lunedì 29 luglio 2019

libertà di espressione

Credo che Vittorio Sgarbi – che pure seguo con grande simpatia e certe volte con stima per le sue idee e il suo anticonformismo – sia oggi l'esempio più vivace, certamente il più esposto, delle contraddizioni che caratterizzano in Italia gli un-tempo-detti intellettuali, ovvero coloro che avrebbero i mezzi critici per pensare e dire la loro. Prima litiga in diretta – alla sua maniera – con Giampiero Mughini, arrivando allo scontro fisico, ma commentando l’episodio in uno dei suoi video e sostenendo che lui è per la violenza verbale – definita l'ultima forma di libertà d’espressione dell'individuo sociale – mentre è contrario a quella fisica che è male, è reato ed è punibile. Poi, un paio di giorni dopo, fa un post pro-salviniano in cui se la prende con Enrico Mentana che, da giornalista, si esprime in difesa dello Stato di diritto in cui forse viviamo e contro gli abusi di alcuni membri delle forze dell'ordine contro il ragazzo sospettato dell'omicidio del carabiniere di Roma. Sgarbi sostiene che quel ragazzo è una bestia – declassandolo al ruolo di subumano – e non c’è nulla di male a trattarlo così: applicando alla perfezione, quindi, almeno nel linguaggio, il retaggio colonialista che finché non sono riconosciuti come uomini si possono sempre malmenare. Se invece sono riconosciuti come uomini – vedi Mughini – allora li puoi semplicemente trattare da stronzi, ma solo se ti contraddicono nell’espressione delle tue idee. Il che, ovviamente, nel mondo di Vittorio Sgarbi è l'esempio della sua libertà irrinunciabile a esprimere le proprie sopra tutto e tutti: quella per cui Voltaire si starà ora rivoltando nella tomba.

avere tempo

C'è sempre qualcuno che ti manda la sua proposta editoriale di domenica. Ma questo qui è speciale, infatti sai che è una proposta editoriale soltanto perché nell'oggetto c'è scritto: Proposta editoriale. Senza nemmeno un rigo di presentazione. Tu guardi l'allegato pensieroso come se ci fosse collegata una bomba, però lo salvi in cartella di lettura e poi rispondi al tipo per dirgli che hai ricevuto il tutto e per chiedere come mai non ti ha scritto nulla nella mail. E quello ti scrive che ieri era domenica e non aveva tempo.

domenica 28 luglio 2019

l'ingrato

Mi accorgo che sono un ingrato quando mi chiedono chi sono i miei scrittori di riferimento e io ne cito sempre troppi e mai che spenda una parola per Ennio Flaiano
Da Diario notturno, che dà giustizia al povero Maccari, quando quasi tutti attribuiscono la frase a Flaiano stesso:

venerdì 26 luglio 2019

mercoledì 24 luglio 2019

la tua stessa merda

Di recente ho avuto a che fare con una scrittrice importante, perlomeno molto più importante di me, che è stata, posso dirlo senza ombra di dubbio, antipatica e tirata come pochi. In risposta al suo comportamento, cito quanto disse Roberto Bolaño (che sta un po’ più in alto di tutti e due) nel 1999, durante una intervista con Marcelo Damiani. Damiani gli chiede chi o cosa dovrebbe essere un artista e Bolaño risponde così: «Prima di tutto io credo che l’artista debba essere una persona gradevole. Gra-de-vo-le. Non bisogna aggiungere più immondizia di quella che già c’è. C’è una poesia di William Carlos Williams che parla proprio di questo. Se non puoi portare qui qualcosa che non sia la tua stessa merda, è meglio che te ne vai».

processo

Stanotte ho sognato di parlare con tutte le mie poesie che ad una ad una mi facevano il processo, rimproverandomi di essere un artigiano maldestro e che con un pizzico di amore in più avrei potuto farle più belle.

martedì 23 luglio 2019

che cosa bella...

Che cosa bella quando devi fare una lettura e qualcuno ti chiede di leggere quella poesia in particolare delle tue che è diventata la sua preferita e tu pensi che persino uno scalzacane come te ha toccato il cuore di un altro.

basta che funzioni

Ma le rotture che sto avendo in questi mesi dai puristi della poesia dialettale, io non credevo. Peggio dei talebani. E la traduzione italiana va in calce oppure a destra ma non a sinistra; e il vocabolario usato deve corrispondere a quello della lingua parlata che se usi neologismi tradisci la tradizione; e devi evidenziare gli accenti gravi se no uccidi la lingua... Ognuno ha, giustamente, le sue ferree convinzioni in merito. Ma a tutti loro consiglio questo bel saggio di Ombretta Ciurnelli: "LINGUE ALLO SPECCHIO. Poesia in dialetto e autotraduzione" (ali&no editrice, 2019), che mostra come nella poesia dialettale, esattamente come in tutti gli altri libri di poesia pubblicati, si è sempre fatto il cazzo che ci pare (se funziona), e le uniche regole scritte le danno in caserma.

