tag:blogger.com,1999:blog-3031704839671324402024-03-16T02:10:30.723+01:00Tonio RasputinPoesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammettantonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.comBlogger4442125tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-29240005832393162232024-03-08T11:19:00.005+01:002024-03-08T11:58:23.993+01:00lacrime di rimmel<div><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZDkjFW2vz81LnKYoMq8w3ImlTNvjE_TyqwnT49_G14cYeUjNeF7CM-DLyWWlO-Qky7oktXsxSataZsPrj9qBn0L6cPrnbLJD_UIKNzsiAATNDtAKhKT5oUhIKr2fxvtULojQdvwiqy3TKBKy6e3aIKjOKtXaec-M4EvFEkJ3Wb5AnucWVsglU53yHknlW/s696/sick-of-myself-jpg.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="392" data-original-width="696" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZDkjFW2vz81LnKYoMq8w3ImlTNvjE_TyqwnT49_G14cYeUjNeF7CM-DLyWWlO-Qky7oktXsxSataZsPrj9qBn0L6cPrnbLJD_UIKNzsiAATNDtAKhKT5oUhIKr2fxvtULojQdvwiqy3TKBKy6e3aIKjOKtXaec-M4EvFEkJ3Wb5AnucWVsglU53yHknlW/w400-h225/sick-of-myself-jpg.jpg" width="400" /></a></div></div><div style="text-align: justify;">Parlando di giornata internazionale della donna, ho
visto ieri sera <i><b>Sick of Myself</b></i> (2022) di Kristoffer Borgli e al di là dell’estremizzazione
di alcune situazioni (col volto deformato di lei che in fondo è un’attualizzazione
“social” del ritratto di Dorian Gray, con la ragazza che, come in una sorta di
patto insano, più degrada nella morale e di contro aumenta nella fama, più si
fa orrenda in viso, lì dove il suo viso e la sua immagine coincidono, sono la
stessa cosa), devo dire che il film mi ha fatto soprattutto pensare al cinema
di Antonio Pietrangeli, uno dei nostri registi meno conosciuti eppure uno dei
più lungimiranti, che alle donne ha dedicato i suoi film più belli. Proprio come
le varie eroine di Pietrangeli (in particolare quelle di <i>Nata di marzo</i>, <i>La parmigiana</i>
e <i>Io la conoscevo bene</i>), che sono donne immerse nel tumulto dei primi anni Sessanta,
quando il primo boom economico stava sconvolgendo ogni rapporto sociale e famigliare,
Signe, l’eroina di Borgli, è una donna incapace di “accontentarsi” di ciò che
ha fino al punto da inventarsi delle strategie di “guerriglia” basate sull’inganno
per far emergere la propria personalità sulle altre in una sorta di gara col
proprio compagno, ma sempre tendendo a un nuovo squilibrio che rilanci la
partita in avanti. Anche il compagno di Signe, Thomas, come tutti gli eroi di
Pietrangeli è inadeguato alla situazione che vive e pertanto si ritrova a mostrarsi
per quello che è, un uomo debole, profittatore, furbo, vanitoso, vittimista, continuamente
in gara col proprio ego come i vari Nino, Piero o Roberto di Pietrangeli, o l’Adolfo
di <i>La visita</i> che nella sua abiezione è l’unico a mostrare un po’ di luce nel
momento stesso in cui si scopre, di fronte ai rimproveri di Pina, e ammette di
essere un mostro. Signe invece, come le varie Francesca, Dora, Adriana, è patologicamente
bugiarda, egoista, pronta a tutto per ottenere qualcosa che nemmeno lei sa
definire, e soprattutto per niente simpatica, tanto che lo spettatore può anche
capirla, provarne pietà, ma non riesce a empatizzare con lei, allo stesso modo
in cui lei non riesce a empatizzare con gli altri, se ne sente di continuo
distaccata e tutto si riduce a una osservazione più o meno coinvolta di se
stessa nell’altro. Due squilibri, quelli di Signe e Thomas, che proprio come
nei film in bianco e nero di Pietrangeli, non si riassestano appoggiandosi sull’altro,
ma anzi raddoppiano la propria carica autodistruttiva e portano così all’infelicità
o a una posticcia felicità di entrambi. Meglio allora la solitudine. Aggiungo
come nota di colore che il viso della Ferragni truccata come Joker uscita sull’Espresso,
mi ha fatto pensare soprattutto a un incrocio fra la Signe di Borgli e l’Adriana
<span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">di <i><b>Io la conoscevo bene</b></i></span> di
Pietrangeli (interpretata da Stefania Sandrelli) che piange lacrime di rimmel .</div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6kNq2gU5TKZV_41XkcX6WPw5p0BBKR-zNy9p8omcGRkY1cOteRly9QUq_jqsr_milEFZhroWJJKFDfc-M15R9JTSR8qJwTGn8BmbmW5D3mXbnFKCUihwk79gVFTmumPV8x6OoP1Du1NeojBj-DJC9b5v3nJ8quacUO46VP6t7NaseVJA-2jgKqXuRB-m1/s1024/IO-LA-CONOSCEVO-BENE-ant.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="1024" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6kNq2gU5TKZV_41XkcX6WPw5p0BBKR-zNy9p8omcGRkY1cOteRly9QUq_jqsr_milEFZhroWJJKFDfc-M15R9JTSR8qJwTGn8BmbmW5D3mXbnFKCUihwk79gVFTmumPV8x6OoP1Du1NeojBj-DJC9b5v3nJ8quacUO46VP6t7NaseVJA-2jgKqXuRB-m1/w400-h215/IO-LA-CONOSCEVO-BENE-ant.jpg" width="400" /></a><img border="0" data-original-height="603" data-original-width="1073" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv55hXJTXc3xpu-s1Nj3m_fazvY5RUfvhAQRg79iGppWIBytRVCvhUXiowncs126RRC-oofTLG-JM7iR3lFZygE2c0rA-OEh4hyrFSpj7b5TdDXovO59dhJ4OUU1_Kbg82RSk_JOeKd_fx0VrbOOK5OrbRx7Vu_xgL2laz4gnPfMqD21Wrw0KuJYnHa-yo/w400-h225/ferragni-come-joker-in-copertina-linfluencer-diffida-lespresso-e-fedez-la-difende-sui-social.webp" width="400" /></div>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-69906606218870184172024-03-07T11:11:00.001+01:002024-03-08T11:14:07.850+01:00basta che non si paga...<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Gentilissimi,
