giovedì 31 marzo 2022

pacco

Credo di essere l'unico editore al mondo che riesce a tagliarsi le dita ogni volta che fa un pacco. Risultato: comincio a sgocciolare sangue intorno come una fontanella. E ogni volta mi chiedo perché continuo a fare le copertine dei miei libri bianche...

mercoledì 30 marzo 2022

snob

Non avevo mai fatto caso a quanto è snob l’uso del termine “mainstream” che adesso va così di moda. L’ho appena sentito dire persino a Conte in TV. In sostanza significa: “ciò che nei gusti preferisce la maggioranza (con accenti un po’ retrò)”, ma sottintende anche: “siccome la maggioranza è composta da cazzoni ignoranti ciò che preferiscono loro per me non conta nulla”. Che è poi l’evoluzione di qualsiasi cultura individualista che si rispetti. Non per nulla è un termine americano.

lunedì 28 marzo 2022

rivalsa

Pensando al fatto di Will Smith ho appena ricordato che l'ultima volta che uno mi ha risposto male non ho fatto scenate ma gli ho pisciato sulla sportella della macchina.

mercoledì 23 marzo 2022

sogno con memorie

Stanotte ho sognato di incontrare Giovanni Turi che mi diceva che Einaudi voleva rilevare TerraRossa, a patto che lui pubblicasse l’ultimo libro di Giuseppe Girimonti Greco, intitolato Mémoires de G.G.G., écrits par lui-même (tutto in francese). Giovanni allora andava in angoscia. «È perfetto, mi diceva, è troppo perfetto, questa cosa non mi piace per niente». In che senso perfetto, gli chiedevo, è troppo commerciale, ammicca al pubblico? «Macché commerciale, mi diceva lui, è talmente perfetto che non gli posso toccare nemmeno una virgola! Mo chi lo sente Giuseppe, dirà che non mi voglio impegnare sul suo libro, umaronna!». E sognando di arrivare a Einaudi tremava. #vitadaeditor

martedì 22 marzo 2022

la famiglia

 Mia zia che vede la mia ultima foto su IG e mi porta la focaccia a casa. Mangia che sei fatto così brutto che non ti vogliono più manco i cani.

lunedì 21 marzo 2022

cartolina del 21 marzo

San Benedetto.
La rondine sul tetto.
La luna nel cassetto.
La poesia rimasta a letto.
Ti scrivo da lontano
(che ti amo). Tuo Lilletto.

domenica 20 marzo 2022

censura e lacrime

Stamattina leggevo che ci sono indignati, anche fra i miei amici, perché hanno censurato Orsini. La censura è orribile sempre, è vero, ma volendo essere pratici, chi se ne frega se Orsini non è più su Wikipedia? A parte che Wikipedia non è un’enciclopedia “libera”, ma fa capo a una fondazione che decide cosa pubblicare e cosa no (io ad esempio non ci sono e dovrei esserci), ma veramente c’era qualcuno che andava a cercare la sua pagina? E per far cosa, leggere la sua bibliografia? È vero che non amo Orsini e sono di parte – ho letto un paio di articoli suoi, anche su altre questioni, e lo trovo lontanissimo da me – ma non mi pare che con le sue analisi abbia scoperchiato il vaso di Pandora, ha semplicemente confermato, dall’alto dei suoi ex-titoli accademici, alcune idee di chi la pensava come lui. Anche questa se vogliamo è cultura mainstream, perché non rimette in discussione tutte le carte sul tavolo, conferma soltanto una delle mani in gioco. Anzi, anche la censura fa parte del gioco, perché a modo suo rilancia l’idea come “pericolosa”. E infatti Orsini, nel frattempo che veniva censurato da una parte, ha cominciato a scrivere sul Fatto quotidiano. Ecco, se vogliamo parlare di censura allora, io voglio fare il benaltrista: pensate che sono due anni che non vediamo un film di Woody Allen al cinema, né si sa se lo rivedremo. Questa è seria, perché non è legata a ciò che dice, ma alla sua condotta morale, alla sua storia, cioè si nega ad Allen di esprimersi come artista non perché è pericoloso ciò che fa, ma perché è imbarazzante ciò che è. “Lei è orgoglioso di essere ebreo?” gli chiede un tribunale di integralisti ebrei in una scena di Gigolò per caso di John Torturro. “Sono orgoglioso di essere ebreo… ma anche spaventato…” risponde Allen. Basta sostituire a “ebreo” l’aggettivo “americano” per capire. Proprio come per Chaplin, stanno aspettando la sua morte per rivalutarne l’opera e dedicargli una retrospettiva piena di commozione e di lacrime in lucida pelle di coccodrillo.

