lunedì 29 dicembre 2014

noir

Mi sono perso nella neve che cadeva in cucina.
Era la neve della nostra morte silenziosa e perfetta.
Mia madre cuoceva una torta che nessun ospite
avrebbe più gustato. Maigret il commissario indagava
le tracce sulla neve di un passaggio mai avvenuto.
Chiedeva a testimoni di noi che ci avessero mai
saputi vivi in tutto quel buio avernale.

domenica 28 dicembre 2014

fabio


pensierini del 28

A un certo punto qualcuno lassù pensò bene che, per risvegliare l’attenzione dell’inquietante numero di gente che pur sapendo leggere non leggeva, si dovesse puntare meno sull’arte – roba d’élite – per aumentare il numero di sceneggiatori di fiction nobilitati al ruolo di romanzieri, fumettisti giornalisti e cantautori che pur facendo altro venivano inseriti nel settore narrativa e poesia, show man tipo Fabio Volo che non scrivevano romanzi ma erano loro stessi il romanzo, si raccontavano. Per accorgersi, forse in ritardo che 1) anche per essere Fabio Volo ci vuole talento, spesso non replicabile e 2) quando viene a mancare persino quel talento si finisce per promuovere un non-libro scritto da un non-autore e cioè il niente. Fine della letteratura.

*** 

Ti prego Gesù bommino fammi vincere il premio La Giara della Rai e fa che poi col mio manoscritto ci facciano un film o meglio ancora una fiction. In questo modo la mia famiglia la smetterà di chiedermi che cosa faccio nella vita e quando dirò loro che faccio libri e scrivo storie non mi risponderanno mai più divertiti: “e come si mangiano?”

sabato 27 dicembre 2014

graziana


tocco

Ierisera, colpa del periodo natalizio che tira fuori i miei fantasmi del passato, sono finito a rivedere alcuni anime della mia infanzia, e dai cartoni mi sono messo a cercare i manga che li hanno generati. Ho scoperto così che uno dei miei preferiti dell'epoca, primi anni '90, tradotto con un titolo che solo a pronunciarlo ti mette vergogna per quant'è banale e buonista: Prendi il mondo e vai, in realtà nell'originale si chiamava Touch, tocco. E ho pensato, con vero dispiacere, che anche questo è un modo per guastare il gusto di un ragazzo, proporgli un contenuto (e Touch lo ha, con una storia anche complessa sul piano psicologico, incentrata sulla morte di un fratello) racchiuso in un titolo banale. Di modo che, poi, tu possa abbinare sempre quel tipo di bellezza sentimentale a quel concetto di stupidità insipida. Prendi il mondo e vai come slogan è l'antesignano per eccellenza di Va di porta il cuore, cioè a cagare. Tanto meglio sarebbe stato lasciare quell'emozione nel riverbero di un contatto, una carezza, di quel tocco minimale e discreto. Avremmo insegnato, a un ragazzino in più, quanta ricchezza emotiva c'è nella misura.

venerdì 26 dicembre 2014

feticcio

Vivo con un piccolo feticcio avvinghiato alla spalla, un uccello carogna che pesa alla sinistra del collo e s’affila le unghie su di me. Ogni volta che la stanchezza mi prende, o l’ansia, o la sfiducia, lui stringe la presa per aggiungere peso al mio peso, dolore al dolore, in modo che persino il dolore non si senta più solo. Mi chiama appunto così: rifugio del dolore. Ma è una casa occupata, in verità. Provo a liberarmene in più modi, ma con scarso successo. Lavoro troppo, non faccio esercizio. Ma non solo. La scorsa settimana sono stato da un buon chiropratico. Il mio feticcio gli ha beccato la mano.

mercoledì 24 dicembre 2014

buon natale 2014

dal buio

Mi chiedo cos’è mai buona novella
fuori dallo starsene al di fuori
e il mondo assecondare nel capriccio
più senza toccarsi. Non altro che non sia
buio pianeta – lontano limpidissimo –
da cui fissare il buio nella goccia
racchiusa la mia stella che cinguetta
a ogni alba che rimuore il mio amore.