vi ho trovati nell’elenco degli editori gratuiti e vorrei pubblicare
una raccolta con voi. – Buonasera, ha avuto almeno modo di dare
un’occhiata alla nostra linea editoriale? – Veramente non ci ho fatto
caso, ma non preoccupatevi, non mi importa molto dell’estetica, basta
che non mi chiediate il contributo.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-32470123704041919372024-03-06T11:11:00.001+01:002024-03-08T11:13:16.620+01:00il capolavoro<p></p><p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">“PLAY
SOMETHING WE KNOW!" <i>suonaci qualcosa che conosciamo</i>, grida una ragazza
dal pubblico (in una sorta di remake di quella volta in cui 60 anni fa
qualcuno dal pubblico lo chiamò Judas perché aveva stravolto il suo
suono elettrificandolo) ripresentando l'annoso problema di ogni artista,
se ripetersi all'infinito per assecondare il pubblico o "tradirlo" e
andare avanti per la sua strada in nome di quella cosa chiamata ricerca
artistica. Dylan potrebbe mandarla a fanculo come <span></span>aveva
già fatto 60 anni fa, invece ci pensa su e risponde suonando, in una
versione rigorosamente riarrangiata, "When I paint my masterpiece",
<i>quando dipingerò il mio capolavoro</i>. Genio.</span></p><p><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto"> </span><iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/aZB7QJjqmL0?si=1hZg3cuNdU2-NVNo" width="480"></iframe></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-84443097001932299442024-03-05T11:09:00.001+01:002024-03-08T11:10:18.558+01:00un quarto di un martello<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Mentre
sto lavorando alla traduzione di un libro, mi capita sotto gli occhi
l'inventario dei beni di un bracciante del sud che muore improvvisamente
ai primi del '700 lasciando alla moglie e ai suoi tre figli piccoli
quanto segue: "una sottana rossa, un lenzuolo di tela, una coperta di
lana verde sfilacciata, una sciarpa rossa, un tavolo di pino, due sedie
usate, una piccola zappa da giardino, una vecchia zappa di medie
dimensioni, una quota di un quarto di un martello da <span></span>muratore,
una cassapanca di pino, una scala di legno, cinque brocche di creta,
quattro piatti e una coppa grande di creta." Più il trullo in cui
vivevano in cinque e una piccola vigna. È una storia di povertà estrema,
tanto che alla sua morte la moglie è costretta a ipotecare il trullo e
la vigna per sfamare i figli, ma così restano senza casa. Chissà cosa è
successo loro, come se la sono cavata. I documenti non lo dicono e così
ci resta solo questa traccia e la forza e la caparbietà della donna che
fa mettere per iscritto questo elenco per i figli. Fra le altre, la voce
più commovente di tutte è quella quota di "un quarto" del martello da
muratore, che non era tutto del contadino ma ne divideva il possesso e
l'uso con altri tre e l'inventario lo metteva per iscritto così che i
figli dell'uomo, ancora piccoli, non perdessero quel diritto nel tempo.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-78397158985510427492024-03-05T11:08:00.001+01:002024-03-08T11:09:29.864+01:00distributori (ancora)<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Autore
che dopo il post dell’altro giorno sui distributori continua a farmi
domande per capire qualcosa che non afferra. – Ma se prendono loro (cioè
i distributori) il 60% del prezzo del libro, non è come se guadagnano
loro più di te che hai messo la materia prima? E se finiscono le copie
dei libri, chi le ristampa, le ristampi tu? E se devi ristampare anche
le copie con quello che ti rimane, dov’è esattamente che ci guadagni
qualcosa? Non capisco, non mi piace. – Lo ripete <span></span>tre-quattro
volte di seguito, e in effetti non lo capisco nemmeno io, ma a forza di
sentirglielo dire, non capisco non mi piace, non capisco non mi piace,
non capisco non mi piace, mi viene da ridere e smetto di preoccuparmi. –
Tanto a breve, ma questo non glielo dico, si farà tutto col print on
demand e non solo tutta questa storia sarà passato, ma io stesso come
editore sarò sorpassato e gli autori si autoprodurranno i libri online.