sabato 19 marzo 2022

quando l’ignoranza regna somara

“Ma se l’Ucraina è così tanto democratica – mi scrive uno molto furbo – perché hanno vietato il Partito Comunista?” Gli rispondo che anche Brodskij, che era russo, odiava i Comunisti perché da loro era stato perseguitato ed esiliato, anzi se c’era una cosa che trovava rivoltante del nostro Paese – lui che lo amava tanto – è proprio che l’Italia avesse un Partito Comunista fra i più attivi d’Europa. Non riusciva ad accettare quella che ai suoi occhi era una contraddizione fra bellezza e barbarie. “Ma sei sicuro – mi chiede il molto furbo – che non sia una fake news? Che ne sai tu di chi c’è dietro a questo Brodskij?” Ecco, questo è il punto in cui non ce la posso fare, non so più che rispondere. Come glielo spieghi a uno che non ha mai letto un libro chi era Iosif Brodskij, poeta, morto nel 1996 e sepolto a Venezia? Come glielo fai capire se nemmeno gli interessa saperlo perso com’è nelle sue trame geopolitiche? Circa un mese fa, quando è scoppiato questo conflitto c’era gente benintenzionata che scriveva: “Prima di sparare a zero su tutto, informatevi”. Ma a chi lo dicevano? Al popolo più analfabeta d’Europa, quello che nelle classifiche dei lettori è all’ultimo posto del continente e al primo fra i consumatori di telefonia mobile? Ci lamentiamo della propaganda russa o americana e non ci accorgiamo che noi siamo le vittime perfette di qualsiasi propaganda, perché abbiamo un solo canale di conoscenza del mondo: lo smartphone, e chi controlla i social controlla tutti. Tolti quelli, nel paese tanto amato da Brodskij, resta il nulla, il medioevo, il Vaticano (con buona pace di Papa Francesco che a modo suo ci prova a rinnovarlo ma è una partita persa in partenza perché il Vaticano siamo noi che pontifichiamo su tutto, dall’alto della nostra superiorità cacata dal Cielo).

venerdì 18 marzo 2022

hitchcock e il romanzo

Hitchcock in uno dei passaggi più interessanti del suo libro intervista con Truffaut dice che la forma narrativa più vicina al film – per sintesi, compattezza, gestione dei tempi e della tensione emotiva – è il racconto, non il romanzo. Quando spesso si dice che da un buon romanzo è stato tratto un cattivo film, nella maggior parte dei casi, dice Hitchcock, la colpa è del romanzo che ha voluto strafare. Perché un libro è sempre qualcosa di più di una trama e volerne a tutti costi fare un film è come voler infilare il mare in un bicchiere. Unica soluzione, dice Hitchcock, per cavare un buon film da un libro, è riscrivere da capo il libro per trarne una sceneggiatura degna del lavoro di un regista, infischiandosene sia del libro sia della volontà dello scrittore. Qui l’unico autore ad avere diritto di parola è il regista, e infatti i film più belli tratti da libri sono quelli che li tradiscono puntualmente per seguire la propria vocazione. Ecco perché, consiglia Hitchcock, a chi voglia attingere dalla letteratura per i suoi film, è sempre meglio ricorrere a un racconto, oppure a libri di serie B (polizieschi in primis) perché possono essere più facilmente riscritti e anche perché, se li riscrivi da cima a fondo, nessuno si lamenterà troppo dei cambiamenti avvenuti. (Non a caso, pensavo oggi, il cinema è sempre più in crisi surclassato nel gradimento del pubblico dalle fiction: è in fondo ancora una volta la vittoria della forma mentis del romanzo su quella del racconto breve).

giovedì 17 marzo 2022

spavento

Alcuni autori mi hanno confessato di non mandarmi i loro manoscritti perché temono che poi ci scriva sopra un post in cui li perculo. Non vi preoccupate, io li scrivo apposta per spaventarvi.