domenica 21 luglio 2019

la lettera di uno scroccone sincretico

«Compagno generosissimo e buono […] colmo di soccorrevoli intuiti dietro le sue iridi ferme, color pervinca, da parer quelle d’un matematico o di un denegante contabile, mentre la contabilità e la denegazione sono sconosciuta disciplina al suo cuore e ignota prassi per un portafoglio sincrético e a un tempo idealmente scucito» scriveva quel gran paraculo di Carlo Emilio Gadda a Ungaretti nel 1953, dopo un convegno in Spagna dove il conto al ristorante lo pagava sempre Ungaretti che dei due era il più ricco e anche il meno tirchio.

domenica mattina...

"Spett.le casa editrice Interno Poesia, con la seguente vorrei proporvi una mia raccolta di poesie che sarei interessato a pubblicare. Luigi".
"Salve Luigi, ha sbagliato casa editrice. Noi siamo Pietre Vive Editore non Interno Poesia. Loro stanno al portone accanto. Un saluto e tanti auguri per il suo manoscritto. Antonio".

sabato 20 luglio 2019

titolo

Stanotte ho sognato di aver scritto un libro, di cui mi ricordo solo il titolo: IL DOVERE DELLA MORTE. Lo portavo a un vecchio amico, morto, e lui leggendolo faceva le corna, ma dietro la schiena per non offendermi.

giovedì 18 luglio 2019

album

Oggi è saltato fuori uno di quegli album in cui si scopre che un tempo oltre alla barba avevo anche dei capelli... pensa te.

foto proloco


sotto il naso

Ieri mi ha chiamato un autore per presentarmi il suo lavoro. Mi ha detto di aver riscritto Ungaretti. Perché? "Perché mi sembrava sbagliato". All'inizio mi è venuto da ridere. Poi ci ho ripensato. Perché no? Alla fine il vero postmoderno non è quello? Anzi, forse bisognerebbe osare, andare oltre, lasciar perdere i facili modelli. Ma prendere il libro di un contemporaneo, di un altro autore vivente che si pensa (o non si pensa) sbagliato e riscriverglielo sotto il naso.

mercoledì 17 luglio 2019

martedì 16 luglio 2019

raggio di sole (il mio solito pezzo qualunquista sulla poesia)

Finalmente ritornato a casetta mia dalla Romagna posso dire, avendoci rimuginato un po’, che dal mio punto di vista il momento più alto di Tredozio si è avuto domenica mattina, quando una semplice ragazza di cui non so nemmeno il nome e che non ha mai pubblicato un libro, a microfono aperto ha letto una sua poesia in rima baciata nello stile di Gianni Rodari che parlava di una bambina che impara a scrivere e della felicità della sua maestra. Era una poesia semplice, senza pretese che non ci provava nemmeno a essere colta ovvero a spiegare perché si deve necessariamente soffrire per essere poeti – tema a cui ci siamo assuefatti ma che ha rotto un po’ – ma esprimeva attraverso gli occhi di una bimba la gioia fisica e concreta di chi compone la sua prima parola. Ecco – ho pensato in quel momento – questa poesia che è come un raggio di sole ci mette tutti quanti in riga. Da una parte i poeti laureati, pluripubblicati, o che devono assolutamente pubblicare prima di morire troppo giovani, e primeggiare e dimostrare, che si prendono più o meno (ma soprattutto troppo) sul serio, che hanno qualcosa di importante da dire o da non dire ma il loro silenzio ha comunque un peso, e che dicono sempre male, di tutti, che devono esprimersi ed esprimere a ogni costo il loro punto di vista e peggio, devono ESSERCI, ESSERCI, ESSERCI (con discrezione) altrimenti gli prende l'ansia di NON ESSERE. Dall'altra una ragazza che arriva, legge la sua poesia in rima baciata per il solo piacere di condividerla, sorride, saluta e se ne va.

sabato 13 luglio 2019

credere

Oggi pomeriggio dopo una giornata passata a sentire i poeti romagnoli che leggevano nel loro dialetto senza traduzione, li ho sfidati al loro gioco e ho letto anche io in curdunnese. È finita che è piaciuta così tanto la lettura che ho venduto tutte le copie del mio libro, che però dobbiamo presentare domani, il che non so se sia un successo o un disastro ma è qualcosa. E un signore mi ha detto una cosa, parlando del dialetto, che secondo me è non solo bellissima ma va oltre ed esprime tutto quello che c'è da affermare sulla poesia: Non so che dice, ma ci credo.