Già succede, del resto. Smetteranno, insomma, di lottare per non pagare
gli editori per finire tutti quanti a pagare le piattaforme digitali dei
distributori. E quelli vintage torneranno in tipografia.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-15299353935944866312024-03-04T11:08:00.001+01:002024-03-08T11:08:44.017+01:00vincere (cosa?)<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Quel
momento in cui realizzi che sì siamo sull’orlo di una guerra mondiale e
non perché lo dice Putin ma perché lo dice la Von Der Leyen, e che
l’unica speranza rimasta al mondo per evitarla non è la diplomazia
europea ma l’elezione di Trump negli USA, ovvero di un pazzoide fascista
che ieri ha irriso pubblicamente la donna che lo ha battuto a
Washington dicendo che è “una pezzente col cervello di gallina” e pensa
che il posto giusto per le donne nel mondo non sia a fare <span></span>politica
ma stare piegate sotto le scrivanie a sollazzare il presidente di
turno. Perché questo è Trump, uno che se fosse italiano vincerebbe a
mani basse le elezioni per i prossimi vent’anni.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-50522334158679099302024-03-04T11:07:00.001+01:002024-03-08T11:07:57.062+01:00poesie<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Mia
madre che mi chiama per dirmi che mentre metteva ordine in un cassetto
ha trovato due poesie di mio padre, una d'amore dedicata a lei e una
invece indirizzata a Giuseppe Conte. Perlomeno papà pensava in grande.</span> <br /></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-82773767939316093402024-03-04T11:06:00.004+01:002024-03-08T11:07:17.028+01:00sottotazze<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Ci
sono delle volte che mi chiedo, e non solo io, che fine fanno tutte le
copie omaggio che si spediscono in giro all’attenzione di gente che non
saprà mai che farsene e non ne farà niente. Perché è vero che i libri
dovrebbero vendersi, ma è più vero che nella maggior parte dei casi, e
soprattutto fra gli addetti ai lavori che sono i più poveri ma per
questo anche i più taccagni, vanno regalati. Alcuni li abbandoneranno
negli angoli, altri proveranno a donarli alla biblioteca <span></span>di
quartiere, altri ancora finiranno al riciclo, qualcuno ammuffirà in
cantina mai nemmeno aperto, nemmeno per farne una foto sui social. Il
mio amico Bogdan, che era un creativo e apprezzava le copertine, usava i
miei libri per farne degli orologi da muro, non potevi leggerli ma ti
davano conto del tempo che passava. Mentre ieri mi è arrivata una foto
di una giornalista a cui ne avevo spediti alcuni, che non è riuscita a
scriverci nulla (figurati, mancando una trama di che vuoi scrivere?), ma
visto che le piacciono, li tiene sulla scrivania e li usa come
sottotazza per il caffè. Siccome la carta che uso è riciclata le
mezzelune lasciate dalle tazzine ci stanno anche bene. Ma quando l’ho
vista ho pensato menomale che non li tiene in bagno.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-19888143785037978752024-03-03T19:58:00.004+01:002024-03-03T19:58:25.018+01:00alberi<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Oggi
a rimonnare gli alberi da frutto. Io sono in ritardo, è vero, ma pure
gli alberi sono in anticipo se alcuni stanno già fiorendo. Mio zio li
guarda e mi dice questo sì e quello no, indicando quelli che è già tardi
per toccarli. Ce ne avete di alberi aggiunge, sottintendendo che sarà
un lavoraccio. Merito e colpa di mio padre. Pensare che fino a tre anni
fa queste erano tutte cose che si vedeva lui. Non ti preoccupare mi
dice mio zio, a furia di farle le impari anche tu.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-77641071815167223992024-03-02T19:57:00.000+01:002024-03-03T19:57:40.776+01:00tenerezza<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">La
tenerezza è sentirsi chiamare dall'altra parte della piazza da un
bambino che ti saluta e poi si gira orgoglioso verso suo padre e gli
dice: Quello è il maestro mio!</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-32981430661886332072024-03-02T19:56:00.001+01:002024-03-03T19:57:05.481+01:00il distributore<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Parlando
di problemi editoriali, negli ultimi quattro anni ho lavorato con un
distributore che ora sto lasciando perché è più di un anno che non mi
paga una fattura. I primi due anni tutto è andato bene, il terzo ho
cominciato ad avere problemi, il quarto anno è stato un disastro. A
questo distributore sono arrivato dopo aver chiesto referenze ad altri
editori che mi hanno assicurato che con loro si era comportato benissimo
e quindi mi ci sono avvicinato con fiducia. Né sono <span></span>stato
l’unico, se tale distributore si pregia di avere un quantitativo di
clienti, fra piccoli editori indipendenti, molto alto. Quindi non so a
da cosa derivi questo comportamento, se sia stato un problema solamente
mio o riscontrato anche da altri, fatto sta che – parlo per me – è da
dicembre 2022 che tale distributore continua a rendicontarmi (con
rendiconti a mio avviso poco chiari specie sulle voci di sovrasconto)
libri venduti che io puntualmente fatturo, ma quando invio la fattura
non mi viene bonificata. All’inizio mi sono lamentato, poi ho cominciato
a innervosirmi. Ma ogni volta che sollecito il pagamento o non mi
rispondono affatto, o se n’escono con qualche giustificazione (dove alla
fine pare quasi sempre essere colpa mia per un motivo o per l’altro),
oppure se m’incazzo se n’escono con la solita frase lapidaria “giriamo
in amministrazione” con l'amministrazione che non mi ricontatta mai,
nemmeno alle PEC, e così rimpallano di mese in mese i miei solleciti.