nowhere land

In posta incontro un vecchio amico. È allo sportello accanto e si sta lamentando per un ammanco sul suo conto. Conoscendo le sue idee in merito comincio a sfotterlo: “Quelli sono i russi di Putin che ti hanno prosciugato il conto!”. Lui mi guarda di sbieco e mi ribatte: “Quelli i nazifascisti ucraini sono stati!” Io ridacchio: “Beh, qualcuno è stato!”. Interviene un vecchietto da dietro: “Chire i martenìse purce so stète, razze de latre! Facce de cantre!” (trad: “Quelli i martinesi porci sono stati, razza di ladri! Facce di pitali!). Rivanga così antichi dissidi irrisolti fra i nostri due paesi, che porteranno prima o poi alla quarta guerra mondiale.

martedì 15 marzo 2022

il mio sogno geopolitico

Viene a trovarmi mio zio Orazio che è convinto che in questa situazione di stallo bisogna agire in maniera diretta e inaspettata. Pensiero laterale. Come, chiedo io? Bisogna invadere l’Ucraina, ma dal fronte opposto! Non i russi ma la Nato? No, ma che Nato e Nato, deve farlo la Svizzera! Perché la Svizzera? Perché la Svizzera è neutrale, se l’Ucraina la conquistano gli Svizzeri nessuno può dir nulla, manco Putin. L’Ucraina si fa conquistare e così diventa Svizzera anche lei, diventa neutrale e quindi nessuno si può più lamentare. Ma l’Ucraina è venti volte più grande della Svizzera, come la fanno a conquistare? Ce le hanno o no le banche? Se la comprassero.

lunedì 14 marzo 2022

guai

A fine giornata lo posso anche dire che mi dispiace un sacco per la morte di William Hurt che credo sia uno di quegli attori che ha lasciato qualcosa nel cuore di ogni romantico che si rispetti. A me, ad esempio mi ha fregato tutta la vita con Turista per caso, in cui interpretava questo tipo timidissimo, gentile ma scostante, a tratti noioso, che sembra molto calmo e razionale, scrive guide per orizzontarsi nel mondo, e la verità è che non capisce nulla di quello che gli succede intorno e questo nulla lo spaventa a morte, allora va a tentoni nella speranza di venire salvato da una donna, e in effetti succede con Geena Davis, che è una tipa bellissima e stramba. Ed ecco che io, proprio come lui, da allora, da quando l’ho visto ho cominciato a sognare di incontrare una donna così che mi salvasse, e non ho fatto altro che innamorarmi di tipe bellissime e strambe, nel senso che se erano soltanto belle non mi dicevano nulla, dovevano essere anche strambe, assolutamente strambe, e questo mi ha sempre messo nei guai.


 

ciò che non mi piace del discorso di orsini

Il prof. Orsini, che pure a molti piace, dice: “Io amo profondamente l’America, che mi ha dato tanto, dove mi sono formato, e vorrei che noi prendessimo il loro spirito pratico. Gli americani pensano prima di tutto a se stessi. Quando vogliono una cosa se la prendono. E se non riescono a prendersela si accordano con qualcun altro per mettertela in culo e prendersela lo stesso. Senza rimorso. Così come hanno fatto in Argentina, così come stanno facendo in Ucraina. Io vorrei davvero che noi prendessimo lo spirito pratico degli americani.” Questo dice Orsini. E a parte il fatto che gli italiani non sanno prendersi le cose perché fondamentalmente non si amano, ma non sono secondi a nessuno nel mettertela il culo – forse perché qui c’è nato Machiavelli, forse perché abbiamo il melodramma nel sangue e ci piacciono le trame complicate e le storie di corna – io nel discorso di Orsini mi sento scoperto nelle mie debolezze, e infatti mio fratello e molti miei amici, che sarebbero d’accordo con lui, è una vita che mi dicono, all’italiana, che dovrei amarmi di più, essere più pratico e imparare a metterla in culo agli altri, all’americana, visto che in fondo gli altri la mettono sempre in culo a me.

domenica 13 marzo 2022

spazio

Stanotte ho sognato che veniva la polizia a casa dei miei perché avevano fatto una rapina a quelli del piano di sotto. Solo che tra quelli del piano di sotto c’ero anche io. Quando scendevo a vedere cos’era successo, i rapinatori avevano fatto una strage di quindici persone e scavato una galleria lunghissima, più di un chilometro, per arrivare fino in banca. “Gesù, dicevo, guardando sconsolato i danni, non potevate fare direttamente la rapina in banca?”. “Sì, mi rispondevano i ladri, ma poi non sapevamo più come ammazzare le quindici persone che ti occupavano casa.” È finita che li ho dovuti pure ringraziare per avermi fatto spazio.  

