venerdì 30 giugno 2023

la metafora

Ieri ho visto, come molti, l’intervista di Otto e mezzo al ministro ucraino Kuleba. I commenti sotto i video in rete sono stati tantissimi e quelli più contrariati vanno da “era penosamente in difficoltà” a “era in malafede” a “era completamente fuori a paragonare la guerra a una partita di calcio”. La tocco con leggerezza, visto che presumo che Kuleba sia una persona preparata per il ruolo che ricopre: io ho avuto la sensazione che abbia tirato fuori la metafora del calcio proprio perché sapeva di parlare a una tv italiana, quindi ha tarato i suoi argomenti di persuasione (per due volte) in base a quelle che credeva fossero le competenze e i gusti del suo pubblico. Escludendo la mafia, poteva scegliere fra la cucina e il calcio e si è lanciato sul calcio. Così l’ho vista io. E mi sono chiesto se ce lo meritiamo. E mi sono anche chiesto che sarebbe successo se invece di parlare del Milan avesse citato qualche massima che ne so dalla Gerusalemme Liberata o da Svetonio, come pure fanno all’estero quando condiscono i discorsi pubblici per dargli anche un peso retorico, o come quando Renzi citò Borges ma sbagliò la citazione copia-incollando i versi di un altro dalla rete, perché probabilmente né lui né il suo ufficio stampa lo avevano mai letto. Qualsiasi possibile metafora, in quel caso, mi sa che sarebbe finita nel vuoto.

giovedì 29 giugno 2023

aria fresca

Fra gli altri oggi me ne è arrivato uno bravo, non solo bravo, molto più che bravo, uno che quando ho aperto il file mi sono detto Ah! finalmente. Certe volte perdo la fiducia in me stesso, certe volte mi dico che mi sono a tal punto assuefatto alla media che i manoscritti finiscono per sembrarmi tutti uguali, che non sono più capace di vederli. Poi ogni tanto me ne arriva uno così, uno che quando lo leggi già dai primi tre versi lo capisci subito che c'è una differenza, e allora lo respiri a lungo, come una boccata d'aria fresca.

la moglie

Autore mi manda il suo romanzo: Tutti gli editori di narrativa a cui l'ho proposto finora non mi hanno risposto. Ho deciso di inviarlo anche a voi perché mia moglie dice che ho una scrittura molto poetica.

martedì 27 giugno 2023

lo sbadato

Un ragazzo mi scrive su IG per chiedermi a quale indirizzo mail mandarci la sua proposta. Gli dico che lo trova sul nostro sito. Mi chiede l'indirizzo del sito. Gli dico che è quello segnato sul profilo della pagina IG. – Ah già, non lo avevo visto. – Poco dopo mi scrive: Sono stato sul vostro sito, belli i libri che fate! – Non li conoscevi? – No per niente, ma prometto che se mi pubblicate comprerò un sacco di copie del mio libro.

lunedì 26 giugno 2023

mal comune

Poco fa ho incontrato Mario di fronte alla chiesa madre e abbiamo cominciato a parlare degli effetti sani e deleteri di questo afflusso turistico in paese. Fra gli effetti sani, ad esempio, c’è l’altissimo tasso di bellissime ragazze straniere che girano per il paese generosamente scoperte; quanto ai lati negativi ce ne sono davvero molti che vanno dal problema di trovare una casa a un affitto onesto ai mai risolti problemi di pulizia del centro storico. Non a caso mi accorgo adesso, mentre ascolto Mario, che senza accorgersene ha pestato una cacca di cane da poco deposta di fronte all’ingresso della chiesa. E questo non è nemmeno il peggio, dice lui. Ma non faccio in tempo a salutarlo che girato l’angolo, proprio per guardare una turista in gonnellina, schiaccio una cacca anch’io. Piccola giallognola e molesta. Non so bene come comportarmi ma alla fine penso che, per non peggiorare la situazione, la cosa migliore è grattarla via contro il gradino di una scala e già che ci sono dare una buona strofinata contro il tappetino sulla porta. Alla fine la suola è pulita ma la scia di cacca, pestata anche da altri, è diventata lunghissima. Come si dice in questi casi, con sano spirito di paese: Mal comune, mezzo gaudio.