Insomma, per ogni libro di Pietre Vive che siete andati a ordinare in
una libreria di catena o avete acquistato su IBS negli ultimi mesi io ad
oggi non ho recuperato nemmeno le spese di spedizione. È come aver
preso decine di libri stampati a tue spese e averli regalati a uno più
ricco di te, la sensazione è quella. In particolare questo mi è capitato
con un titolo, “Agostino” di Michele Paoletti, dove a me risultavano
vendute in libreria, durante una presentazione dell’autore (estate
2022), un’ottantina di copie che il distributore non mi aveva mai
rendicontato. Quando l’ho redarguito, quasi otto mesi dopo la
presentazione il distributore ha fatto un controllo, mi ha detto che
avevo ragione (guarda un po’), mi ha fatto fatturare le copie vendute
(nel 2023!) e non me le hai mai pagate. Quella è stata la goccia che ha
fatto traboccare il vaso. Per cui sto chiudendo il rapporto, con tutte
le lentezze del caso sui resi, ma ancora non so quando, come e se
recupererò le cifre che loro stessi definiscono “non elevate” (anche
perché ricordiamoci che io vendo libri di poesia, mica bestsellers da
migliaia di euro). E la fregatura è proprio questa, che per cifre simili
non vale nemmeno la pena fargli causa. Né il danno è tale che possa
rovinarmi, però brucia, quello sì. Ora il problema, si dice da più
parti, è che serve spezzare il monopolio della grande distribuzione,
perché la loro mission è monopolizzare il mercato strozzando i piccoli
editori (lo ha spiegato benissimo Giulio Mozzi in un suo post), ma se
cerchi di venire fuori dalle pastoie della grande distribuzione (in un
mondo che ti chiede di continuo di essere distribuito) andando in
direzione “ostinata e contraria”, ovvero attraverso canali laterali che
sono più vicini alla tua visione delle cose, ti imbatti spesso in realtà
che si dicono “alternative” ma che poi di alternativo non hanno proprio
niente. E a questo punto mi tocca ammettere che ha ragione chi sostiene
che per fortuna c’è Amazon. Sarà a suo modo disumana, ma forse proprio
per questo ad oggi è l’unica che non mi ha dato grosse fregature e paga
puntualmente ogni mese.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-86620840307849824972024-02-28T19:54:00.002+01:002024-03-03T19:55:38.271+01:00dove vivi?<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">La
Russia di Putin è fascista. Lo dice Oleg Orlov, due anni di carcere per
averlo detto. L’Ucraina anche. Lo hanno detto Putin e anche molti
italiani, così come lo dicono degli USA, dove sta per tornare presidente
Trump, il quale lo dice dell’America di Biden che lo dice dell’America
Trump, mostrando così che gli USA non sono un mostro solo e monolitico,
ma due mostri molto fragili, e sempre più schizofrenici. Se l’America è
fascista, <span></span>si dice, lo è pure la Nato.
Noi volenti o no siamo Nato, ma dovremmo uscirne si dice. Per andare
dove? Anche tutti gli ex paesi sovietici sono un po’ fascisti, per
educazione e cultura, vedi l’Ungheria che usa ancora le catene. Loro
vogliono essere Nato. Ma allargando il tiro i fascisti li trovi un po’
dovunque. In Brasile, dove fanno le proteste in piazza per riavere
Bolsonaro al potere, in Ecuador dove a fare la rivoluzione sono i
narcotrafficanti, nell’Israele della strage a Gaza (che certi giorni mi
pare sia l’unica cosa che ci passano in TV, insieme all’Ucraina, per non
farci vedere tutto il resto), e i fascisti sono in Iran dove la
rivoluzione è rientrata e oggi si fanno esecuzioni sommarie per strada,
fino a tre impiccati al giorno, mischiando oppositori politici a comuni
delinquenti, in Arabia Saudita dove invitano Renzi a parlare di
Rinascimento, nella Turchia di Erdogan che mette i giornalisti in galera
e poi fa da paciere per gli alleati in guerra, nell’Afghanistan dei
Talebani che negano alle donne il diritto di restare umane, in Cina che
mischiando comunismo e capitalismo è diventata un mostro a due teste
pari agli USA ma molto molto più sano, nella Corea del Nord che pare
avere un fascismo giocattolo ma pur sempre armato, e ultimi ma solo
perché sono più poveri in più della metà degli stati africani, dalla
Libia al Sudan, passando per il Congo che da oggi venderà gas
all’Italia, a maggior vantaggio di chi? E l’Italia in tutto questo, mi
chiedo, è fascista o no? C’è chi dice che il diavolo non è mai così
brutto come lo si dipinge, e anche se abbiamo la Meloni al governo, i
saluti fascisti ai raduni dei nostalgici, i pestaggi a morte nelle
prigioni, Vannacci che rivendica un best seller, i poliziotti che
caricano i ragazzini per strada, oltre a una storia che lasciando anche
perdere i Novax può tornare gloriosamente indietro fino alla scuola
Diaz, e prima ancora in Val di Susa dove nel silenzio generale dello
Stato trattavano i comuni cittadini come terroristi, nonostante tutto
questo il fascismo in Italia si dice è “sopravvalutato”, l’Italia
nonostante qualche intemperanza col bastone è un paese sano. Sarà pure,
io non sono Pasolini, io non so nulla, ma ti chiedo E tu, che ti dici
antifascista e poi stai a questo mondo convinto che non serve guardare
la trave nel tuo occhio quando puoi fissare la pagliuzza nell’occhio del
tuo vicino fascista, e intanto paghi le tasse allo stato fascista in
