domenica 31 ottobre 2021

servirebbe qualcosa...

Servirebbe qualcosa
Per non essere tristi
O per sentirsi allegri
Qualcosa che esuli
Da droga o raziocinio
In cui non conti la fatica
La salute o la famiglia
Qualcosa che mi dica
Che non sbaglio
Se proseguo nel mio sogno
E che non mi rimane
Che il dubbio che sì
Sono forse felice anche se
Non riconosco i segni.

sabato 30 ottobre 2021

mestiere

“Lei non spende molto in rappresentanza.”
“In questo mestiere non si fanno molti soldi, se si è onesti.”
“E lei è onesto?”
“Penosamente.”

Marlowe indaga (1978) di Michael Winner

mostro

Ho appena visto il video di Renzi che parla del Ddl Zan e a un certo punto dice: “Per fare le leggi non bastano i like, bisogna andare a prendere uno per uno i senatori perché mettano i voti”. E subito l’ho portato su un piano personale, ho pensato alla mia campagna di crowdfunding, #lepietroline, per arrivare al risultato non servono i like, bisogna andare a prendere uno per uno quelli che conosci e fargli cacciare i soldi. Insomma, lo ascoltavo Renzi e intanto pensavo: Madonna, ci ha ragione lui, bisogna fargli cacciare i soldi. Poi è finito il video e mi sono vergognato di me stesso. Sto diventando un mostro.

venerdì 29 ottobre 2021

ferita

Oggi, scherzando con una ragazza, le ho detto che in fondo al cuore sogno di fare il bookinfluencer. Lei mi ha risposto di no, che non posso. E perché? Perché 'le' bookinfluencer sono tutte donne, non si è mai visto un bookinfluencer uomo di successo. Quindi faccio meglio a rinunciare al mio sogno. Non è colpa mia, è la mia natura che me lo impedisce. Questo mi ha detto la ragazza ed era seria. Io mi sono sentito così discriminato e ferito in fondo al cuore.

mercoledì 27 ottobre 2021

realtà

Il ddlZan è stato affossato e a parte il fatto che trovo orribile il voto segreto, da vigliacchi, seguito poi da un applauso che era inopportuno, un festoso compiacimento che segue un atto di omertà, ormai queste notizie mi mettono addosso una sorta di rassegnazione, derivata dall'idea sempre più radicata che forse non è vero, come qualcuno sostiene, che quella gente lì non rappresenta il Paese reale, ma che all'opposto lo rappresenta eccome e quello non in linea con la realtà del Paese sono proprio io. Non mi ci riconosco ma lo amo ugualmente e così mi sento fregato due volte.

la grotta dei poeti

Ho sognato di finire nella grotta dei poeti. Una profonda grotta dove venivano rinchiusi tutti i poeti del mondo. Ci venivano infilati a forza attraverso un lungo e stretto cunicolo e poi non avevano altre vie di fuga se non da un’apertura sul mare, ma con tali correnti che era impossibile nuotare. I poeti rinchiusi allora si piegavano a una vita noiosissima, dove non potevano fare altro che scrivere e leggersi l’un l’altro le proprie poesie, guardare il mare inaccessibile, oppure andare in bagno per sfuggire a tutto quel cicaleccio poetico. C’erano poeti che si chiudevano in bagno per ore, in preda alla colite nervosa, per ritrovare un po’ di sano silenzio. Altri, impazziti, tentavano la fuga. Qualcuno si lanciava in mare, ma finiva presto annegato. Qualcun altro tentava di risalire attraverso lo stretto cunicolo, ma dopo molti giorni passati a strisciare nel sottosuolo si impregnava di terriccio, e quando veniva fuori era a tal punto concimato da rinsecchirsi all’istante, a contatto col sole, e trasformarsi in una statua di merda.

martedì 26 ottobre 2021

contributo

Una signora carinissima dopo aver visto il crowdfunding di #LePietroline mi manda un suo manoscritto e mi dice di credere moltissimo in questo progetto. Signora, le dico, se ci crede perché non contribuisce? E lei: L'ho appena fatto, ti ho dato il prossimo libro della collana! Non fa una piega, in effetti.

