Questo fine settimana, la domenica di Pasqua, andrà finalmente in scena Fiat Umbra, la prima opera teatrale da me scritta. Con Adriano Basile e Filippo Carrozzo, regia di Carlo Formigoni.
Dal comunicato stampa dell’opera:
In una serata invernale due ragazzi della provincia pugliese si muovono verso Bari per una notte di divertimento e follia. La perdita della macchina li costringerà a vagare per le strade della città alla ricerca di un rifugio e li porterà a un lungo dialogo rivelatore di paure e di ansie comuni anche se spesso abilmente dissimulate.
Fiat Umbra appunto, in cui l’espressione latina traducibile con “sia fatto il buio” si confonde con la sigla della nota casa automobilistica: in questo gioco linguistico così equilibrato fra paura, incoscienza e divertimento è racchiuso tutto il senso dell’opera.
Nato da un progetto di Carlo Formigoni e Antonio Lillo, la volontà alla base dello spettacolo è quella di dar voce alla confusione generazionale tipica di un’età difficile come quella post-adolescenziale e di osservarne, attraverso la perfetta contrapposizione di due caratteri, le mille sfaccettature. La rivelazione racchiusa nel fraterno ma non consolatorio “abbraccio” dei due protagonisti vuole mostrare come, al di là delle mille differenze e del diverso modo di affrontare la vita e le sue difficoltà, le problematiche e il senso di spaesamento originato dal confronto col mondo siano eterne e di tutti.
In una serata invernale due ragazzi della provincia pugliese si muovono verso Bari per una notte di divertimento e follia. La perdita della macchina li costringerà a vagare per le strade della città alla ricerca di un rifugio e li porterà a un lungo dialogo rivelatore di paure e di ansie comuni anche se spesso abilmente dissimulate.
Fiat Umbra appunto, in cui l’espressione latina traducibile con “sia fatto il buio” si confonde con la sigla della nota casa automobilistica: in questo gioco linguistico così equilibrato fra paura, incoscienza e divertimento è racchiuso tutto il senso dell’opera.
Nato da un progetto di Carlo Formigoni e Antonio Lillo, la volontà alla base dello spettacolo è quella di dar voce alla confusione generazionale tipica di un’età difficile come quella post-adolescenziale e di osservarne, attraverso la perfetta contrapposizione di due caratteri, le mille sfaccettature. La rivelazione racchiusa nel fraterno ma non consolatorio “abbraccio” dei due protagonisti vuole mostrare come, al di là delle mille differenze e del diverso modo di affrontare la vita e le sue difficoltà, le problematiche e il senso di spaesamento originato dal confronto col mondo siano eterne e di tutti.
E vai!
6 commenti:
IN BOCCA AL LUPO LILLO o in culo alla balena come di dovrebbe dire ...
Milioni di repliche e infine : BROADWAY !!!
complimenti, antonio.
purtroppo sono dalla parte opposta dell'italia, ma almeno un in bocca al lupo te lo mando volentieri...
bravo rasputin
ecco perchè non ti si vede in giro
in bocca a lupo e tanti applausi
baci
grazie, incorociamo le dita ;)
Ollallà!! allora merda, merda, merda!!
Ciao :)
oi! io lo sapevo che tu prima o poi...fanculo, lil, tanta merda!
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