lunedì 28 marzo 2016

brevità

Ma quanto erano perfetti gli album che, una volta, in mezz'ora ti dicevano tutto. Hey Jude di Wilson Pickett, in questo senso, è un album perfetto. Belle canzoni senza sbavature, un interprete pieno di soul, la title track che non scopiazza ma aggiunge qualcosa all'originale. Merito soprattutto della chitarra e degli arrangiamenti di Duane Allman, all'epoca un semplice sessionman. Si dice che Eric Clapton, ascoltando il disco, rimase folgorato dal giovane chitarrista e lo chiamò per chiedergli se fosse interessato a entrare nel suo nuovo gruppo, i Derek and the Dominos, per incidere un disco stavolta lunghissimo che, in chiave di blues, rievocasse l'odissea nel deserto di un poeta pazzo che vagava alla ricerca di se stesso e del suo amore perduto...

domenica 27 marzo 2016

pasqua privata

E mentre il resto del mondo si insacca, solo come un cane chiudo il nostro prossimo libro (sotto idea per una possibile copertina). Nei tempi morti, per farsi ancora più male, leggiucchio Lo straniero di Camus, e comincio a sentirmi straniero anche io, o meglio ancora spostato, come in quel bel film con Clark Gable e la Monroe, scritto dalla linea di confine e pieno di bianchi accecanti. Titolo del libro che faremo, assai appropriato, spazio privato, con la minuscola. La gastrite ritorna a farmi visita e io le dico, no, non sono in casa. Ripassa martedì.


sabato 26 marzo 2016

natura morta nel centro storico


maledizione

«È una maledizione della Bibbia il lavoro, non è un divertimento. Perché quando Geova arrivò nel giardino disse: tu partorirai, tu striscerai, e tu suderai. Sicché io per ora sudo. Ho provato anche le altre, ma… non ci son riuscito.»

Paolo Poli

venerdì 25 marzo 2016

ghetto italia

Quando Salvini dice di voler chiudere le frontiere agli immigrati mente sapendo di mentire, perché sa bene che cacciando gli immigrati crollerebbe l’economia agricola italiana (da Cuneo a Nardò), basata sullo sfruttamento e lo schiavismo degli stessi immigrati con regole mafiose, coperte dallo Stato (in barba alla campagna “lotta all’evasione fiscale”) e avvalorate dai proprietari terrieri e dalle grandi industrie alimentari i cui maggiori clienti sono i paesi del Nordeuropa che poi ci rimbrottano l’incapacità di seguire le regole comunitarie. 
Un sistema impossibile da abbattere perché ci coinvolge e ci mette tutti sullo stesso piano. Oppure tu saresti disposto ad andare a fare il raccoglitore di pomodori per trenta euro al giorno con turni di dodici ore e senza contributi, oppure a cottimo, vivendo poi in baracche senza bagno, dormendo per terra, e pagando persino per il cibo che ti portano, e per l’acqua, per le aspirine che servono ad alleviare i dolori fisici? Oppure, sapendo tutto questo, cominceresti a comprare la salsa, l’olio per la tua tavola a quattro, cinque volte il prezzo attuale, per compensare giustamente quei poverini? 
Ho letto Ghetto Italia, di Yvan Sagnet e Leonardo Palmisano, pubblicato da Fandango, e lo consiglio. È una lettura molto agile, dal linguaggio chiaro, che spiega bene certe cose a cui non si pensa mai, anche se si sanno. Io, la prima cosa che ho pensato leggendo il primo lungo capitolo dedicato alla Puglia, è stata che se “negro” è una brutta parola, “negriero” lo è molto di più.

lunedì 21 marzo 2016

stoffa

Stamattina, giornata mondiale della poesia, per vendetta ho chiuso il pc e sono andato a sedermi in villa, al sole, coi vecchietti, per gustarmi un po’ la sensazione della pensione che non vedrò mai. I vecchietti mi hanno detto che, di mio, ho già la stoffa per essere un ottimo poeta pensionato.

cosa festeggiamo il 21 marzo

Ci sono i poeti, più o meno ammanicati. In particolare, i più ammanicati hanno maggiore possibilità di vincere i premi e venire recensiti e darsi arie da scrittori. In generale, il pubblico non legge né i primi né i secondi, allo stesso identico modo, né sa chi sono. Gli unici poeti veri, per i lettori, sono quelli meno legati all’idea di poesia (i cabarettisti sentimentali o i cantautori), oppure gli estinti, spesso avvicinati e rinnegati sui banchi di scuola, ma solo se contraddistintisi in vita per particolari stranezze comportamentali, maledettismo e/o vicende biografiche più o meno cruente ma utili a farne un film anche solo mentale. Un poeta che lavora in ufficio con regolare stipendio non si è mai fatto notare, è poco credibile e dunque si nasconde per non esporsi al ridicolo di essere persona assai comune. Noi oggi festeggiamo tutto il resto, quello che a pochissimi importa. E questo nonostante il doodle dedicato da google ad Alda Merini, che conferma, invece, quanto sopra.

domenica 20 marzo 2016

un poco charlie brown un poco egon schiele


pranzo di famiglia con metafora

Quando mia madre porta in tavola la teglia di carne con patate, mio fratello comincia a raccontare, come fa già da un po’, di un video che gira in rete, in cui mostrano come vengono scannati gli agnellini. Mia madre lo rimbrotta: “Smettila! Non voglio sentirlo! Perché ci devi raccontare questa cosa?” “Perché devo essere l’unico ad averla vista?” le risponde mio fratello. Mio padre, commosso, continua ad addentare la sua coscetta con gli occhi umidi: “Per fortuna che è pollo, se no mi rovinavi il pranzo”.

