martedì 18 dicembre 2018

bye bye love

Sto ascoltando Dark Horse (1974) di George Harrison, che molti critici indicano come il suo lavoro peggiore perché è “cantato male”. Eppure, se si legge la storia dell'album, si scopre che Harrison all'epoca dell'incisione era fatto di coca e alcol dalla mattina alla sera, pieno di debiti e problemi legali, reduce da uno dei peggiori tour di sempre (stroncato dalla critica per l’uso di strumentazione indiana che “annoiava” il pubblico), sua moglie Patty lo stava lasciando per il suo miglior amico Eric Clapton e in più, mentre incideva, gli era venuta una brutta laringite. Insomma un disastro al limite dell’autodistruzione, alcune canzoni infatti alludono al suicidio. Mi fa strano che negli stessi anni Neil Young realizzasse un disco altrettanto "stonato" (Tonight's the Night) che col tempo è stato rivalutato come un capolavoro maledetto del rock, mentre questo disco, altrettanto maledetto anche se meno importante, continua a venire snobbato come brutto, pur contenendo invece delle buone canzoni. Evidentemente a un ex-Beatle si poteva perdonare tutto, meno che cantare male.
Una nota in particolare merita la cover di Bye Bye Love degli Everly Brothers. Nei crediti sul disco, con un certo masochismo, accanto a Harrison sono inseriti Eric Clapton alla chitarra e Patty Boyd ai cori. La canzone in realtà fu incisa dal solo Harrison che suona tutti gli strumenti in una notte di follia a Los Angeles.

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