domenica 25 giugno 2023

il venditore

Uno che mi scrive dicendo che ha cominciato a interessarti alla poesia da pochi mesi, su consiglio della psicologa, come antistress. Il mio contatto glielo ha dato la psicologa. Per tutta la vita ha fatto il rappresentante per due note marche di elettrodomestici (dal robot da cucina all'aspirapolvere) e per un breve periodo ha lavoraro anche con le assicurazioni. Forse come autore sono ancora acerbo, dice, ma conosco ogni trucco del mestiere, voi pubblicatemi il libro e io vi faccio vendere tutte le copie.

lungimiranza

Vedi la lungimiranza dei proverbi popolari, sulla storia della Santanché di cui, dopo la morte di Silvio, vengono allo scoperto tutte le magagne, mi è tornata in mente adesso una cosa che mi diceva sempre mio nonno: Quando la neve si scioglie vengono fuori gli stronzi.

siberia

La scommessa di ieri era capire se i Wagner fossero delle cellule impazzite che si rivoltavano contro il padrone, ovvero pagati dagli americani come pure ho letto, ovvero in combutta con lo stesso Putin. Su quest’ultima teoria ho letto stamattina il post di una persona che odia l’Ucraina perché dice hanno i nazisti in Donbass, e tifava quindi per i Wagner – che poi sono altri nazisti – perché secondo lei è tutto un piano organizzato con Putin per scovare i traditori della patria che verranno fuori dalle loro tane come topi attirati dal formaggio e ora che li avranno scoperti questi traditori finiranno tutti in Siberia come si faceva una volta, ai bei tempi. A una persona così, ho pensato leggendo, Iosif Brodskij o Osip Mandel'štam, ma anche Dostoevskij che era più sportivo, ai bei tempi avrebbero, credo, sputato in faccia.

sabato 24 giugno 2023

ironico

Trovo estremamente ironico che dopo tanto parlare delle mire espansionistiche Nato, ad oggi il pericolo più grande mai corso dall'imperatore Putin venga dai suoi stessi mercenari. Faccio mia a proposito una bellissima citazione dal Vangelo usata pochi giorni fa da Sandro Veronesi in un articolo scritto per la morte di Berlusconi: “non è quello che entra nell’uomo che corrompe l’uomo, ma quello che esce da lui”.

meme

A volte ho la sensazione che questa cosa della guerra sia diventata una sorta di meme utilizzabile come risposta buona per ogni occasione, contro propaganda insomma. Tipo tagliano risorse alla sanità e allora dicono: la potrebbero smettere di mandare le armi in Ucraina e usare quei soldi per… Le strade in Italia fanno schifo: la potrebbero smettere di mandare le armi in Ucraina e usare quei soldi per… (Anche se entrambi sono problemi legati alla sfera del lavoro). Il colmo credo di averlo visto ieri durante una trasmissione in cui si parlava del ragazzino che ha sparato alla sua professoressa, non si è pentito, non ha chiesto scusa, ed è uscito col 9 in condotta perché a scuola non volevano rovinargli la media: tutte premesse per fare di lui e di tanti altri come lui futuri cittadini esemplari di quelli che infrangono la legge e non rispettano le persone perché tanto l’esperienza ha insegnato loro che comunque resteranno impuniti. Insomma, si parlava di questo e del problema educativo legato ai deficit sociali di questi ragazzi che da una parte vengono massacrati dall’altra vengono giustificati in tutto (almeno fino a che non ne fanno una di troppo), e l’intervistato rispondeva: La colpa è della politica, se la smettessero di mandare le armi in Ucraina… che veramente non c’entrava un casso e a me sembrava solo un altro modo per non affrontare il problema in casa nostra. Poi certo, se un giorno scoppiasse una guerra, il ragazzino che spara senza problemi all’insegnante, o quell’altro che la accoltella, potrebbero essere inviati lì così gli diamo un lavoro che in Italia manca e magari fanno carriera nel campo che meglio gli compete. Del resto se la scuola è in crisi, di guerre nel mondo ce ne sono quante ne vogliamo. Solo che delle altre non parla mai nessuno, nemmeno quelli che non manderebbero le armi in Ucraina.

