“Ma se l’Ucraina è così tanto democratica – mi scrive uno molto furbo – perché hanno vietato il Partito Comunista?” Gli rispondo che anche Brodskij, che era russo, odiava i Comunisti perché da loro era stato perseguitato ed esiliato, anzi se c’era una cosa che trovava rivoltante del nostro Paese – lui che lo amava tanto – è proprio che l’Italia avesse un Partito Comunista fra i più attivi d’Europa. Non riusciva ad accettare quella che ai suoi occhi era una contraddizione fra bellezza e barbarie. “Ma sei sicuro – mi chiede il molto furbo – che non sia una fake news? Che ne sai tu di chi c’è dietro a questo Brodskij?” Ecco, questo è il punto in cui non ce la posso fare, non so più che rispondere. Come glielo spieghi a uno che non ha mai letto un libro chi era Iosif Brodskij, poeta, morto nel 1996 e sepolto a Venezia? Come glielo fai capire se nemmeno gli interessa saperlo perso com’è nelle sue trame geopolitiche? Circa un mese fa, quando è scoppiato questo conflitto c’era gente benintenzionata che scriveva: “Prima di sparare a zero su tutto, informatevi”. Ma a chi lo dicevano? Al popolo più analfabeta d’Europa, quello che nelle classifiche dei lettori è all’ultimo posto del continente e al primo fra i consumatori di telefonia mobile? Ci lamentiamo della propaganda russa o americana e non ci accorgiamo che noi siamo le vittime perfette di qualsiasi propaganda, perché abbiamo un solo canale di conoscenza del mondo: lo smartphone, e chi controlla i social controlla tutti. Tolti quelli, nel paese tanto amato da Brodskij, resta il nulla, il medioevo, il Vaticano (con buona pace di Papa Francesco che a modo suo ci prova a rinnovarlo ma è una partita persa in partenza perché il Vaticano siamo noi che pontifichiamo su tutto, dall’alto della nostra superiorità cacata dal Cielo).
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