mercoledì 27 settembre 2017

gli statisti di domani

Stavo leggendo un articolo sul blog di Claudio Giunta, a firma di Mariangela Caprara, in cui si lamentava il fatto che la scuola italiana, dopo le ultime riforme (Moratti, Gelmini and friends) sta creando una nuova generazione di analfabeti funzionali in materie fondamentali come la storia e la geografia. Ragazzi che se gli chiedi, ad esempio, qual è la capitale della Spagna non te lo sanno dire. E continuava sostenendo che questo creerà ancora più squilibri sociali fra figli di ricchi e di poveri, perché a parità di ignoranti i ricchi avranno almeno i mezzi per poter recuperare. Eppure, per quello che ne penso io per esperienza, quello che perdi da ragazzo non lo riacquisti più, se non a costo di grandi sacrifici. E dubito che una qualsiasi ricchezza possa anche comprarti la voglia di studiare se non l’hai mai avuta. Ma non è tanto una questione di squilibri sociali, che alla fine ci sono sempre stati. Quello che più mi terrorizza in questa storia è il fatto che molti di quei ricchi un giorno, proprio in virtù di questa maggiore possibilità di mezzi, ricopriranno dei posti di potere e di responsabilità. Decideranno per tutti, ma senza aver studiato. Roba che quelli che abbiamo ora, a confronto, sembreranno degli statisti. Ed è tutto dire.

2 commenti:

Alligatore ha detto...

Quello che scrivi mi fa orrore, già oggi abbiamo una classe dirigente ignorante, culturalmente impreparata, cialtrona ,che immaginarmene una peggiore mi è quasi impossibile ... ma lo sappiamo, quando tocchiamo il fondo ci mettiamo poi a scavare, e questo è quello che possibilmente succederà, alla faccia di chi diceva che Internet sarebbe stato un sistema per far circolare liberamente conoscenza e liberare le menti.

amanda ha detto...

Ma non è futuro, è presente, il presidente degli stati uniti, democraticamente eletto, non sa nemmeno che esiste la Namibia, eppure è lì lì per scatenare una guerra atomica, probabilmente non ha mai letto una pagina di storia in vita sua e, quel che è peggio, non gli interessa di leggerla prima di scatenare l'apocalisse, è rimasto all'"io ce l'ho più grosso" e non sa proprio che esiste molto, ma molto di più di più interessante oltre al suo insignificante organo riproduttivo