questa Europa serva e fascista, in un sistema economico fascista mentre
fai la spesa nella catena sotto casa, e vai al lavoro, voti, viaggi, e
se ti riesce fai dei figli, un mutuo, fai dei progetti per il futuro in
questo mondo così tanto fascista da farti schifo, tu di preciso che non
lo sei, non ti ci senti, non ci stai, tu per sentirti così innocente e
puro, così fuori dal sistema-trappola, mi sai dire di preciso dove vivi?</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-4380822547523099102024-02-28T19:54:00.001+01:002024-03-03T19:54:42.641+01:00piccole bugie<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Certe
volte mi accorgo di essere anche io affetto dalle piccole vanità comuni
che mi portano a raccontare piccole bugie per tirarmela, come quando
racconto che riesco persino a guadagnare qualcosa dal mio lavoro di
editore, mentre in realtà non guadagno praticamente nulla. Vivo in
assoluto pareggio, come un monaco zen. Dio però, quando c’è, punisce la
menzogna e come al solito se la prende coi più piccoli. Oggi ad esempio,
subito dopo aver detto una di queste bugie, mi sono <span><a tabindex="-1"></a></span>accorto
che si è rotta la caldaia, e mentre me ne accorgevo mi sono ricordato
di chi sono e mi sono detto: Azzo, e adesso questa chi la paga?</span> <br /></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-90047862851372414692024-02-27T19:52:00.001+01:002024-03-03T19:53:48.326+01:00sogno della scritta sul muro<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Stanotte
ho sognato che un tipo mi scriveva sul muro di casa INTELLETTUALI E
LETTERATI / ANDATE A CACARE SOPRA I PRATI. La gente, passando davanti a
casa mia ne era deliziata, al punto che mi sono detto perché no? Ho
preso la frase e l’ho usata come titolo di un libro. Il qualche ha avuto
un tale successo che è schizzato ai primi posti in classifica. La gente
non si capacitava che riuscivo a dire così tanta verità intorno alle
persone di cultura, un musicista addirittura ci <span></span>metteva
la musica e ne faceva una canzone sul cui testo percepivo i diritti.
Insomma, con questa storia dei prati ero diventato ricco. Poi, come in
ogni noir che si rispetti, il tipo che aveva scritto la frase
ricompariva per chiedermi la sua parte. Io gli avevo rubato l’idea. A
quel punto preso dal dubbio contattavo gli unici due avvocati che
conosco, Giuseppe Quaranta e Fabio Macaluso. Giuseppe mi diceva con la
sua voce calda “io capisco come ti senti, però eticamente, e anche
artisticamente, non sarebbe giusto approfittarsi così della creazione di
un altro, senza nemmeno riconoscergli qualcosa, io sarei per
patteggiare una piccola percentuale in nome della verità e dell’arte”.
Fabio invece in siciliano mi diceva “Antonio, quello è un cretino, qua
ci penso io”. Finiva che Fabio denunciava il tipo per avermi scritto la
frase sul muro, e poi facendo un giro assurdo nei suoi ragionamenti
avvocatizi diceva che quel graffito era la prova che i versi li avevo
scritti io mentre il tipo mi aveva copiato per diffamarmi, perché solo
un cretino scrive una frase offensiva sopra il muro di casa e visto che
io non ero un cretino e la frase l’avevo pensata io era ovvio che a
scriverla era stato un altro che proprio perché scriveva certe frasi si
rivelava molto pericoloso. E concludeva l’arringa con quest’altra rima:
CONTRO IL POTERE DELLA SCRITTURA / QUI SERVE MAGGIORE CENSURA, al che
tutti in tribunale si alzavano per applaudire. Finiva che il tipo che
aveva inventato la frase andava in galera e io mi tenevo i soldi con
qualche perplessità.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-59131905232754963032024-02-25T23:42:00.002+01:002024-02-25T23:42:19.224+01:00cattivo seme<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto"><i></i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4YsI-Hge7HadZUD362wP9MrqjgsmPOvUtgVDa0fGYUGwpR9l_B3D4StXtl6v3tE-NwymOyLaWiJOtSl9PsTRxJq-5XTEjxpnl3Y4-k-p2t2yrD7_cXFOorw0pzwISr_ClJashL9yv_jiHDfFtP7MwF97WDbpE2YnYDt1NIERw-gustEtPP8B3Rwr3cEny/s758/Screenshot%202024-02-25%20at%2023-19-21%20Amore%20che%20redime%20(1934)%20%E2%80%93%20MUBI.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="529" data-original-width="758" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4YsI-Hge7HadZUD362wP9MrqjgsmPOvUtgVDa0fGYUGwpR9l_B3D4StXtl6v3tE-NwymOyLaWiJOtSl9PsTRxJq-5XTEjxpnl3Y4-k-p2t2yrD7_cXFOorw0pzwISr_ClJashL9yv_jiHDfFtP7MwF97WDbpE2YnYDt1NIERw-gustEtPP8B3Rwr3cEny/s320/Screenshot%202024-02-25%20at%2023-19-21%20Amore%20che%20redime%20(1934)%20%E2%80%93%20MUBI.png" width="320" /></a></i></div><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto"><i> </i></span><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto"><i></i></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto"><i>Mauvaise
Graine</i> (1934) di <b>Billy Wilder</b> è il primo film da lui diretto, girato in
Francia prima di trasferirsi negli Stati Uniti per dare avvio a una
carriera di grandissimo prestigio. Il titolo italiano della pellicola,
<i>Amore che redime</i>, non rende giustizia all'originale che sta per <b>Cattivo
seme</b>. Senza fare troppo spoiler, l'opera è incentrata sulle avventure di
un ladro d'auto ed è piena di inseguimenti su strada con la polizia.