martedì 23 dicembre 2014

distanza

Ho avuto una discussione con una persona. Questa persona ce l’ha con me per determinati motivi, secondo me alquanto sciocchi, per lei importanti. Un problema mio di leggerezza che si è trasformato nell’ennesima tragedia verghiana. Il problema non è nemmeno questo, però. Il problema è che, dopo questo, ho capito di sentirmi come prosciugato verso gli altri. Ho fatto il conto e nell’ultimo anno ho litigato con sette otto persone diverse e per motivi più gravi. Per cui adesso, anche se dal punto di vista umano mi dispiace, da un punto di vista più concreto credo di aver colmato il secchio, e nella sostanza non me ne frega più nulla. Vuoi litigare con me, chiedo già al prossimo che verrà, allora perdonami se non ti darò il peso che meriti, ma ormai sarai per me solo l’ottavo, o il numero nove o il dieci. Solo un altro sulla lista. Con questo non sto cercando un nuovo motivo di scontro, non sto lanciando il sasso e nascondendo la mano. Sto solo dicendo come mi sento. E non mi sento per nulla vicino a chiunque.

mercoledì 17 dicembre 2014

la felicità

Ieri al corso di scrittura è venuto un ragazzo del Ghana, con una bella cicatrice sul viso, arrivato in Italia su un gommone. Gli ho chiesto di scrivermi una lettera sulla felicità, di dirmi cos’è per lui la felicità. Ha scritto così:
“Ognuno deve prendersi cura di sé per essere benedetto da Dio.”

martedì 16 dicembre 2014

dolce e meschino

Finalmente, dopo quasi tre mesi di lavoro, dopo essermi consumato ogni momento libero per scriverlo e sistemarlo, ho finito il mio romanzo per il premio La Giara. Manca solo il titolo poi lo spedisco. Titolo che, come d’abitudine, mi sono sognato. Questo: Dolce e Meschino. Sono entusiasta. Poi ci penso un attimo, e mi accorgo che non è farina del mio sacco. Viene da un film di Woody Allen, Sweet and Lowdown (in Italia tradotto indegnamente con Accordi e Disaccordi). Comincio a chiedermi quante cose ho scritto pensandole del tutto mie, e che invece mie non sono, se non per il fatto che ce le ho incastonate nel cuore da così tanto tempo che fanno parte di me.

mercoledì 10 dicembre 2014

qui radio krapp

Si fanno chiamare Gruppo Folkloristico Lunare, perché guardano il mondo dalla luna. Fanno le prove per un loro futuro programma radiofonico. Li adoro. 
“La luna è la cosa più bella che abbiamo sulla terra” dice Pino, con una delle sue fantasmagoriche uscite.
“Perché, com’è la luna?” chiede Gino. 
“Intanto non c’è nessuno che sta male, poi è un posto meraviglioso, con tanto spazio vuoto, pieno d’aria pulita…” 
“Non c’è mica l’aria sulla luna!” lo corregge Gino. 
“Chi l’ha detto?” gli risponde Pino. 
“La luna è un posto dove se vuoi farti un giro in bicicletta non ci sono buche sulla strada e nemmeno pozze d’acqua. Poi è piena di donne! Auuuu!!” ulula Mimmo. 
“Tu che ne pensi delle donne?” chiede Gino a Pino, per stuzzicarlo. 
“Che vuoi che ti dica? Per le donne non c’è più niente da fare” dice Pino, secco. 
“Buonasera, io sono Graziano” si inserisce Graziano con lo sguardo di chi la sa lunga. “Ora vorrei mandare in onda un pezzo dei Cure, è un pezzo curativo!”
E solleva il pollice per dirci che, solo adesso, è veramente tutto ok.

pino simone


Pino Simone, in una foto di Arnaldo Di Vittorio, tratta dal reportage fotografico Viaggio nel Merdione, immagini di ordinarie utopie, ed. Il Gabbiano.

domenica 7 dicembre 2014

faru

Mi dice di chiamarsi Faru il nero che mi sceglie e mi si siede davanti con un: “Hello, man! How are you?” Attacca subito con la sua storia, in una lingua traballante e molto avventurosa in chi mischia inglese, il nostro dialetto e italiano smozzicato: “Mi chiamo Faru, trentasei anni. Sono arrivato in Italia nel 2007 in auto. Di tutti quelli che hanno fatto il viaggio con me non si è salvato nessuno, tutti morti. Ci siamo salvati solo in due, io e un altro. Due è il mio numero preferito. Io dico sempre che i giorni della mia vita sono due, quello in cui sono nato e quello in cui sono morto. E cosa viene nel mezzo è solo un caso.” Vende oggetti sulla spiaggia Faru, nella zona di Monopoli, ed è amico di Dio. Lo ha capito un giorno che un tipo l’ha accusato di avergli rubato una radio. “I miei occhi no, mi ha detto Faru, ma il mio cuore piangeva. Ho alzato le mani al cielo e ho detto a Dio: io non sono violento, sono buono, ma se tu sei mio amico, allora vendicami.” Poco dopo hanno scoperto che a rubare la radio è stato un bambino e il tipo che l’ha accusato ha avuto un incidente d’auto. Allora Faru ha capito che Dio è suo amico. “Per cui, amico mio, conclude Faru, ora tu puoi scegliere se aiutarmi oppure no, ma ricordati che Dio è mio amico”. Io lo guardo, mi metto a ridere facendo di no con la testa, e allora lui capisce, mi stringe la mano con forza e mi dice: “Ti auguro buona fortuna, amico. Sei coraggioso.” Poi si solleva e si sposta due sedili dietro al mio, per fare l’identico discorso all’altro dei due passeggeri nel vagone.

sabato 6 dicembre 2014

a volte la poesia calpesta i cuori...