giovedì 22 giugno 2023

paese

Oggi, mentre facevo commissioni per il paese mi sono accorto di non amarlo, di provare un'ostile indifferenza per cui non lo odio ma se posso preferisco evitarlo. Conosco molta gente che dice "questo paese sarebbe bellissimo se non fosse per quelli che ci abitano", ma trovo che sia stupido. Certo non è un posto orrendo, e probabilmente una sessantina di anni fa era bello per davvero, ma la speculazione edilizia l'ha completamente rovinato e se togli il centro storico, curato malissimo, il resto del paese è uguale a qualsiasi altra periferia del mondo, pensata male e costruita peggio. Invece, secondo me, il paese era bello proprio per quelli che ci abitavano, che lo caratterizzavano, ciascuno col suo modo semplice e speciale. Quelle che chiamavano le "scresce", perché come i rovi ti si attaccavano addosso con le loro chiacchiere. Negli ultimi anni la maggior parte di queste persone si è ammalata o è morta e io quando esco non vedo più nessuno di loro, nessuno che mi sembri altrettanto interessante, e sinceramente di un paese con le case nuove, ma vuote, non so bene che farmene. Mi mette sempre più a disagio.

mercoledì 21 giugno 2023

le cose da fare

Chissà perché il giorno dopo, le cose che dicevi le faccio domani, sembrano sempre un pochino più difficili da fare del giorno prima.

martedì 20 giugno 2023

gusto

Ogni tanto mi chiedo se quelli che non ti pagano le fatture ci provano una qualche forma di gusto a vederti sbavare dietro di loro per farti pagare ciò che ti spetta. Non è tanto la singola fattura in sé, ma l'insieme delle tante fatture sparse che messe insieme diventano una moltitudine di soldi che non ti arrivano se non al singhiozzo. Io mi immagino il piccolo sadico che c'è dentro ciascuno di loro che gongola a pensarti avvilito e nervoso mentre ti sbracci per capire come pagare il tipografo, le spedizioni, il telefono, banalmente come fare la spesa. Poi mi faccio i giri sui social e leggo dei post altrettanto incazzati: "l'editore deve fare il suo lavoro!". E io giuro che ci provo, ma sapevo che l'editore dovesse fare libri, non il recupero crediti. Avessi saputo la verità, avrei fatto subito il concorso in Guardia di Finanza.

rilke

Stanotte crisi di panico e insonnia. Per passare il tempo ho preso un libro dal comodino, "Lettere a un giovane poeta" di Rilke. Ho letto a caso "le opere d'arte sono di un solitudine infinita" e ancora "ami la sua solitudine e porti il dolore che essa procura" e ho pensato che a vent'anni queste frasi suonano come promesse romanticamente consolatorie, alla mia età che è più o meno il doppio di quella che aveva Rilke quando le scrisse ed è anzi più vicina a quella in cui morì, hanno più il sapore dell'inevitabile condanna, senza manco la consolazione di una buona dormita.

lunedì 19 giugno 2023

raggi di sole

Gentile editore, in linea con l'idea che abbiamo maturato che siamo tutti speciali come raggi di sole e che dobbiamo dedicarci delle attenzioni in più per essere felici, abbiamo deciso di concentrarci unicamente sulle case editrici a cui siamo assolutamente interessate e di ritirare la nostra candidatura dalle altre. Per cui le chiediamo gentilmente di cestinare la nostra proposta e le auguriamo una settimana piena di meraviglie.