Insomma, dove finisce questo film comincia <b>À <span></span>bout de souffle</b> di Godard che lo avrà visto e certamente amato. </span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-80140001180158794092024-02-25T20:01:00.004+01:002024-02-26T12:27:51.071+01:00le mani sporche<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0VseeZAxWp0kq3_PKFOKXLMQvaN_00P-M6xkdmI150qX3ieLksqtY2x9OF1IMbZ9m3G6APeKTw6XCr4zm0jWUB2dPQ2p34Zch5tSKIooM2xj4kKV3P6refWpuEVz4pmMzVye8KsI2m8oA78VZxwhXvzLQKNtvfpZwiKEt7TBSRjOabNyfhObngdPGLgXw/s923/Screenshot%202024-02-25%20at%2018-59-29%20Esterno%20notte%20-%20RaiPlay.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="591" data-original-width="923" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0VseeZAxWp0kq3_PKFOKXLMQvaN_00P-M6xkdmI150qX3ieLksqtY2x9OF1IMbZ9m3G6APeKTw6XCr4zm0jWUB2dPQ2p34Zch5tSKIooM2xj4kKV3P6refWpuEVz4pmMzVye8KsI2m8oA78VZxwhXvzLQKNtvfpZwiKEt7TBSRjOabNyfhObngdPGLgXw/w400-h256/Screenshot%202024-02-25%20at%2018-59-29%20Esterno%20notte%20-%20RaiPlay.png" width="400" /></a></div><p style="text-align: justify;">Di <i><b>Esterno Notte</b></i> (2022) di <b>Marco
Bellocchio</b>, qualcuno ha già evidenziato il paragone messo in scena
sull’ossessione per le mani di Moro e Cossiga, con la figura di <b>Aldo Moro</b>
(Gifuni) che è ossessionata dall’igiene sua e della famiglia, e lava le mani puntigliosamente,
e<b> Francesco Cossiga</b> (Alesi) che matura una forma di disturbo delirante per cui
continua a vedersele macchiate sul dorso, anche se non c’è nulla, interpretando
le macchie come segno di malattia e di prossima morte. Non è però, come qualcuno
ha detto, il confronto fra una figura “ripulita” dallo sporco del potere contro
una che ha le mani insanguinate, perché in entrambi i casi si può rasentare una
forma di ossessione patologica. Entrambe le figure patiscono interiormente lo
“sporco” senza riuscire a liberarsene. E Cossiga, psicologicamente più debole,
lo interpreta come presagio di morte perché nelle ore del rapimento tende a
identificarsi con Moro: lo sporco sulle mani crea una sorta di correlativo
oggettivo fra i due. Nessuno invece mi pare abbia segnalato come, in un
ulteriore possibile paragone, l’unica figura a sporcarsi realmente è quella di
<b>Andreotti</b> (Contri) che alla notizia del rapimento di Moro è colto da violenta
emozione, corre in bagno dove ha un attacco di vomito e si sporca i vestiti. È
una scena molto forte, uno perché mette in scena un Andreotti (che generalmente
è visto come un animale a sangue freddo, vedi <i>Il divo</i> di Sorrentino) per la
prima e unica volta emotivamente scosso, e due perché lordandosi è come se
assumesse su di sé, sul proprio corpo, con la sua reazione viscerale, tutto lo
sporco che ne verrà sulla DC. Andreotti si lorda per tutti e ne esce, col solito
aplomb, chiedendo al suo assistente di procurargli un vestito pulito. Il resto
è storia. È curioso ancora constatare come una decina di anni dopo i fatti da
cui è tratta l’opera, tale ossessione per le mani (per altro documentata)
avrebbe trovato un riscontro, più o meno ironico, nell’operazione Mani pulite.</p>
antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-48988085350176101252024-02-25T15:02:00.005+01:002024-02-26T12:28:26.660+01:00garboli e il potere<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Nel
settembre 1972 Cesare Garboli risponde a un articolo di Natalia Ginzburg sul
massacro di Monaco, quando dei terroristi palestinesi durante le
Olimpiadi assaltarono gli alloggi della squadra israeliana e uccisero
tutti gli atleti. La Ginzburg, in quanto ebrea, è combattuta fra le due
posizioni, se schierarsi con le vittime dell’attentato o con le
motivazioni che hanno mosso i palestinesi, e si pone una serie di
questioni – purtroppo mai risolte – su cosa avrebbe fatto
lei al posto delle forze potere per trovare una soluzione al conflitto
fra i due popoli, concludendo che l’unica scelta di campo che può fare,
mancandole il potere di cambiare le cose, è stare dalla parte delle
vittime. Garboli, prendendo spunto dalla fine del suo articolo,
le risponde che le sue conclusioni sono giuste, ma per le premesse
sbagliate: “oggi non si può stare dalla parte di chi fa la storia, ma
solo dalla parte di chi la subisce. Un tempo, fino a ieri, si apriva
alla coscienza di ciascuno uno spiraglio di speranza: la speranza di
collaborare alla storia stando dalla parte giusta. In modo particolare,
questa speranza ha celebrato il suo grande momento, si sa, all’indomani
del crollo del fascismo, una festa sulla quale il cielo si è rapidamente
richiuso. Tutte le generazioni che hanno preceduto la nostra, sia pure
confusamente, hanno sempre vissuto nell’illusione, o comunque nell’idea
che il mondo potesse cambiare, e che la storia dell’uomo fosse in lento,
ma costante progresso. […] Se oggi abbiamo una certezza, è appunto che
il mondo non cambierà mai […] che le vittime della storia non potranno
mai diventare protagoniste della storia, non potranno mai conquistare e
detenere il potere”. E se anche lo conquistassero non cambierebbe nulla,
perché l’idea di poter gestire il potere è una semplice illusione.
