lunedì 20 marzo 2017

eros


Nell’inverno di pochi anni fa mi ritrovavo mio malgrado chiuso in casa. Avevo scoperto di aver preso una malattia venerea per cui mi ero dovuto operare, ero pieno di cicatrici dovute al laser, e in seguito a quella non avrei più potuto toccare una donna per i successivi sei mesi di osservazione. Pochi giorni prima, in sala operatoria, mentre guardavo il medico che puntava il laser verso il mio bigolo offeso che spuntava intimidito dal lenzuolo azzurro, pensavo fosse arrivata proprio la fine. Invece nulla era finito, e una lunga nevicata mi isolava coi miei malumori. Non che mi andasse di vedere nessuno, in ogni caso. In tutto questo, per unire il danno alla beffa, ero stato contattato da una casa editrice che mi chiedeva di scrivere un racconto erotico per una loro antologia di prossima uscita. Chiuso in casa e depresso, scrissi nel giro di pochi giorni una storia di circa 100.000 battute, qualcosa che poi ho interpretato come una sorta di sfogo. Era la biografia immaginaria di un attore porno preso da attacchi di megalomania registica che ne decretano la fine professionale. Era troppo lungo per una antologia, così lo misi da parte in attesa di tempi migliori che non sono mai arrivati. Poi, esattamente nel giorno del mio compleanno, poco prima che la neve si sciogliesse del tutto, misi da parte quella storia che mi era sfuggita di mano e in meno di un’ora scrissi un racconto breve di circa tre cartelle sugli ultimi giorni malinconici di un vecchio porco che si perde nell’ombra di una giovane ragazza sognando di raggiungere con lei il suo ultimo rapporto erotico. Era talmente perfetto, talmente in linea con le mie sfere celesti che come l’ho scritto così l’ho consegnato e poi è stato pubblicato. È una storia che qualcuno ha definito “delicata” e qualcun altro “triste”. Eppure è una sorta di presentimento della fine che ci aspetta tutti, quando il corpo non riesce più a sintonizzarsi coi propri desideri. Tanto è vero che, per una sorta di coincidenza di cui vado molto fiero e di cui parla Tonino Guerra nei suoi diari, l’identica visione la ebbe Michelangelo Antonioni per il suo ultimo film, Eros, senza mai poterla realizzare.

[Il libro che contiene il racconto del vecchio porco, pubblicato da Caratteri Mobili, è possibile ancora acquistarlo su Bookrepublic, ed è ovviamente quello conclusivo]

1 commento:

Alligatore ha detto...

Mi piace quel film, anche se ne ho un'immagine sbiadita, ricordo di una componente onirica fortissima ... come un sesso impotente, un sesso giunto alla fine, come il tuo racconto.