sabato 17 giugno 2023

la poesia

Mentre vado a comprare la ricotta incontro Mimmo. – Dottore, proprio a te cercavo, ho letto il tuo libro. – Ti è piaciuto? – Non l’ho finito, era troppo triste, a leggerlo mi veniva voglia di ammazzarmi. Proprio per questo ti cercavo, siccome io ci penso spesso a questa cosa, ti volevo domandare, a te chi te la dà la forza di vivere? – Le poesie, quando le scrivo mi sfogo e mi sento meglio. – Quindi dici che se comincio a scriverle pure io mi passa la voglia di uccidermi? – Che ne so, Mimmo. Io spero di sì. – Mimmo mi indica un foglietto di carta che passa sopra le nostre teste spinto dal vento. – Vedi dottore, io ora mi immagino che quella lì è una schedina vincente, che invece di finire in mano a me se ne va da un altro. – Questa è già una poesia, Mimmo. Basta che la scrivi. – Dottore, mi sa che la poesia con me non funziona proprio.

la prima in italia

Notizie del giorno. Le bombe d’acqua di ieri hanno creato ingenti danni a grano e pomodori, oltre alla frutta che già cadeva dagli alberi a causa degli sbalzi climatici: significa che presto il prezzo di tutto aumenterà ancora un po’. Negli ospedali di Brindisi e Taranto mancano i medici, chiudono i reparti, tutti i ricoveri del brindisino sono sospesi fino a ottobre. L’Alta Velocità taglia via Lecce e Taranto, da quest’ultima saltano tutti i collegamenti diretti per Roma. In compenso ci attestano come la seconda regione in Italia per bellezza delle spiagge. Ma uno stato dove tutto diventa talmente caro da farsi discriminatorio per chi non ha soldi, dove non c’è Sanità né Welfare (ormai solo a Bari funziona, gli altri sono abbandonati a se stessi), né funzionano i trasporti, dove l’agricoltura è in crisi e l’unica forma di lavoro rimasta è il turismo esasperato di chi o spenna questi poveri stranieri con affitti da usura, oppure arriva quasi a lavargli il culo per servirli, cos’è se non la nuova Africa? Non a caso abbiamo un flusso di emigrazione altissimo, i paesi abitati soltanto dai vecchi, i cimiteri più abitati degli stessi paesi. E infatti, leggevo oggi, la Puglia da oggi ha questo triste primato: siamo la prima regione in Italia dove, a cadavere ancora tiepido, si è intitolata una strada a Silvio Berlusconi. Gli si voleva proprio bene. 

venerdì 16 giugno 2023

tripletta

(Siccome mi dicono che sono sadico con gli autori, questi tre mi sono capitati ieri. Non è che mi capitino sempre così tanti incontri, ma ieri si vede che è stata una giornata speciale).

1. Ieri mattina intorno alle 11.00, mi chiamano al telefono: “Scusate, ma… voi che siete, una casa editrice che chiede i soldi? Perché… io… ultimamente… sono un impiegato e… mi piace molto la scrittura… e quindi, la sera, quando torno a casa mi metto a scrivere delle riflessioni sulla vita… – Ma dice degli aforismi? – No, no… delle poesie… che io vado a capo… quando finisce il pensiero, vado a capo… sono delle riflessioni, delle poesie… non so se mi hai capito… eh… voglio capire se tu mi chiedi i soldi… perché ho chiamato degli altri e mi chiedono i soldi… ho letto su un sito che tu non chiedi i soldi... ma tu mi chiedi i soldi se ti mando le mie riflessioni sulla vita? No, perché, vorrei capire… se sono bravo o non sono bravo… con le mie riflessioni…” (ad libitum per circa 15 minuti).
2. Ieri pomeriggio, intorno alle 14.30, mi arriva una email da una ragazza che mi aveva mandato una raccolta di poesie d’amore scritte per la sua compagna – raccolta che avevo bocciato perché secondo me erano pensierini con l’a capo. La ragazza risponde punto per punto alle mie osservazioni per concludere che secondo lei le sue poesie sono bellissime e il vero problema è mio che sono omofobo.
3. Ieri pomeriggio, intorno alle 17.00 mi arriva una seconda email: “Voglio essere onesto con voi, sperando che possiate apprezzare questo lato del mio carattere. Se potessi scegliere preferirei pubblicare con Einaudi o Interno Poesia, però dopo essermi attentamente documentato sul vostro catalogo penso che anche con voi sia possibile realizzare una collaborazione stimolante.” Gli rispondo: Del resto, si sa, la seconda scelta è sempre la migliore.