Perché il potere è un male, e praticarlo significa ammalarsene e
praticare la volontà del male, non la propria. Essere al potere
significa assecondare il potere, quindi non ha senso chiedersi cosa si
farebbe avendo il potere in mano, si farebbe esattamente quello che il
potere vuole. “Finché si è vittime, si è nel giusto, e si è nel giusto
finché si è vittime. Tertium non datur… […] È stato Manzoni il primo,
limpido assertore che agire la storia, fare la storia e non subirla, è
comunque rendersi complici di un male, diventare corresponsabili di un
orrore.” È una visione molto pessimistica la sua, anche influenzata dal
periodo storico in cui l’ha scritta, nel pieno degli anni di piombo. E,
infatti, rendendosene conto, chiude così: “Qualche volta, se si parte da
certe premesse, e si arriva a certe conclusioni, bisogna avere il
coraggio del proprio pessimismo fino in fondo”. Cinque anni dopo, alla
notizia del rapimento Moro, Garboli d’impulso salì in auto e abbandonò
definitivamente Roma, andando a rinchiudersi nella cascina di campagna
della sua famiglia in Toscana, dove rimase per il resto dei suoi giorni
dedicandosi esclusivamente allo studio e alla scrittura. A pensarci
adesso, ricorda un po’ la scelta del poeta latino Orazio.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-26666467163227021172024-02-23T10:52:00.003+01:002024-02-24T10:53:38.780+01:00e se pago?<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Signora
mi chiama per annunciarmi che vuole pubblicare un libro di poesie. Mi
dice che ci ha scelto dopo una lunga selezione, ma il suo precedente
editore le ha spillato un mucchio di soldi per cui ha deciso che da
adesso in poi non vuole più dare contributi, spera che questo non sia un
problema. – Signora, per me non c’è problema, solo tenga conto noi non
pubblichiamo tutto ciò che ci arriva, ma solo ciò che ci piace dopo
attenta selezione. Quindi lei ci ha scelto e io la <span></span>ringrazio,
ma non è detto che il suo libro ci interessi e che vogliamo
pubblicarlo. Prima dobbiamo leggerlo e poi le facciamo sapere. – Nel
senso che prima vi devo mandare le poesie? – Sì. – E che se non vi
interessa non lo pubblicate? – No. – Ah… E se vi pago?</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-30038096005403227692024-02-23T10:52:00.001+01:002024-02-24T10:52:42.488+01:00le presentazioni<p style="text-align: justify;">P<span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">arlo
della mia esperienza che quindi è molto relativa. Partecipo a sempre
meno presentazioni di libri ma quelle che vedo nella maggior parte dei
casi sono frequentate da persone più anziane di me. I giovani mancano.
Quelle poche volte che ho visto presentazioni con persone più giovani di
me, in maggioranza era quasi sempre nell'ambito della poesia e quasi
sempre in ambiti circoscritti alla cerchia che aveva organizzato
l'evento, come se facessero gruppo a sé rispetto agli <span></span>altri.
Ogni volta che ci penso mi vengono in mente i laboratori che si fanno a
scuola dove quando liberi gli alunni dalla costrizione dei banchi i
bambini vanno da una parte della stanza e le bambine dall'altra, coi
bambini che in genere fanno più chiasso ma hanno anche più timore di
interagire con le bambine.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-10008740160808580302024-02-22T10:51:00.001+01:002024-02-24T10:51:54.863+01:00dalla voce<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Giovane
autrice con cui avevo parlato l'altro giorno al telefono perché voleva
informazioni sulla casa editrice, oggi mi manda la sua proposta
editoriale e mi scrive: "...dalla voce al telefono mi sembravi molto
giovane, poi ho cercato la tua foto e confesso che sono rimasta un po'
delusa, si vede che sei grande!" (Io mi sono immaginato quanto tempo
avrà perso per cercare di dirmi che le sembro vecchio senza usare quella
parola lì).</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-57791080943738178262024-02-21T10:50:00.001+01:002024-02-24T10:51:00.423+01:00merdacce<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Poco
fa sono usciti i finalisti di un premio di poesia. Come quasi ogni anno
da più o meno dieci anni che esiste quel premio ho partecipato con
alcuni titoli della casa editrice e come ogni anno nessuno ha passato la
prima selezione. Mi pare ovvio che se per dieci anni nemmeno uno dei
vari titoli proposti da vari autori passa le finali non è colpa degli
autori ma mia, come editore, perché quella che non piace è evidentemente
la mia linea editoriale. Fosse solo questo andrebbe <span></span>anche
bene, magari devo solo ripensare qualcosa, ma se cominci a sommare
tutti i premi dove non passi, i giornali o le rassegne che non ti cacano
nemmeno di striscio, la gente che non ti paga, tutto ciò che non riesci
a dare o perché non ci arrivi col fisico o perché non ce la fai con lo
spirito, oltre al fatto che stando dall’altra parte della barricata ciò
che altri immaginano soltanto del maleodorante mondo della letteratura
io lo vedo coi miei occhi, tutto questo mi toglie ogni entusiasmo e ogni
voglia di esserci e di fare. Certi giorni mi manca il passato, quando
ero un semplice autore che non sapeva nulla di tutto questo e si faceva
bastare di scrivere qualcosa di buono per essere contento di sé.