sabato 12 marzo 2022

il segreto di pulcinella

Io so, diceva Pasolini. Io so i nomi dei responsabili delle stragi. Ecco, se c’è una cosa di cui mi sto rendendo conto in questi giorni sul conflitto ucraino, è la quantità spaventosa di persona che sapeva. Gli ucraini lo sapevano da prima della rivoluzione del 2014 e infatti lo aspettavano già da dieci anni a questa parte. I complottisti lo sapevano perché glielo ha detto Giulietto Chiesa nel famoso video che rivela come lo sapevano anche la CIA e la NATO, e se lo sapeva la NATO lo sapeva anche l’UE, ma lo sapevano persino in Australia, che partecipa alle esercitazioni NATO. Lo sapeva Israele che è pappa e ciccia con gli USA. Putin lo sapeva da un pezzo che avrebbe attaccato e se qualcuno aveva dubbi in merito lo hanno documentato quelli di Anonymous. Ma se lo sapeva Putin lo sapeva anche la Cina, visto che hanno aspettato la fine dei giochi olimpici, e se lo sapevano in Cina probabilmente lo sapevano anche in buona parte dell’Africa, visto che nel frattempo la Cina se n’è comprata metà nel silenzio di tutti. Lo sapeva persino il professor Orsini della Luiss di Roma che rivela come lo abbia detto in Senato che quindi, a sua volta, lo sapeva. L’unico che non sapeva nulla, in pratica, ero io. Ecco, in tutto questo il prof. Orsini, imbronciato e quasi in lacrime, accusa il fallimento dell’Europa e chiede in TV: “Perché nessuno, quando sono andato in Senato per dirlo, ha fatto nulla?” E a me invece verrebbe da chiedere: Ma se lo sapevano già tutti che sarebbe successo, e non l’hanno fatto, chi avrebbe dovuto fare qualcosa? Gli alieni? Se lo sapevano già tutti da anni, persino i pinguini in Antartico, non è la prova più evidente che tutti stavano semplicemente aspettando che scoppiasse? Non è già un complotto fatto e finito, questo? E mi pare che l’unica cosa che finora nessuno si aspettasse davvero è la strenua resistenza degli Ucraini. L’unica differenza che passa fra essere umani ed essere ingranaggi di un potere che dà già tutto per scontato, persino la vita degli altri. A volte l’umanità fa di queste sorprese. E questo a molti dà fastidio, secondo me, non per lo spargimento di sangue, ma perché li mette di fronte alla propria inutilità e grettezza.

la guerra e la macchina

Ci sono quelli che non vogliono la guerra
E me lo gridano in faccia: Coglione, io non voglio la guerra!
In verità sono stressati. Io vado oltre
E dico loro che non voglio la Macchina.
Tutti che mi gridano: Coglione, la Macchina ci serve!
Ma tu pensa che pace
Se non ci fossero le auto per estendere il dominio
Della corsa. Immagina se ti chiamassero: È la guerra mondiale!
Dobbiamo andare in Russia ma a piedi.
La guerra sarebbe già finita prima ancora di arrivare.
Immagina i Russi che entrano a Kiev senza i loro mezzi corazzati
Senza carri armati – non esistono! – con le suole consumate
Da una marcia di 850 chilometri con lo zaino in spalla
E i carri lasciati indietro coi cavalli, arenati in un pantano.
E prendono una boccata d’aria perché sentono
Che finalmente sono arrivati
E hanno appetito perché 850 chilometri a piedi
Mettono fame. E prendono una boccata d’aria
Perché senza le Macchine l’aria è pulita
Il mondo più chiaro, le strade non hanno cadaveri
Sui bordi. Chi vuol farla più una guerra
A questo punto? Uno
Dopo 850 chilometri è stanco morto.
Cade sull’erba e si addormenta.

il listino

Ci sono quelli che mi confondono per una rivista letteraria e ogni tanto mi mandano i loro libri in visione per una lettura o una recensione. Io mi nego e quelli me lo rinfacciano, tipo stamattina: “Sì, ma a quello l’hai fatta la pubblicità sui social!”. Ecco così che ci ho pensato su e da lunedì comincio a farmi pagare, sappiatelo. Questo il listino dei prezzi: foto semplice del libro su IG e bollino di qualità dell’editore = 20 euro; foto con nota di lettura di 500 battute = 40 euro; con recensione approfondita = 80 euro; con recensione aggiunta e migliorata di Roberto R. Corsi = 150 euro; in costume da bagno con libro infilato nello slip = 200 euro; in costume da bagno con ragazza in posa ammiccante = 450 euro; se mi date 600 euro, infine, vi presento e intercedo per voi presso un altro editore di poesia, così non dovete più fare la fila per farvi conoscere.