Le Pietroline (di Pietre Vive)

Con Pietre Vive abbiamo creato un progetto di crowdfunding finalizzato alla creazione di una nuova collana di libri in rima per bambini e ragazzi. Il nome della collana è Le Pietroline. La campagna è partita ieri su Eppela. Se ci date una mano è una cosa bella.

Questo è il link del crowdfunding: LE PIETROLINE. E qui ci sono io che lo presento.

lunedì 25 ottobre 2021

minoranze

 Negli ultimi giorni ho visto due film che mi hanno colpito per delle scene particolari. In uno, Pride, commedia del 2014 di Matthew Warchus tratta da una storia vera, un gruppo di gay londinesi organizza una colletta per aiutare i minatori in sciopero contro il Governo della Thatcher nella più importante protesta sindacale del XX secolo, ma i minatori rifiutano l’aiuto dei gay perché la vergogna di farsi aiutare dai diversi è più forte del loro bisogno. E ancora in Salvate la tigre, film drammatico del 1973 di John G. Avildsen, il protagonista Jack Lemmon cerca di intervenire nel litigio di due sarti dove il più anziano dei due, un ebreo sfuggito ai campi di concentramento, si rifiuta categoricamente di lavorare con l’altro perché è una “checca” e per quanto sia stato vittima della cattiveria degli uomini la sua avversione per la diversità dell’altro è più forte della propria esperienza. Guardandoli ho pensato che delle volte il nostro disprezzo per quelli che non sono come noi ci impedisce di vedere che siamo tutti una minoranza per qualcuno, incapaci fra l’altro di parlarci e di considerare un quadro più grande che potrebbe darci una visione diversa delle cose.

domenica 24 ottobre 2021

materia prima

Leggevo l'altro giorno che il costo della carta presto salirà oltre misura. Già oggi costa fino al 70% in più di due anni fa. E questo porterà inevitabilmente: 1) a una contrazione dell'offerta: si dovranno per forza di cose stampare meno libri, senza che questo significhi per forza migliorare la qualità della letteratura e 2) a un ulteriore aumento dei costi di produzione dei libri che ricadrà ovviamente sul prezzo di copertina. Già adesso si vedono libri che normalmente costerebbero 10 euro a 16 euro, e questo per amortizzare i costi di distribuzione, figuratevi se aumenta la materia prima: finiranno a 20 euro o più. Mi chiedo chi, fra non lettori e nuovi poveri, potrà permettersi dei libri a più di 20 euro in futuro, soprattutto pensando che, con la metà della cifra, ti abboni per un mese a un canale TV a pagamento e pieno di serie bellissime, che di tanta narrativa contemporanea si fanno un baffo. E penso che, se anche la scrittura non finirà (ci sono pur sempre gli e-book e i PDF, i blog e i social) i libri potrebbero presto diventare oggetti per collezionisti come i vinili, oppure per ricchi che coltivano l'ozio com'erano alle origini. Noi che abbiamo assistito, storicamente, a una fase tutta novecentesca della diffusione del libro, inteso come oggetto cartaceo prodotto a basso costo con metodi industriali per una diffusione popolare, capillare e democratica della lettura, dovremmo addirittura sentirci fortunati.

sabato 23 ottobre 2021

riconversione verde

E comunque Europa verde, la transizione ecologica, abbiamo solo dieci anni per cambiare rotta e salvare il mondo, e le uniche proposte avanzate dal Consiglio europeo sono state investire sul nucleare e sulle pale eoliche, come quando ero ragazzino negli anni '80. Mi chiedo, ma che cacchio abbiamo fatto negli ultimi trent'anni?