A volte la poesia calpesta i cuori. Non sempre lo intuisco, non sempre lo intuiscono gli altri, come siamo tutti concentrati a pensarla un dono, un enigma che rivela, una dolcezza tutta fantasia e lussuria, e così poco attenti a cosa toglie, o strappa.

giovedì 4 dicembre 2014

la seconda volta

Stasera presentazione dell'ultimo libro di Paola Turci al Docks 101. A presentarla il mitico Luca Bianchini. Locale strapieno. Premetto che non ho seguito un solo minuto della presentazione perchè poco prima di cominciare mi sono seduto al bar con Martin e ci siamo fatti un litro di birra a testa. In compenso, poco prima di andarcene, sono corso in bagno per evacuare tutta quella birra. In bagno sono riuscito a capitare in una situazione delle mie. Ho spalancato la porta degli uomini e ci ho trovato Paola Turci che faceva pipì. Infatti il bagno delle donne era occupato e lei è entrata in quello degli uomini senza chiudere la porta. Sono uscito di corsa, scusandomi con lei. Poi ho aspettato dieci minuti fuori, sono tornato di corsa in bagno per svuotarmi, ho spalancato la porta, e ci ho trovato Luca Bianchini che faceva pipì. Nemmeno lui aveva chiuso la porta. Mi sono scusato e lui mi ha detto, sorridendo: "Non preoccuparti, tutti abbiamo una vescica." Dopo gli ho regalato un mio libro, Rivelazione. Bianchini mi ha chiesto una bella dedica. Io gli ho scritto così: "La seconda volta è sempre la migliore. Tuo, Lillo".

lamento di una guardia di frontiera


mercoledì 3 dicembre 2014

la luna è una lampadina

Oggi ero di buon umore, così, bando all'avarizia, mi sono fatto un regalo: La Milano di Enzo Jannacci, capolavoro cantautorale del 1964. Volevo comprarmi anche l'edizione completa delle poesie di Franco Fortini (che di quel disco ha scritto un testo: Quella cosa in Lombardia, quella cosa per la cronaca è il sesso), ma quel gran fetente di Francesco Santoro (proprio l'autore di Piombo, che abbiamo pubblicato noi), quel fetente dicevo, è passato in libreria prima di me e si è comprato la mia copia!! Ma come si fa? Scherzi da prete, li chiamavano una volta. Se non fossimo entrambi poco pretici. Scherzi poetici allora, da poeti, che è qualcosa di molto simile all'essere nerd, o almeno suona così (Jannacci, Fortini: sai che palle si dirà il lettore medio o mediamente più giovane di noi, di quelli che "i morti lasciali ai morti e non li chiamare più!"). E infatti dovevo dire hipster, come Ginsberg. Ché la parola hipster, si sa, l'hanno inventata i nerd di domani, per pararsi il culo oggi.

recensione di rivelazione su incroci n°30

A cura della poetessa Pierangela Rossi.

struggimento

martedì 2 dicembre 2014

intervista su la repubblica

Lorenzo Madaro mi ha intervistato per la pagina barese de La Repubblica. Chi vuole può leggere l'intervista QUI.

un uomo

Un uomo è forte, tanto più di quanto credi
dice Pasolini
mentre legato a un letto si fa sfondare
finché il sangue gli bagna gli occhi
e scopare in gola da un ragazzaccio
di quanti lo intristiscono, innamorano
per sola forza di resistere ed opporsi
alla vita squallida che li fa topi
di fiume o di borgata, ratti dai denti aguzzi
e code lunghe coi denti anch’esse che
addentano a più non posso
fave secche e cazzi di checche isteriche
per sola forza di semplicissima fame.
Un uomo, ripete Pasolini, un uomo
tanto più buono alla poesia quanto più
conciato nella scorza, non dovrebbe
lamentarsi se col mondo fa a botte
ché nulla ha di sé fragile, se non
il cuore che si rompe. Nulla che gli serva
in breve, se si fotte.