lunedì 18 ottobre 2021

cos'altro ho imparato sui vaccini (il piccolo fascista che c'è in noi)

Parlo ovviamente per me, sono fra quelli che credeva che per sviluppare un vaccino ci avrebbero messo molti anni perché sono cresciuto in una storia dove, per perfezionare una medicina, servono centinaia di prove ed esperimenti. Invece, pare, la scienza moderna ha velocizzato tutto e ha reso ogni cosa più rapida ed efficace. È proprio con questa consapevolezza che, nella mia colpevole ingenuità, ho appreso che il vaccino contro la malaria, ad esempio, avrebbe potuto svilupparsi molti anni prima, salvando milioni di vite, ma questo non è stato fatto perché i paesi dove si diffonde la malaria sono considerati paesi di serie b abitati da persone di serie b, e non si è investito in quella ricerca. Di fronte a questa consapevolezza provo da giorni una profonda vergogna. Quando arriva una Greta a cui chiedono come fare per salvare il mondo e lei ti dice: fermate tutto e ricominciate da capo, molto sorridono per questa sua intransigenza. Ma a me la storia dei vaccini contro la malaria ha soltanto reso palese che fondamentalmente ha ragione lei, che in barba a tutte le mie belle idee sulla scienza sperimentale, se solo si fosse voluto salvare quelle persone e sviluppare un vaccino contro la malaria, si sarebbe potuto farlo, avevamo i mezzi per farlo, e questo non ce lo dice Greta, ce lo dicono i giornali che pure sono al servizio del sistema. Semplicemente si sono messi sul piatto della bilancia i costi di produzione della medicina necessaria e la vita di tutte quelle milioni di persone di serie b, e si è scelto di tenersi i soldi in tasca. I più cinici di noi diranno che non c’è da stupirsi, è un meccanismo vecchio come il cucco. Ma io, che avrei potuto studiare un po’ di più, informarmi un po’ meglio, invece di scrivere post amareggiati come questo, o saccenti o ironici, invece di scendere in piazza contro il vaccino o per il vaccino, con la destra o con la sinistra, dovrei scendere in piazza per loro, per pretendere che si investano fondi contro la malaria e le decine di malattie mortali che affliggono paesi che magari non c’entrano nulla col mio, lì dove non si fa la storia, dove tutto ciò che posso dare non mi torna indietro. Altro che terza dose ai più deboli. Sono loro i più deboli qui! Ma questo non lo farà quasi nessuno, nemmeno io, perché dobbiamo ammettere che anche per noi quelli che muoiono di malaria vengono un pochino dopo, è gente di serie b che vive in paesi di serie b, e allora ha ragione chi ha intitolato la strada dietro casa mia a Julius Evola, un po’ fascisti nei fatti più che nelle parole lo siamo anche noi.

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