venerdì 22 ottobre 2021

recensione

ZEST Letteratura sostenibile da oggi ospita un mio testo sull'opera del maestro Lino Angiuli a partire dal suo ultimo lavoro, l'antologia bilingue Poesie vegetali / Green Poems a cura di Maria Rosaria Cesareo e Barbara Carle, Edizioni di Pagina. Non ho mai capito se sono capace di fare una lettura intelligente di un libro, figurarsi di un'opera. Però in questo caso si parla soprattutto di affetti e allora mi sono preso la licenza di parlarne. Lo potete leggere QUI.

giovedì 21 ottobre 2021

a ciascuno il suo

Non so quella degli altri (perché ognuno in fondo c'ha la sua) ma la mia Legge di Murphy è relativa al fatto che per una volta nella vita che NON vado al Salone del libro e quell'anno dicono c'è stata la migliore edizione da anni (cioè da tutti quegli anni in cui ci sono andato). Ergo, o è il mio esistenzialismo esasperato che a naso mi spinge a tirarmi fuori da ogni festa per starmene in disparte a guardare il muro, oppure più semplicemente il sistema è sempre quello ma dove passo io si guasta il vino.

mercoledì 20 ottobre 2021

il principe

Stanotte ho sognato che, dopo molte ricerche, veniva fuori che l’erede dei principi di Locorotondo era un povero meccanico de’ Roma. Il quale faceva valere i suoi diritti in tribunale e ritornava padrone de’ tutto. Non solo, per rifarsi degli anni di magra, metteva un pedaggio su ogni cosa, persino su chi entrava e su chi usciva dal paese, ma più pedaggi metteva più la gente ci veniva per l’emozione di rifare da vivo la battuta di Troisi e Benigni in “Non ci resta che piangere”. A forza di battute ripetute all’infinito, il meccanico romano si faceva ricco alla faccia dei paesani. Si costruiva pure un castelletto in Valle d’Itria e da lì controllava ogni cosa, e metteva nuove tasse sulle case, sui bar e sui ristoranti, sui pizzuli dove pisciavano i cani. Persino per starnutire per strada dovevi pagare. E ovviamente si pagava anche per nascere col pedigree di cittadinanza. Questa tassa aveva un nome preciso: tassa sulla romanità de’ curdunnesi. Secondo cui chi meglio lo pagava più era romano e curdunnese.

martedì 19 ottobre 2021

il benaltrismo

Siamo fermi vicino al semaforo, aspettiamo il verde per passare, osserviamo una fila lunghissima di macchine che sgasano e non si riesce quasi a respirare. Il pensionato vicino a me incazzato mi dice: “Dovevano risolvere il problema del traffico in questo paese! Qui tutti parlano e parlano, ma si sciacquano la bocca di parole, e non si trova mai la soluzione!”
“Ahia!” faccio io. “Ho pestato una cacca di cane!”
“Eccolo lì, sei il solito benaltrista tu. Ogni volta che si parla di un problema tiri fuori queste stronzate per sviare il discorso!”
Sarà. Ma io qui ho pestato una merda di cane, che magari non è un problema serio ma è pur sempre un problema. E i problemi ormai sono così tanti che non si può più usare il vecchio approccio di risolverli uno alla volta, perché sono tutti collegati e per risolvere il primo devi già pensare a come sistemare il secondo e il terzo. Ad esempio, se tutti andassero di più a piedi o in bicicletta invece di prendere l’auto e se si munissero di guanti e bustina per raccogliere la cacca del proprio cane, metà dei problemi miei e loro sarebbe già finita.

lunedì 18 ottobre 2021

cos'altro ho imparato sui vaccini (il piccolo fascista che c'è in noi)