un amore a roma


Un amore a Roma è un film del 1960 di Dino Risi e resta un esperimento assai particolare per come assorbe, complice la sceneggiatura di Ennio Flaiano, elementi del cinema di Fellini (che negli stessi mesi girava La dolce vita), il che dà in parte ragione a chi dice che l’aggettivo “felliniano” sta per “fellini+flaiano”. Il film, basato sul tema universale dell’attrazione degli opposti e della gelosia, descrive l’amore scapigliato e morboso, che assorbe ogni cosa fino a distruggerla, di Marcello, scrittore insoddisfatto e infelice (non a caso in Francia il film venne reintitolato L'inassouvie), per Anna, giovane attrice dal carattere solare ma debole, di lui innamorata ma facile alle tentazioni e perciò infedele. La pellicola, trattata con grande asciuttezza emotiva e formale, per quanto pervasa di una sottile inquietudine esaltata dal bianco e nero contrastato, all’epoca non piacque perché priva di un lieto fine che non poteva esserci. I due protagonisti, troppo squilibrati per reggersi sulle proprie gambe, cercano sostegno nell’altro ma in questo modo la loro caduta è raddoppiata, così continuano a inseguirsi, lasciandosi e poi riprendendosi in questo amore malato, intervallando ogni distacco con incontri fugaci ma altrettanto vacui con nuovi amanti, fino a un finale che pur nella sua tragica “definitività” mi pare resti comunque aperto, perché non sappiamo se dopo questo ci sarà un nuovo incontro. Il film è basato sull’omonimo romanzo del 1956 di Ercole Patti, ma come atmosfere mi ha fatto anche pensare in parte a Lettere da Capri di Mario Soldati, del 1954, che lo avrà ispirato, in parte a un altro libro di successo uscito qualche anno fa, Sylvia di Leonard Michaels (ma scritto in quegli stessi anni), anche se il paragone più diretto rimane ovviamente Melampus, romanzo “americano” dello stesso Flaiano, pubblicato nel 1970, ma scritto originariamente nel 1967 come sceneggiatura per il suo primo film che non fece mai (ne realizzò poi una pellicola Marco Ferreri), di cui la sceneggiatura di Un amore a Roma rimane per certi versi una prova generale.