giovedì 10 marzo 2022

il lapsus

Scrivo una email di presentazione al giovane proprietario di una prestigiosa libreria di una grande città italiana per chiedere se sono interessati a un rapporto di collaborazione, considerato che in zona ho già quattro autori e sto per pubblicarne un quinto. Aggiungo che in quella città – non priva di un certo campanilismo – nel tempo ho fatto altri tentativi con altre librerie, tutti andati a male, e tutti con l’identica risposta di massima: noi qui vendiamo solo roba fresca, locale, l’autore come il prosciutto si vende all’etto e a km. 0. Questo per me era l’ultimo tentativo e ho puntato tutto sul km. 0. Il libraio mi risponde con un messaggio di nemmeno due righi compreso di lapsus freudiano: “Al momento non siamo interessati, Vi dispiace”. A quel punto non ho saputo trattenermi: “A me non dispiace affatto, stia sereno”.

leggere i giornali

Io quando leggo quelli che scrivono Putin ha 70 anni, quanto vuoi che duri, penso sempre a mio nonno che è morto a 98 anni. Il problema coi dittatori (a meno di congiure col veleno) sono i progressi della medicina. Da una parte ti allungano la vita. Dall'altra la allungano anche a loro. Leggo anche dove metteremo questi profughi se la guerra continua. C'è pur sempre il modello Riace. Ci sono centinaia di paesi vuoti in tutto il centro sud italiano. Per me possiamo darli a loro così come li avrei dati (li darei) agli sbarcati dall'Africa se solo lo avesse permesso quel tipo che solo due anni fa stava per diventare primo ministro (sondaggi alla mano) e oggi perculano persino in Polonia.

martedì 8 marzo 2022

fratello

Stasera ho cenato con alcuni amici a una tavola piena di bambini e donne ucraine. Di questo incontro faremo poi un articolo. Io qui posso dire che c'era un bambino con gli occhi azzurri e vivaci che era il ritratto sputato di mio cugino da piccolo e che mangiava un piatto di pasta al sugo con un piacere nello sguardo che era bello soltanto stare lì a guardarlo. Una donna ucraina mi ha detto che spera finisca presto, ma soprattutto che, così come nessuno ucraino sano di mente vorrebbe abbandonare la sua casa per venire qui a fare il migrante, allo stesso modo nessuno vuole arrendersi ai russi. Ci stanno bombardando, e mentre ci ammazzano hanno il coraggio di dire che lo fanno perché sono nostri fratelli. Tu lo vorresti uno che ti chiama fratello e mentre ti chiama fratello continua a picchiarti in testa per anni e anni?

capire

Mio padre, come i bambini, non vuole prendere le medicine. Fa i capricci, eppure è ipocondriaco. Così, fra l’una e l’altra lamentela, corre in farmacia, compra chili di pasticche, collirio, integratori e sciroppo a litri. Poi ci ripensa, non li prende più, la gola si chiude, il corpo li rifiuta, li sputa nella pattumiera. Si spaventa di se stesso. Perché il mio corpo non vuole più le medicine? Allora si inventa delle contro-malattie che forse presto lo uccideranno, a cominciare dalla cura mancata. Si commuove, si agita, diventa complottista. Tutta colpa del vaccino, insiste. Da quando mi hanno fatto quello sto meglio e peggio insieme. Non si capisce più nulla!

mostri

Quelli che scrivono Kirill è un mostro per le sue dichiarazioni contro i gay e si scordano di scriverlo da uno dei paesi più omofobi d’Europa.

domenica 6 marzo 2022

ustione

Stasera, complice un mio sogno di ieri, mi sono riletto Colazione da Tiffany di Capote. Ho attaccato per gioco poco prima di cena e sono andato avanti non riuscendo più a staccarmi. L'ho finito poco fa e confermo che sono le storie che preferisco quelle che puoi leggere tutte d'un fiato. (Che si scrivono a fare i romanzi lunghi?). Ero talmente preso che a un certo punto mi sono ustionato la lingua col brodino. Fine ingloriosa di un romantico pre-pensionato.