Parlo ovviamente per me, sono fra quelli che credeva che per sviluppare un vaccino ci avrebbero messo molti anni perché sono cresciuto in una storia dove, per perfezionare una medicina, servono centinaia di prove ed esperimenti. Invece, pare, la scienza moderna ha velocizzato tutto e ha reso ogni cosa più rapida ed efficace. È proprio con questa consapevolezza che, nella mia colpevole ingenuità, ho appreso che il vaccino contro la malaria, ad esempio, avrebbe potuto svilupparsi molti anni prima, salvando milioni di vite, ma questo non è stato fatto perché i paesi dove si diffonde la malaria sono considerati paesi di serie b abitati da persone di serie b, e non si è investito in quella ricerca. Di fronte a questa consapevolezza provo da giorni una profonda vergogna. Quando arriva una Greta a cui chiedono come fare per salvare il mondo e lei ti dice: fermate tutto e ricominciate da capo, molto sorridono per questa sua intransigenza. Ma a me la storia dei vaccini contro la malaria ha soltanto reso palese che fondamentalmente ha ragione lei, che in barba a tutte le mie belle idee sulla scienza sperimentale, se solo si fosse voluto salvare quelle persone e sviluppare un vaccino contro la malaria, si sarebbe potuto farlo, avevamo i mezzi per farlo, e questo non ce lo dice Greta, ce lo dicono i giornali che pure sono al servizio del sistema. Semplicemente si sono messi sul piatto della bilancia i costi di produzione della medicina necessaria e la vita di tutte quelle milioni di persone di serie b, e si è scelto di tenersi i soldi in tasca. I più cinici di noi diranno che non c’è da stupirsi, è un meccanismo vecchio come il cucco. Ma io, che avrei potuto studiare un po’ di più, informarmi un po’ meglio, invece di scrivere post amareggiati come questo, o saccenti o ironici, invece di scendere in piazza contro il vaccino o per il vaccino, con la destra o con la sinistra, dovrei scendere in piazza per loro, per pretendere che si investano fondi contro la malaria e le decine di malattie mortali che affliggono paesi che magari non c’entrano nulla col mio, lì dove non si fa la storia, dove tutto ciò che posso dare non mi torna indietro. Altro che terza dose ai più deboli. Sono loro i più deboli qui! Ma questo non lo farà quasi nessuno, nemmeno io, perché dobbiamo ammettere che anche per noi quelli che muoiono di malaria vengono un pochino dopo, è gente di serie b che vive in paesi di serie b, e allora ha ragione chi ha intitolato la strada dietro casa mia a Julius Evola, un po’ fascisti nei fatti più che nelle parole lo siamo anche noi.

domenica 17 ottobre 2021

gli scrittori che non sospetti

Oggi mi è capitato di pensare questa cosa, che molti dei non vaccinati che conosco io personalmente, anche se certo si attestano in varie categorie lavorative (dai camionisti ai portuali ai carabinieri), ma molti di quelli che conosco io sono scrittori, alcuni anche importanti, di quelli che magari non sospetti perché non sentono il bisogno di esporsi e mi capita anche, tutti i giorni ormai, di leggere post insofferenti di gente che si chiede di continuo chi sono questi mentecatti ed imbecilli che non si vaccinano, poi comprano i loro libri estasiati e scrivono lunghi post per dire che quel libro lì era pieno di poesia e di pensieri intelligenti.

adesso che il disordine si mangia ogni ambizion

Adesso che il disordine si mangia ogni ambizione
Rileggo Mario Socrate e il compagno Sante
E credo in ogni istante che una fuga sia possibile
Dal mondo con un salto un guizzo un colpo ben centrato
Una caduta e tutto rannicchiato su me stesso
In questo freddo che mi assale e mi fa estraneo
Anche a me stesso mi sento meno solo se mi guardo
Se mi credo da abbracciare un poveretto
E non la vittima che sono in questa mia congiura
D’essermi fedele fino in fondo e non credermi sincero
Nel guardarmi non provare né schifo né imbarazzo
Ma pietà di me testa di cazzo
Tutto mi assale il mio senso di resistere e lottare
Contro me il mio farmi male.

venerdì 15 ottobre 2021

la parola "green"

