venerdì 3 marzo 2017

sul potere della parola

Ieri sera, all’incontro con Erri De Luca, credo di avere assistito a una forma di liturgia laica. Sarà stato il posto o tutti quei discorsi sull’ebraico antico e Giuseppe e Maria a condizionarmi, ma c’è stato un momento in cui le cose hanno cominciato a combaciare, e cioè quello in cui lui diceva come il legante del rapporto fra la divinità e il profeta e poi fra il profeta e il popolo era la voce, il canto, e quello in cui il popolo raccolto nella chiesetta utilizzata per la sua presentazione pendeva incantato dalle sue labbra. Ne ho avuto una prova quando c’è stato un intervento, fatto in buona fede ma inopportuno, che lo ha interrotto e il pubblico intervenuto ha cominciato a lamentarsi: Vogliamo sentire Erri, ridateci Erri. Una signora seduta vicino a me ha cominciato a scalciare sulla sedia: Ma che vuole questo, ma come si permette di interrompere Erri. (Erri, come se fosse il tuo vicino di casa, come se rientrasse nella tua sfera di amicizie per il fatto che lo leggi). È stato qualcosa di straordinario per me, perché ho toccato con mano quello che può essere il vero potere della parola, che è un potere forte, poco prima che diventi potere e basta. Erri De Luca è stato un galantuomo, ma se al posto suo ci fosse stato un altro con uguale potere che avesse cominciato a dileggiare o prendersela con chi lo aveva interrotto molta gente, sono sicuro, lo avrebbe seguito nell’opera di insulto, trasformando la parola in violenza. È una cosa che mi ha lasciato irrequieto fino a stamattina, tanto che ne scrivo. Mi sono anche chiesto se lui, quando ha cominciato a lavorare con le parole, ambisse a ottenere quel potere, e mi sono risposto che, come ammetteva lui stesso, non sei mai tu che scegli di avere tale potere ma è il potere che ti stana e per quanto tu possa fuggirne non puoi farne a meno, diventi suo strumento tuo malgrado.

6 commenti:

amanda ha detto...

Il carisma ed il potere, due cose molto diverse,il carisma può trasformarsi in potere, De Luca, per me, ama il carisma che dall'uso della parola deriva, non il potere

lillo ha detto...

non intendevo che amasse il potere in sé, ma sì capisco cosa intendi.. in ogni caso se usasse quel carisma sul suo pubblico ne verrebbe fuori in ogni caso un atto di potere, credo... in ogni caso ieri guardandolo ho capito cos'è uno scrittore quando diventa una star, e non mi è piaciuto, sinceramente...

amanda ha detto...

Noi ci teniamo il lilluzzo poeta editore narratore, peggio per gli altri che non sanno che si perdono

Marco Bertoli ha detto...

Osservazione sottilissima, come sempre; io sono d'accordo.

Aggiungo qui soltanto perché non so trattenermi ma non sentirti in dovere di rispondere: ho visto un libro di "poesie" del De Luca, che mi è parso una della cose più irredimibilmente, sconciamente brutte che abbia mai letto. Ma forse ne avevamo addirittura parlato di persona.

lillo ha detto...

di de luca ho letto delle cose. alcune molto belle. altre non mi sono piaciute. in generale come scrittore non mi piace, mi sembra un po' artefatto, anche se ammetto che è difficile sottrarsi al suo fascino.

marian. ha detto...

le parole sono pietre lanciate negli stagni della civiltà e dell'inciviltà...anche quando stanno in silenzio.
su De Luca, credo che non si possa capire alla prima lettura. Non mi attira, sono diventata intollerante alle finezze estreme. Voglio realtà, sangue e amore.