sabato 5 marzo 2022

pensione

Stanotte ho sognato di essere in videoconferenza con Truman Capote, Robert Plant e Fabrizio Miliucci e dopo lunga discussione ci siamo espressi sulla domanda se fosse meglio essere pensionati con una sola certezza o continuare a scrivere libri senza nessuna certezza, manco di successo postumo. Nel sogno decidavamo per la pensione, ma ora non so più dire se questo sia solo il frutto dei miei timori inconsci oppure la verità nuda e cruda che finora mi sono negato. (Guccini in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante).

venerdì 4 marzo 2022

les carabiniers

Ho appena finito di vedere quello che, almeno per i miei gusti, è uno dei più bei film di Godard dei Sessanta, l’assai sottovalutato Les Carabiniers del 1963. Realizzato in appena tre settimane, al contrario di altri suoi film ha una trama solida, probabilmente perché adattato da un testo teatrale insieme a Roberto Rossellini e Jean Gruault. Girato in un efficace bianco e nero sporco, il film è chiaramente debitore tanto di Brecht, soprattutto per l’uso delle didascalie, quanto di certo cinema neorealista e per certi versi ricorda il primo Pasolini. Non ha però una trasposizione in italiano – si può vederlo solo in francese coi sottotitoli – perché l’arma dei Carabinieri all’epoca si sentì offesa dall’adattamento di Rossellini e da come si vedevano rappresentati. Una cosa simile era già capitata cinque anni prima con La grande guerra di Monicelli, che ha qualcosa di simile nel soggetto, quando l’esercito si ritenne offeso dall’immagine che se ne dava e pretese un riscatto finale dei due protagonisti. Ma nemmeno in Francia il film andò bene, tanto che Godard corse ai ripari girando immediatamente Il disprezzo attraverso cui riprese quota al botteghino mostrando il culo della Bardot, insieme a quel genio di Fritz Lang e a Villa Malaparte. Di cosa parla il film di Godard? Di due poveracci che vivono nelle baracche con le loro compagne e vengono arruolati dai carabinieri (fucilieri) del re con la promessa di potersi facilmente arricchire in guerra, attraverso il saccheggio. Quando vanno in guerra uccidono, stuprano, rapinano senza il minimo rimorso, ma quando tornano a casa sono più poveri di prima. Allo scoppio di una rivoluzione vengono ammazzati, proprio dai carabinieri, per ordine del re. Rispetto a quello di Monicelli in questo caso non c’è nessuna maturazione o riscatto personale: i due protagonisti sono degli imbecilli amorali che non solo vengono abbruttiti dalla guerra, ma muoiono senza nemmeno capire il male che hanno fatto. Ragion per cui il film all’epoca venne letteralmente stroncato dalla critica che rinfacciò a Godard – ingiustamente – di aver semplificato la guerra e per questo offeso le sue vittime. Il pubblico, in ogni caso, preferì Il disprezzo.

giovedì 3 marzo 2022

dell'ipocrisia che c'è in ognuno di noi

Comincio da me. C’è una ragazza, bella e cazzuta, e legge anche bei libri. Vorrei poter dire che la seguo sui social per tutti questi motivi, in realtà lo faccio soltanto perché pubblica un sacco di foto in costume da bagno. La ragazza è fortemente politicizzata: quindi è Novax, no GreenPass, e contro la politica migratoria disumanitaria dell’Europa. Va bene, finché oggi condivide il post pro-putiniano di un tipo che sostiene come gli Ucraini sono fascisti assassini armati dalla Nato e tutte le notizie che abbiamo sentito fino a oggi sono taroccate: le vere vittime qui, dice, sono i Russi. Va bene, finché in alto, sul profilo di questo tipo, non leggo COMPRATE IL MIO LIBRO con link che rimanda al suo libro pubblicato e venduto con Amazon, libro in cui parla di come l’Occidente ci sta fottendo tutti, togliendoci la libertà con la sua falsa informazione. E qui non va più bene, qui si entra nel mio campo e, se altrove posso sbagliarmi, di questo sono sicuro al 100%: uno che fa lotta all’Occidente (inteso come sistema politico, sociale, economico, filosofico) scrivendo post sui social di Zuckerberg e pubblicizzando il suo libro pubblicato con Amazon, che poi sono l’apice perverso di questo sistema, o è un fesso di prima categoria, oppure fa tanto schifo quanto la Nato, perché predica bene e poi razzola male come tutti noi.