Poco fa, mentre leggevo il post di un amico sull’uso della parola “green”, mi sono accorto che la legavo così intimamente ormai a “card” che mi stavo scordando il nome di quel famoso movimento ambientalista che invece la lega alla salvezza ecologica del pianeta (non quello di Greta, uno assai più vecchio, a cui ero pure tesserato, pensa te). Giuro che ho annaspato per un po’ nel vuoto. E così mi sono accorto che il “green” nella mia testa è tutto fuorché verde, anzi è quasi rosso, come un semaforo. E così mi è venuto da pensare a una cosa che succede ad esempio in Cina, dove i dispositivi di telefonia mobile hanno una impostazione per cui se digiti parole scomode, come ad esempio “Tibet”, il telefono le cancella di default, perché se la parola non esiste allora non esiste nemmeno il problema, non puoi esprimerlo, non puoi scriverne, nemmeno in un post. In Europa, per una serie di accordi commerciali alla pari, questo controllo delle parole sui dispositivi che ci vendono non viene applicato. Ma nel momento in cui il peso decisivo, economico e culturale, della Cina verrà a surclassare il nostro, cosa che tutti dicono avverrà nei prossimi due decenni, che anzi sta già avvenendo in questi giorni – ed è vero che il green pass è una prova generale per spostare il controllo sociale verso il più efficace modello orientale – anche da noi tornerà la censura. Bisogna starci molto attenti, perché altrimenti alcune parole semplicemente spariranno dal nostro vocabolario e dalla nostra memoria. Su quali parole saranno c’è solo da scommettere. Ma è molto più facile che succeda di quel che sembra.

giovedì 14 ottobre 2021

chiedi a stalin

Avevo in testa una vecchia foto di Lisetta Carmi e volevo scrivere un post sui portuali che protestano, ma poi mi sono vergognato di dire troppe stupidaggini, perché sono giorni che ho perduto la bussola di dove siamo finiti tutti e nel disordine crescente non so più dove sto io rispetto a loro e dove stanno loro rispetto al resto del Paese. Forse non lo sa più nemmeno il Paese dove è finito e contro chi sta combattendo. Il ministro Orlando – che sbaglia le parole e paragona la proposta di tamponi gratuiti a un’ammissione che chi si è vaccinato ha fatto male, ribadendo così l’azione vessatoria del Governo, e come se il buon senso non c’entrasse nulla in queste scelte – di certo non lo sa. Da una parte si dice che il pericolo, a parte “pochi” estremisti, è scampato; dall’altra i “pochi” estremisti sono milioni di persone a cui quasi si nega la ragione, o li si offende, tutti mostri, bruti, fasci, tutti scemi. Tutto ciò che nega i miei valori. Da una parte difendiamo l’accoglienza e ci diciamo diversi da Salvini, dall’altra postuliamo la censura negli stessi termini e con lo stesso linguaggio di Salvini. Accogliamo i più deboli e censuriamo i vili, o tutti quelli che ci stanno sulle balle. Ma se i vili sono quattro milioni di lavoratori non vaccinati, io, che mi dico di sinistra, da che parte devo stare? Coi lavoratori o col Governo? Una volta lessi un racconto, se non sbaglio di Fenoglio, in cui due amici partigiani parlavano dello stesso dubbio. Uno dei due si confidava con l’altro che gli rispondeva che un antifascista non è un cristiano, e se è cristiano non dovrebbe stare in montagna, perché un cristiano porge l’altra guancia, un antifascista spara al nemico. E quando non sai chi è il nemico, chiedeva il primo? Allora chiedi a Stalin, diceva il secondo. Purtroppo siamo finiti male, e l’unico Stalin che conosco, Peppe Stalin per gli amici, non mi toglierebbe dal dubbio, al massimo mi offrirebbe una birra. Ma poi penso anche che chi protesta di certo non aspetta me o che risolva i miei dubbi, né il permesso di nessuno, perché se aspettasse il permesso di qualcuno per lamentarsi, allora non avrebbe più senso protestare, sarebbe un semplice corteo che non porta a nessun vero cambiamento.

mercoledì 13 ottobre 2021

conta

Ieri ho fatto la conta dei libri che, fra ritardi accumulati negli ultimi mesi e le nuove proposte che ho accolto, dovrei pubblicare nel 2022. E mi sono accorto che servirebbe un anno di 22 mesi per farli tutti. Per fortuna in cuore mi sento più un trampoliere che un editore, e questo devo dire aiuta molto.