giovedì 15 giugno 2023

la neve sulla serra

Poco fa mi sono fermato col duca davanti alla vecchia casa vuota accanto alla posta, e come fa sempre mi ha raccontato una delle sue storie sui semplici del paese. Oggi è toccato a don Antonio, che era “don” solo nel nome ma era povero e ritardato mentale, e viveva libero in un gruppo di trulli sulla Serra, ora abbandonati ma che ancora si vedono dal ponte, e campava coi frutti della terra e col baratto. Ogni tanto prendeva qualche pera, un po’ di fave o alcuni pugni di lenticchie, li metteva nel sacco che si portava sempre sulle spalle e saliva in paese, andava da Alfredo che aveva il negozio di Alimentari in piazza Marconi e li scambiava con un po’ di mortadella o delle uova. Quando non aveva nulla da portare allora se ne arrivava con un mazzo di fiori di campo. Mi ha detto il duca di averlo anche fotografato, col cappellaccio calato sulla fronte e la barbaccia incolta, il sacco di tela grezza sulle spalle, che si presenta con un mazzo di fiori colorati e ti chiede, con la voce sottile quasi da bambina, di dargli in cambio due uova, ma le foto nel tempo si sono smarrite, per cui ora di don Antonio gli resta soltanto il ricordo. Il duca, che è figlio di Alfredo, mi racconta che don Antonio era bravissimo nello scambio perché era buono, ma non potevi distrarti nemmeno un attimo perché se lo facevi oltre alle due uova che gli avevi dato ne sparivano sempre altre due. Quando è diventato troppo vecchio i servizi sociali si sono finalmente ricordati di lui e lo hanno portato all’ospedale Montanaro dove gli badavano le suore. Il duca lo andava a trovare qualche volta. La cosa che più rimpiangeva don Antonio negli ultimi anni era il fatto che non potesse più tornare a rivedere i suoi trulli sulla Serra. Serviva una macchina per farlo, ma essendo allora poche le macchine in paese, nessuno lo accompagnava e si inventavano delle scuse per tenerlo buono. Magari era giugno come adesso, mi dice il duca, c’era il sole che spaccava le pietre, ma le suore gli dicevano che sulla Serra c’era la neve, e che lo avrebbero portato lì quando la neve si fosse sciolta. Ma, finché campò don Antonio, sulla Serra non smise mai di nevicare.

le bizzuoche

Il berlusconismo, che ci riguarda tutti, è anche quella cosa che ho visto ieri, di persone che lo odiavano ma poi hanno perso due ore di vita per guardare il suo funerale in TV e parlarne male sui social. Che non è una cosa nuova, ma atavica, come le barzellette, soltanto gonfiata dai media. Qui da noi una cosa così ha una espressione gergale per definirla: "fare la vecchia bizzuoca", ovvero fare come le vecchie che si mettono dietro la finestra per spiare chi passa e commentare. In questo caso ieri molti sono stati la bizzuoca di Berlusconi. E ancora oggi si chiedono come mai avesse tanto potere.

mercoledì 14 giugno 2023

metà dei problemi

Quando leggo alcuni autori che si lamentano degli editori penso ma perché non fate tutti come me? Io mi ero a tal punto scocciato che alla fine mi sono creato una casa editrice apposta per non dover più chiedere niente a nessuno. Ora non dico che sto bene, ma litigo soltanto con gli autori, così ho risolto metà dei miei problemi nel mondo editoriale.

martedì 13 giugno 2023

illusioni

Restando in tema librerie oggi pomeriggio me ne è capitata una che ha comprato un mio libro da Amazon. Li ho messaggiati: Ma non potevate prenderlo da me con lo sconto invece che da Amazon a prezzo intero? – Ce l’ha ordinato una nostra cliente, ma per una sola copia non valeva la pena contattarla. Anche perché non volevamo illuderla che volessimo prendere i suoi libri in catalogo.

mordersi le mani

Libreria che mi comunica di non aver venduto nemmeno una copia dei nostri libri negli ultimi mesi. – Io improvvisando rispondo: Ma come, dice un mio autore che è passato da voi e ha comprato una copia del suo stesso libro… – Sì, ha ragione, rispondono dalla libreria, ora che abbiamo controllato la copia che dice è stata effettivamente venduta... – Io che mi mordo le mani. Dovevo dirgli che gli autori passati erano almeno cinquanta!