Diventare editore in questo senso è stato il più grosso errore della mia
vita, e non perché non mi piaccia fare libri, ma perché fare libri non
basta a farmi passare il disgusto per tutto il resto che c'è dietro,
tutti che si smerdano addosso e intanto spingono per entrare. Io li
osservo e mi chiedo come fanno a non sentirsi stanchi. Prima ho mandato
un messaggio ai miei autori per dire che col premio era andata male.
Come i tre porcellini delle fiabe, mi hanno risposto uno dietro l’altro.
Il primo ha detto: Mafia. Il secondo ha detto: Pace. Il terzo ha detto:
Antonio mi raccomando non ti arrendere, tu sei speciale. Sarà. Ma io
più che speciale mi sento uno molto normale in un mondo di merdacce.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-2266131481083273472024-02-21T10:49:00.001+01:002024-02-24T10:49:55.904+01:00farsi male<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Negli
ultimi giorni, sicuramente per farmi molto male, ho visto in loop “Il
caso Moro” (Ferrara), “Interno Notte” e “Buongiorno Notte” (Bellocchio) e
“Romanzo di una strage” (Giordana). Così stanotte, era quasi
inevitabile, ho sognato di vivere in un paese pieno zeppo di vecchi, fra
democristiani ed ex-fascisti, assetati di potere che vanno in giro a
braccetto con giovani esaltati pronti a “scatenare l’inferno” perché si
vedono come proiettati in un film con Russel Crowe <span></span>ingrassato
come si è visto a Sanremo, e che non riescono a costruire un discorso
sensato perché non leggono libri ma parlano per frasi fatte e imparate a
memoria e se gli rispondi male ti fanno il saluto nazista come per
sfotterti e dire che quello sbagliato qui sei tu; e soprattutto con il
cadavere di Aldo Moro (ma con la faccia di Gifuni) che spunta da ogni
dove dando le mani a chiunque come se fosse sotto elezioni, ma poi
passandole con l’amuchina, e annunciando che presto vedrete morirà di
nuovo per tutti noi, per salvarci dalla nostra presunzione di crederci
migliori o peggiori degli altri, e regalava a tutti la sua foto ricordo
da tenere sul comodino.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-85639668356169280252024-02-19T10:48:00.001+01:002024-02-24T10:49:01.234+01:00vita da chi-te-lo-fa-fare<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Vita
da chi-te-lo-fa-fare. Oggi avrei dovuto lavorare a un libro, ma ho
finito per passare il pomeriggio a insultarmi con uno che non mi vuole
pagare un mazzo di fatture alto così per dei libri venduti ma mai
saldati e continuava a rigirare la frittata da ogni dove, col volto
gesuitico di chi sa tutto ma pur sapendo tutto non sa niente, fino al
punto di insinuare che se non mi vuole pagare è colpa mia che non
insisto abbastanza. – E che dovrei fare? Venire a cercarti con una <span></span>pistola? Rapinarti? – Magari, mi faceva, almeno posso intascare l'assicurazione.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-69605252495187814692024-02-19T10:47:00.000+01:002024-02-24T10:48:07.218+01:00da zia<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Giardini
pubblici. Entra una ragazza assai avvenente coi jeans attillatissimi.
Quando gli passa accanto, un ragazzo seduto alla panchina con una
bambina vicino si piega in avanti, facendo finta di sistemare il laccio
delle scarpe, per guardarle meglio il culo. La bambina allora si allunga
verso di lui e gli mena uno schiaffo a dita aperte nell'occhio. Il
ragazzo si tira indietro lamentandosi a voce alta e chiede che c'è. – <i>Da
zia!</i> – risponde la bambina. Si vede che il ragazzo è recidivo.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-303170483967132440.post-35919868949287445742024-02-18T18:31:00.001+01:002024-02-18T18:31:12.700+01:00gratitudine<p style="text-align: justify;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1lliihq x1s928wv xhkezso x1gmr53x x1cpjm7i x1fgarty x1943h6x xudqn12 x3x7a5m x6prxxf xvq8zen xo1l8bm xzsf02u x1yc453h" dir="auto">Sono
molto grato all'uomo che è in me perché stanotte mi ha fatto sognare di
incontrare mio padre. Un po' meno all'editor che è in me perché mentre
lo facevo continuava a correggermi i refusi.</span></p>antonio lillohttp://www.blogger.com/profile/04262294912851634872noreply@blogger.com0