martedì 12 ottobre 2021

dall'altra parte

Ogni giorno c’è qualcuno che mi chiama da un numero inesistente. Lo so perché ogni tanto, come un gioco, provo a richiamare e la voce registrata mi dà sempre l’identica risposta: il numero chiamato è inesistente. Chissà se pure chi mi chiama è inesistente quanto il numero che usa. E se sono inesistente anch’io, dall’altra parte, che ricevo la chiamata e non rispondo.

domenica 10 ottobre 2021

re sole e il buio

Altre due notizie contrastanti dal Tg. Da una parte l'immagine sprezzante di Trump, a nemmeno un anno dalla sconfitta, che torna in un bagno di folla, alla quale racconta che il virus è stato una frottola dei media creata apposta contro di lui: Trump dunque come il Re Sole, centro dell'universo per cui se si inventano un virus letale che affligge il mondo è soltanto per contrastare il suo potere. Dall'altra, tremenda, l'immagine del Libano oscurato, costretto al blackout totale, retrocesso al buio della notte per il fallimento dello Stato.

cucciolone

Autore mi chiama al telefono.

"Lillone cucciolone, che vogliamo fare col mio libro?"

"Nulla di nulla se continui a chiamarmi così! E poi non si chiama di domenica per queste cose, mi dà fastidio!"

"Lillone, ma tu sei cucciolone tutti i giorni. Che ti cambia?"

Ecco come non farsi pubblicare un libro da me.

linea

Negli ultimi giorni seguo al Tg la cronaca di scontri in varie città italiane compreso il mio paesino (che ovviamente fa più folclore che paura) e mi sembra chiaro che c'è un nodo bello grosso da risolvere, derivato più che dalla nostalgia di pochi stupidi da un fallimento dello Stato, della Scuola e della Cultura che non sono riuscite a trasmettere dei valori adeguati. Mi diceva Tomada l'altra sera, quando gli raccontavo del fascismo a Locorotondo: "Antonio ma mica penserete di essere soli". No, non siamo soli. I fatti lo dimostrano. Perlomeno siamo in linea col Paese.

venerdì 8 ottobre 2021

chiudere la bocca

In pratica nello stesso giorno arrivano le notizie contrastanti che da una parte riaprono cinema e teatri al 100% e discoteche al 50% (ma solo per chi ha il green pass, vero o falso che sia) e contemporaneamente in Europa ben 12 paesi della comunità europea, praticamente tutto l'est Europa (quello di Kafka, Màrai e della Szymborska, di Schiele, Kokoshka e Klimt, di Fritz Lang e Billy Wilder), chiedono di usare i fondi Europei per erigere muri di filo spinato contro i migranti. 12 paesi sono il 30% della comunità europea, è un terzo dell'Europa, è una cosa enorme, è come dire che un cittadino su tre di questo continente ti sta dicendo qualcosa di brutto e tu non puoi chiudere le orecchie e far finta di nulla. Ma tu a queste persone, questi europei proprio come te, cosa puoi rispondere? Che non sono democratici né accoglienti? Che non sono brave persone? Che non hanno diritto di stare in Europa come ne hai diritto tu perché non condividono la tua visione delle cose? Che sono in minoranza democratica e allora devono accettare le cose e stare zitti? Mi fa molta paura questa cosa. Il fatto che un cittadino europeo su tre abbia questi sentimenti in corpo e il fatto che due cittadini su tre possano chiudergli bocca in virtù del loro più forte potere economico.

