domenica 12 maggio 2019

le cose più belle del salone (per me)

1.La prima in assoluto, quando a una presentazione, ero seduto dietro, si apre uno spiraglio nel pubblico e Nadia Terranova, che sta presentando una scrittrice, si è girata verso di me e mi ha sorriso, cioè proprio a me, non a quello seduto dietro o a fianco, e io ero talmente contento che le ho risposto con la V di vittoria (che non c’entrava nulla, ma…); 
2.Il mio vecchio cappello da baseball nero, che ho perso regolarmente dovunque in Europa (da Madrid a Siracusa) e anche stavolta al Salone, ma è stato eroicamente ritrovato al largo dei bastioni di Orione, vicino alle porte di Tannhäuser, da Angelo Biasella e Francesco Coscioni di Neo Edizioni, che ringrazio perché sono super, come persone e come editori; 
3.La ragazza sconosciuta che a cena si avvicina e mi dà uno scontrino: tieni, ti regalo un gelato al limon! 
4.Marianna Carabellese che si abbassa nei selfie se no fa notare quanto sono più basso di lei; 
5.Due chili di libri fra regalati e acquistati che mi sono dovuto rispedire a casa perché in aereo pesavano troppo; 
6.Les Flâneurs Edizioni e Interno Poesia che erano lì per la prima volta con uno stand tutto loro, con quel misto di apprensione e di ambizione di chi vuol provarci, e anche se io quel coraggio (e quella fiducia) non ce l’ho, credo che sia bello e faccio il tifo per loro; 
7.Tutti gli amici visti, rivisti, stravisti, ritrovati, anche dopo anni, che ti salutano e ti fanno: “Lillo, come va?” come se vi foste lasciati il giorno prima. E tu pensi che l’editoria, proprio come il mondo, è fatta di AMICIZIA. Lo diceva Saba e io penso che aveva ragione lui.

1 commento:

amanda ha detto...

Bilancio più che positivo mi pare