole. Mi indica quando far piano, oppure se essere dolce o deciso, o se trattenermi più a lungo in un punto attraverso gli sguardi e i sospiri. Sto ben attento a cosa chiede, ne fisso il riflesso muto, ne seguo con gli occhi le espressioni cangianti, e le pettino i capelli lunghissimi fra le dita, con lentezza, leggerezza e dedizione; corrono morbidi sotto i denti del pettine, ed emanano un profumo dolce di tigli che sale e si spande man mano che li sciolgo dai nodi. Siamo qui da ore davanti alla toletta, immobili e mai sazi del contatto, delle mie lunghissime carezze. I suoi capelli continuano a filare fra le dita, a crescere e confondersi col suo kimono a fiori, avvolgersi alle gambe legandoci l’un l’altra. Invadono la stanza, corrono sul pavimento e sulle pareti, premono contro la porta per uscire.

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