mercoledì 6 ottobre 2021

compà

Io quest’anno al Salone non ci vado proprio. Non ci vado né in esposizione e nemmeno a farmi un giro. Mi dispiace pure, perché anche se alla fine non ti cambia un piffero nella vita – se non prenderti un sacco di soldi – mi ci diverto, ne riconosco l’importanza, e poi soprattutto ci si fanno incontri interessanti, ad esempio una volta ci ho incontrato Vivian Lamarque che mi ha scritto una lettera da consegnare ai miei gatti. Ai lettori ovviamente fregherà un ciufolo di tutto questo perché tanto chi ci va lo fa per vedere i mega scrittori stellari, mica per noi poveri scribacchini in versi. Però confesso che mi sento in colpa verso gli autori, perché comunque per un autore poter dire di esserci col proprio libro è importante, e io tutti gli anni a modo mio – fra il rocambolesco, l’arrangiato e il ridicolo – ci ho provato a farli girare. Una volta per dare una copia di un libro a Villalta mi sono sorbito un’intera presentazione in friulano dove per un’ora non ho capito una sola parola di quanto veniva detto e mi sono sentito come uno straniero in patria. Quest’anno però non ci riesco proprio ad andarci e in tutto questo, lo devo dire, la cosa che più mi ha commosso sono stati i messaggi di spinta e incoraggiamento di alcuni amici editori con cui mi incontro lì tutti gli anni. È una bella sensazione sapere che c’è qualcuno che fa il tuo stesso lavoro e invece di pensare “ecco uno stronzo di meno con cui dover combattere” ti scrive “Oh, cerca di esserci, compà, senza di te non sarebbe la stessa cosa”. Soprattutto il compà mi ha commosso.

martedì 5 ottobre 2021

nel tavuto

Oggi due belle recensioni a caldo sulle mie poesie mi hanno riportato a me stesso e alle mie fondamentali debolezze per cui, fra le altre cose, mi sono convinto che sotto sotto sono bravo (anche se autoindulgo in confessioni) e appena muoio qualcuno avrà la pazienza di scegliere per me e farmi l'antologia mortuaria. In questo credo c'è anche una buona dose di vanità postuma da cui non riesco a separarmi (manco nel tavuto) e di cui un poco mi vergogno.

lunedì 4 ottobre 2021

il condono

Oggi su Telenorba hanno dato un servizio giornalistico sulla questione del mio paese che non revoca la cittadinanza a Mussolini. Intervistati dalla giornalista due esponenti politici, Giovanni Oliva (opposizione) e Vito Speciale (vicesindaco, ma probabilmente futuro sindaco) e alcuni miei concittadini. Vito Speciale ha dato una risposta degna di un romanzo di Sciascia: "Abbiamo indagato e non ci risulta che lo abbia fatto qualcun altro" per cui, non risultando, non lo facciamo nemmeno noi. Un po' più tristi le risposte dei miei concittadini, i quali hanno confermato la decisione presa dai rappresentanti politici. La cosa tremenda sono state le motivazioni addotte: "Non si cambia il passato e ciò che è fatto è fatto". Che non è più nemmeno mentalità fascista, ma proprio mentalità da condono edilizio. Tu falla la cosa che una volta fatta non la togli più, devi solo stare zitto e aspettare il prossimo condono. Funziona così. Basta affacciarsi da un qualsiasi balcone per vedere come funziona, dove ha portato. E non so davvero cosa sia peggio per noi.

