venerdì 24 novembre 2017

iniquità

Devo smetterla di leggere certi libri prima di andare a dormire, poi mi vengono i brutti sogni e mi risveglio col sospetto che può succedere anche nella realtà. 

«Anch’io, ve l’ho detto, cederei volentieri il mio posto al signor Amar. Ma, vedete, questo paese non è ancora arrivato a disprezzare il partito del signor Amar quanto disprezza il mio. Nel nostro sistema, il crisma del potere è il disprezzo. Gli uomini del signor Amar stanno facendo di tutto per meritarlo: e lo avranno. E una volta che lo avranno sapranno come legittimarlo. Perché il sistema consente di arrivare al potere col disprezzo; ma è l’iniquità, l’esercizio dell’iniquità, che lo legittima. Noi, quelli del mio partito che ci avvicendiamo alle poltrone ministeriali, siamo blandamente iniqui: per costituzione e per contingenza, perché non sappiamo e non possiamo essere più iniqui; lo siamo sempre meno, anzi. E voi avete sete di iniquità. Non soltanto voi della polizia, dico». 

Leonardo Sciascia, Il contesto, Adelphi

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