lunedì 12 giugno 2023

per berlusconi

Nel 1994 Indro Montanelli scriveva: “L’Italia di Berlusconi finirà male, malissimo, nella vergogna e nella corruzione. E sarà stato inutile avere ragione” e aggiungeva che ogni seria persona di destra, dopo Berlusconi, si sarebbe vergognata di dichiarare la propria fede politica. Oggi, a trent’anni da quel giorno, Montanelli passa per un immondo stupratore di minorenni e a Berlusconi nel giro di pochi mesi verranno bonariamente perdonate tutte le orge fatte in casa, le puttane minorenni, il machismo esasperato, la volgarità, la corruzione, i voltafaccia, le menzogne e gli spergiuri, l’opportunismo col sorriso, l’ignoranza al potere, i rapporti con la criminalità organizzata, l’aver sdoganato i fascisti al potere, perché quelli che adesso sono al Governo (opposizione compresa) sono tutte creature sue, insomma l’aver dato il suo nome a tutto quel sistema di pensiero che chiamiamo “berlusconismo” e è che nella sostanza l’esaltazione dei nostri peggiori istinti. Io vedo persone che già scrivono, come se fosse un’assoluzione, “ha fatto la storia”. Si può fare la storia in tanti modi, e purtroppo quelli che si ricordano per lo più sono legati a guerre, fatti di sangue e accordi di potere. Poi certo, Berlusconi era anche simpatico, chi lo nega. E Mussolini ha scritto anche poesie.

sui premi

Sui premi letterari, oggi mi sono svegliato pensando a San Paolo: Tutto è puro per i puri e tutto è marcio agli occhi di chi fondamentalmente è marcio, ma per ciò che ho visto i veri puri non li vincono mai, se non i premi alla carriera o quelli postumi.

domenica 11 giugno 2023

a che serve?

Poco fa ho visto un video di Andrea Temporelli sul senso delle agenzie letterarie, che partiva dalla classica domanda: servono? Come i corsi di scrittura. Un’altra domanda che vedo girare sui social da un po’ è: a che servono gli editori? Questo me lo chiedo anch’io. Specie ora che sempre più si sta imponendo il print on demand su larga scala, dove tu ordini una copia di un libro e quelli te la stampano e spediscono a casa a basso costo apposta per te. Ma se questo è il futuro che ci aspetta, le librerie a che servono? A nulla, rispetto ad Amazon. E se ormai c’è l’AI che può soddisfare il bisogno infinito di storie secondo canovacci che piacciono al pubblico pagante, scrivendole in tempo reale senza refusi o bisogno di editing, nella lingua che preferisci e col grado di difficoltà che preferisci, quindi senza i limiti imposti da lingua e stile – né pretendono i diritti! – a che servono gli scrittori? E gli editor? E i traduttori? E i blog degli addetti ai lavori? AIE o ADEI? A che servono? Per il mercato editoriale che verrà, certamente a niente. Se poi uno vuole proprio scrivere può farlo e poi comprarsi le copie del suo libro auto-pubblicato dalla rete, per regalarlo agli amici. Proprio come fa ora. Ma senza più lo status di “scrittore”, perduto. A stretto giro, se parliamo di mercato editoriale, resteranno soltanto le anonime piattaforme di vendita online e il pubblico pagante con un clic. Come nel mercato del porno, dove non conta tanto la profondità dell’esperienza estetica con tutti i suoi riti di avvicinamento e corteggiamento, ma la semplice possibilità di farsi una sega. Ma se tutto si riduce a una sega, a quel punto la domanda sarà: la scrittura serve?

venerdì 9 giugno 2023

premio perso

Stanotte ho sognato di partecipare e vincere il Premio Perso, un premio dove non solo vieni aspramente rimproverato per aver partecipato, ma ti danno anche, su pergamena, delle serie motivazioni per cui non avresti dovuto pubblicare il libro. Ero molto orgoglioso perché per una volta arrivavo primo in qualcosa, poi però mi sono dovuto suicidare due volte perché non ero buono neanche in quello.