domenica 3 ottobre 2021

sette paginette

La domenica mattina è il giorno che preferisco della settimana perché è quello che dedico alla lettura. Gli altri giorni in genere leggo la mattina presto, prima di accendere il telefono. La domenica leggo quasi tutto il giorno e mi ricordo perché voglio fare libri. Leggere i manoscritti degli altri ti ruba energia vitale, leggere i libri degli altri te la restituisce. Stamattina ho finito un libro di racconti di Fitzgerald. Dai venti ai trent’anni gli preferivo Hemingway, salvo che per Il grande Gatsby. Adesso che ho superato i quaranta, Hemingway continua a piacermi ma so che vive in un paese troppo lontano dal mio; a Fitzgerald, che è quasi un mio vicino di casa, di quelli che incontri ogni mattina al bar gli chiedi come vanno le cose e ti raccontano sempre la stessa storia condita dagli stessi guai con la moglie, mi sono affezionato, sento di volergli bene. Stamattina leggevo l’ultimo racconto della raccolta, “Il pomeriggio di uno scrittore”, che parla di questo quarantenne perennemente stanco e senza idee, in dubbio se quelle poche che ha sono buone o un nulla di fatto, che decide di uscire a farsi una passeggiata per vedere se viene ispirato e non viene ispirato da nulla, si guarda intorno e pensa che certo la vita è bella, ma è bella soprattutto perché lui non c’è dentro, è rimasto indietro. Al ritorno a casa, vede la finestra di casa sua dalla strada e si immagina di essere un altro, un lettore che spettegola su questo favoloso e celebrato scrittore: “Dev’essere fantastico avere un dono del genere – ti siedi con carta e matita, tutto qua. Lavori quando vuoi, vai dove ti pare”. Questo pensiero lo conforta e lo terrorizza per le aspettative che implica, ma Fitzgerald sa che è una fantasia. Ciò che gli resta sono i libri nella sua biblioteca e la possibilità di un sonnellino prima di cena. Eccovi dunque, nella malinconica disperazione di un altro filtrata dalla perfezione della letteratura, la mia vita riassunta in sette paginette e una domenica ancora tutta da riempire.

sabato 2 ottobre 2021

i giovani

Leggendo vari post e giornali mi sembra ci sia una sorta di contraddizione nel modo in cui vengono pensati/raccontati i più giovani rispetto ai problemi del mondo. Da una parte si irridono quelli che cominciano a interessarsi alla crisi ambientale (con o senza Greta) come viziati incapaci di sacrificarsi e rinunciare ai loro privilegi per salvare il mondo, dall’altra quando si fanno le stime sulle vaccinazioni in corso si indicano proprio quei giovani come quelli più “maturi” e decisi ad accettare il rischio del vaccino rispetto ai loro genitori che saranno anche meno viziati, ma di certo sono anche più sospettosi di tutto e tutti, e meno collaborativi nell’idea di “comunità”. Come sintetizzava Jovanotti in una bella canzone di quando facevo il liceo: “I giovani sono dentro i sondaggi catalogati in percentuali, i giovani stanno bene, i giovani stanno male”. Alla fine chi li ferma è perduto.

venerdì 1 ottobre 2021

una questione privata

Ho appena visto la registrazione del consiglio comunale di ieri, e al contrario di altri miei concittadini non voglio farne una questione politica, ma personale. L'altro giorno ero con il figlio di Franco Basile, gli ho detto che c'era stata una mozione per cui forse c'era la speranza di togliere il nome ad alcuni illustrissimi politici del secolo passato per intitolare alcune strade a delle persone forse meno illustri sul piano storico ma che avevano dedicato la loro vita alla crescita di questo luogo, fra gli altri suo padre che lo meritava davvero. Ieri, durante il consiglio comunale è stato detto (con tatto, ma in concreto) che togliere il nome di una strada dedicata a Italo Balbo o Araldo di Crollalanza per darlo invece a un'altra persona come poteva essere Franco Basile era "un atto politico, di revisionismo storico, dettato da motivazione di parte e ideologiche" e loro non erano qui per questo. Io ho ascoltato e non ci posso credere, giuro, voglio pensare che sia stata una sorta di leggerezza, ma ve lo voglio dire, che se ieri fra quei banchi c'era seduto qualcuno che ha conosciuto Franco in vita e nemmeno per un attimo ha pensato a lui preferendo invece difendere la memoria di Italo Balbo, avrebbe dovuto vergognarsi, non come politico ma proprio come persona.

nuove occasioni di lavoro

Ho appena letto nella rassegna stampa in TV che uno dei problemi seri da affrontare legati al Green Pass è che molti camionisti (il 35% stando ai dati) non lo hanno quindi tecnicamente non possono girare su strada, il che porterà a blocchi o ritardi nelle consegne, dunque a licenziamenti. Ho pensato che per alcuni sarà una buona notizia perché così, invece di buttarsi sull'insegnamento, altro settore congestionato e allo sbando, possono finalmente fare il concorso da camionista su strada.