mercoledì 16 marzo 2016

baudelaire

Lo dico con grande rispetto a tutti i poeti che giornalmente mi contattano per propormi i loro scritti. Non bastano le idee, bisogna essere in linea col proprio tempo. Quindi, per favore, finitela di leggere i classici stranieri dell'800 e primo '900, perché il romanticismo è bello, ma finite con lo scrivere tutti come la traduzione italiana di Baudelaire, e chi ne ha più bisogno? C'è tanta buona poesia in giro, di grandi da poco trapassati o di bravi poeti vivi che hanno la vostra età, i vostri stessi problemi, l'ansia di arrivare a fine mese, e spesso pubblicano in rete, gratuitamente. Leggete questa poesia, e scrivete del vostro tempo, che ha bisogno di voi, non della Società dei poeti estinti, anche se, come ogni tempo, fa fatica a capire cosa conta.

martedì 8 marzo 2016

nudità

Tutta presa in confessione dei ginocchi
dalla scapola piumata risalivi alle radici dell’orecchio.


Mi straziavi in punta di lingua
all’apice del cuore.


Mi seduci così per sola voce
rivelandoti più nuda sottopelle.


Carne lucente e umida che vibra
per troppa nudità sotto le dita.

lunedì 7 marzo 2016

l'angelo vendicatore

Ho sognato un angelo che veniva ad annunciarmi la vendetta sugli indifferenti con cui vuole ripulire il mondo dalla presenza di tutti quei gufi disfattisti. Ma se uno è indifferente solo in parte?, ho chiesto. Allora gli tagliamo via qualcosa, il naso, una mano o un braccio, un orecchio, un occhio, un piede o una gamba, persino il sesso, a seconda della gravità e tipologia della propria parziale indifferenza. In questo modo nessuno verrà escluso, a parte gli esaltati e gli sciocchi. La fine dell’indifferenza è vicina.

giovedì 3 marzo 2016

disamistade

Non ne sono del tutto sicuro ma credo che le liti come sono fatte al Sud abbiano un candore tutto loro. Sono le liti col piccio, in cui l’offesa vale più del chiarimento. Per cui da un giorno all’altro si bisticcia ma senza mai litigare, ci si toglie il saluto, la parola, lo sguardo, con dinamiche tali che a volte vien da pensare ai fidanzati quando si scucchiano. Mi è successo parecchie volte di litigare così per ciò che dico, che l’altro motivo, i soldi, non mi compete. A volte ho capito il perché, altre volte ho avuto solo il sospetto senza nemmeno la certezza. Però mi ci sono ugualmente infervorato, con silenzi epici, lunghi anche anni, e rancori senza fondamenta, montati sulla sabbia e pronti a essere spazzati via dall’onda in un battibaleno. Sono tre giorni che incontro questo signore, con cui ho litigato un po’ di tempo fa, o meglio lui ha litigato con me per una cosa che ho scritto. Lo vedo che cammina sulla mia strada, mi viene incontro, mi vede anche lui da lontano, e piuttosto che incrociarmi ogni volta si gira su se stesso e torna indietro. Ieri gli ho fatto uno scherzo. Invece di fermarmi dove avrei dovuto e dargli respiro, mi sono messo alle sue calcagna, incalzandolo, spingendolo in avanti, ha attraversato la strada e l’ho attraversata anch’io per stargli dietro, e lui cocciuto ha continuato, pur di non affrontarmi, e così l’ho portato in fondo al paese, fino al cimitero.

mercoledì 2 marzo 2016

frammento di una mail di mezzanotte

[…] Lavoro tanto, mi stanco e mi deprimo per un nulla. Vorrei essere più felice di quello che sono, e anche un pochino più ricco. Vorrei avere maggiore salute ma immagino che lo stress faccia molto in tal senso. Così vorrei scappare altrove e perdermi per un po’ perché mi sono accorto che le uniche volte che sono felice è quando sono perso (ma non ho un soldo, sinceramente, nemmeno per andare a prendermi una pizza, figurati per viaggiare), altre volte vorrei una solitudine senza compromessi di quelle cose che senti l’aria vibrare intorno e sorridi. Altre volte ancora, lo so mi contraddico, vorrei farmi una scopata come si deve, di quelle impreviste, dure, umide e piene di letteratura, che alla fine ti senti il corpo come vuoto e ti sembra di nuotare sul soffitto (magari non dovrei dirlo, ma visto che è passata mezzanotte me lo permetto). Vorrei che qualcuno mi scrivesse lettere d’amore. E vorrei anche che qualcuno mi chiamasse per dirmi che pubblicano il mio libro e quasi quasi vorrei che fosse l’ultimo libro che faccio, un po’ come è successo a Salinger (io sono di quelli che crede che si deve pubblicare poco e bene, anche se di contro ho già pubblicato troppo per i miei gusti). Questo più o meno vorrei. Poi mi basterebbe giusto un pizzico in più di fortuna. E non alzarmi la mattina con quel sentimento di smarrimento per cui mi chiedo ogni volta: e adesso, che succede?