sabato 2 settembre 2017

potere e verità

Due immagini che si sovrappongono stamattina. La prima viene da Tecnica del colpo di Stato di Curzio Malaparte, dove Malaparte scrive che se prendessimo per buone le oleografie che si fanno a posteriori del Duce non si capirebbe come una simile macchietta abbia potuto prendere il potere in Italia a inizio ‘900. Avendolo conosciuto e seguito per un lungo periodo, Malaparte ci dice come il giovane Mussolini fosse in realtà un uomo nuovo (e assai ammirato) nel panorama europeo dell’epoca, moderno, spietato, opportunista e ben conscio dei meccanismi del potere, un uomo realmente pericoloso, insomma. E ciò che, fin dall’inizio, condannò il fascismo aggiunge Malaparte, furono le scorie di cultura cattolica inoculate dalla Chiesa e rimaste ad avvelenare quanto di nuovo Mussolini aveva portato nella politica italiana e per certi versi, per contagio, tedesca. La seconda viene da Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi che sto leggendo in questi giorni, dove Trevi scrive che fin dall’inizio tutti sapevano, avevano capito che Pasolini non poteva essere stato ucciso dal solo Pelosi. Bastava avere un po’ di sale in zucca per arrivarci. E allora perché negarono? Perché, al di là di qualsiasi teoria del complotto, gli ambienti giudiziari e politici negarono persino l’evidenza, quando era tutto così ovvio? Perché il potere, risponde Trevi, si esplica anche in questo modo, sul piano più alto della verità, dicendo che la verità è quella anche quando magari è esattamente il suo contrario. Perché il vero potere è l’affermazione di quella verità sopra tutte le altre, finché a furia di ripeterlo tu finirai per cedere e farti venire un dubbio. E anche questa storia del potere come possesso della verità, pensavo leggendo Trevi, è una bella scoria inoculata dalla Chiesa.

2 commenti:

Tita ha detto...

!!!
Quoto.

Alligatore ha detto...

Dalla chiesa troppe in(o)culate al nostro Paese. Mi scuso per il francesismo.