cena a tredozio

venerdì 12 luglio 2019

compagnia

Viaggio con 35 minuti di ritardo ma sono in buona compagnia: Ricordi di mia madre di Yasushi Inoue. La signora di fronte a me con forte accento veneto mi dice: "Non lo conosco, ma dal titolo lei mi sembra un tipo molto sentimentale". E continua: "Deve imparare a staccarsi dalla figura di sua madre". "Ma quella nel libro è la madre di Inoue" le dico. "Fa niente, è probabilmente un transfert. Deve imparare a staccarsi anche dalle madri degli altri!" E dire che le Milf ad oggi erano una delle categorie che più mi dava soddisfazione.

occhi

All'inizio degli anni '80 Lucio Dalla, pur continuando saltuariamente a lavorare con lui, "molla" Ron. I due si erano conosciuti a fine anni '60 quando lo stesso Dalla gli aveva proposto di cantare la sua Occhi di ragazza e da lì il loro sodalizio umano e artistico era cresciuto nel periodo di massima creatività di Dalla. Dopo, Dalla sceglie altre strade e collaboratori, e Ron gli risponde con questa sua Occhi da chi si è visto si è visto, che influenzata com'è dallo stile dell'altro, vuole essere sia un addio (letto nelle sue varie sfumature emotive) sia il riassunto di una storia durata dieci anni. 

giovedì 11 luglio 2019

dal medico

Dopo lunga e attenta visita mi dice
che ho un difetto congenito alla valvola
del cuore ereditato da mia madre: nulla
che possa uccidermi e abbastanza
per darmi fil da torcere se mi affatico.

Il rimedio è presto detto è separarsi.
Con un colpo di bisturi gentile e netto
dargli respiro a questo cuore infetto
e spensierati andare via per la sua strada:
io senza cuore e lui senza più malattia.

mercoledì 10 luglio 2019

difficoltà

Appena pubblicati, i risultati delle prove INVALSI ci mostrano come, al netto delle solite differenze economiche fra Nord e Sud, il 35% dei ragazzi senza distinzioni – e 35% significa un terzo della futura popolazione italiana – ha difficoltà a comprendere i contenuti di un testo. In compenso parlano bene l’inglese. Il ministro Bussetti si dice ugualmente preoccupato: «Non possiamo usarli nemmeno come camerieri nei villaggi turistici – dichiara – hanno difficoltà a capire cosa dice il menù».

venerdì 5 luglio 2019

ritratto (di angelo scarafile)


marco bechis e manoocher deghati


stronzo

Oggi un ragazzo mi ha scritto per ringraziarmi di una risposta editoriale in cui fra l'altro gli davo picche, e mi fa: Grazie, è stato gentilissimo, e dire che dalle foto la facevo più cattivo, se posso anche un po' più stronzo. Ma dove??

ascella

Lei: Ma come fai ad ascoltare gli Stadio?
Io: Perché?
Lei: Sono... boh...
Io: Erano il gruppo di Dalla!
Lei: Sì, ma Dalla era Dalla...
Io: Che significa?
Lei: Dalla ha scritto Cara! Questi cantano: io fermandomi all'ascella potrei dire che sei bella...
Io: La tua ascella è bellissima!
Lei: Scemo!

mercoledì 3 luglio 2019

musica per organi caldi

Al bar due amici mi chiedono:
"Ma fai una presentazione questo fine settimana?"
"Sì, Giovanni Laera, un poeta di Noci..."
"Ah!" mi dice uno dei due, "l'unico poeta di Noci per me è Enantino, non ce ne sono altri..."
"Infatti è lui..."
"Come è lui?"
"Sì, sono l'editore di Enantino" e gli passo il libro da guardare.
"Cazzo, lo adoro Enantino, se organizzi un concerto ci vengo subito!"
"E se faccio la presentazione del libro?"
"Se organizzi un concerto ci vengo subito!"
"Sì, ma se faccio la presentazione del libro?"
"Se organizzi un concerto ci vengo subito..."

martedì 2 luglio 2019

sonetto del vero sogno

«Riemerge vero come da un sogno
 il tocco del tuo glande umido
spinto come per gioco contro
il capezzolo o per estremo diletto

a stuzzicarmi se offesa ti dicevo
non ti amo. E non ti amavo
né ti avrei voluto se non quando
si piegava il corpo dalla voglia.

Il capezzolo bramava il morso
spinto in avanti dalla lingua
sull’apice tremante delle labbra.

Ma tu col desiderio d’essermi tutto
al centro esatto del pensiero
sulle labbra mi passavi il glande pieno

di te: rossetto amore marchio
e poi dispetto».

ciucci volanti

Opera di Paolo Tinella, realizzata per il festival Essere Urbani, a Locorotondo