lunedì 5 giugno 2023

il bluff

L'altro giorno parlavo al telefono con un amico. Lui mi raccontava di Claudia Ruggeri, che aveva conosciuto negli anni '90, una ragazza strana mi diceva, scostante, che se ne stava per i fatti suoi, partecipava alle letture con quel suo cappello strano, ma restava in disparte, non parlava quasi con nessuno. Poi abbiamo parlato di tanti altri autori scomparsi e lui mi diceva che dal suo punto di vista ci sono due tipi di suicidi: ci sono i poeti che si suicidano perché sperano che la poesia li salvi, come la Ruggeri, e quando si accorgono che la poesia non salva proprio nessuno allora perdono ogni speranza e la fanno finita una volta per tutte, e ci sono i poeti che vengono “suicidati”, quelli che la poesia la usano come arma di lotta, o di scontro, e per questo la pagano, gliela fanno pagare, anche per noi. I primi vanno rispettati per il loro percorso di dolore, degli altri ce ne sono sempre troppo pochi e qualche volta vengono presi per matti. Per tutti loro, per motivi diversi, poesia e vita coincidono inestricabilmente. Tutti gli altri, che siamo noi, semplicemente fanno la loro partecipazione al dolore, a volte stanno male sul serio e scrivono, altre si indignano visceralmente, ma nella maggior parte dei casi bluffano, restano nel mezzo, in un angolo di razionalità rassicurante dove non si fanno travolgere dagli eventi. Hai voglia a dire che la poesia è tutta la tua vita se non sei disposto a morire per essa. E così siamo tutti noi, innamorati ma alla giusta temperatura. Moltissimi anni fa, quindici o sedici, mi è capitato di vincere la prima edizione del premio Claudia Ruggeri, vi ho partecipato quasi per gioco, ma poi ho vinto e vincendo quell’edizione ho pubblicato la mia prima plaquette e sono entrato nel mondo dell’editoria, è cominciato tutto lì. Ecco, da quel giorno per anni ho continuato a chiedermi cosa c’entro io, cos’ho in comune io con lei, con la sua vita, coi suoi versi e lentamente, anche per un mio senso di colpa ad avere usurpato un posto non mio, l’ho adottata, l’ho portata in giro con me per non lasciarla sola, anche se magari lei, conoscendomi, avrebbe preferito evitarmi.

giovedì 1 giugno 2023

un uomo

L’altro giorno, invitato da Adriano e Alfredo che stavano inscatolando le sue cose per liberare l’appartamento, sono entrato per la prima volta nella biblioteca di Pinuccio Basile. Io Pinuccio lo conoscevo per le nostre chiacchierate in strada, ma non sapevo quali fossero i suoi gusti letterari e mi ha fatto un certo effetto sbirciare fra i suoi libri, venire sorpreso dalle sue scelte. Ad esempio mai avrei detto che potesse amare Forattini, eppure aveva una collezione vastissima di libri suoi, così come moltissimi libri di Stefano Benni, e ancora Sciascia e Fallaci ma nemmeno uno di Pasolini. Tanta storia politica, da Moro al terrorismo, un intero ripiano dedicato ai libri di Mario Gianfrate e persino un paio di libri miei, ma non quelli di poesia, alcune prime edizioni in ottimo stato, e ancora di più una bellissima collezione di dischi di classica e jazz, con Rava e Bollani in primo piano, e poi Paolo Conte. Adriano mi ha detto di prendermi qualcosa per ricordo, così ho preso alcuni libri di storia locale, che servono sempre. E poi una copia di “Un uomo” di Oriana Fallaci, che al contrario degli altri volumi era consumato dalle letture, con appunti e ritagli di giornale a segnare certe pagine. Quello è un libro che Pinuccio deve aver letto molte volte. So che era il romanzo preferito anche di Enzo Cervellera. Mi sono immaginato un’intera generazione cresciuta con quel modello, Panagulis che crede sopra ogni cosa negli ideali della libertà e della verità ma deve scontrarsi ogni giorno con le proprie debolezze, le contraddizioni, il suo orgoglio e gli errori, e nella continua messa in discussione di se stesso trova la propria dignità di uomo.

vendetta

Perché alcuni autori quando gli mandi il file rivisto con tutti i refusi corretti chiedendo loro di sistemare alcuni passaggi, ti rimandano i passaggi sistemati sul file più vecchio così devi rifare tutto il lavoro da capo? Cos'è, una forma di vendetta inconscia?