venerdì 18 marzo 2022

hitchcock e il romanzo

Hitchcock in uno dei passaggi più interessanti del suo libro intervista con Truffaut dice che la forma narrativa più vicina al film – per sintesi, compattezza, gestione dei tempi e della tensione emotiva – è il racconto, non il romanzo. Quando spesso si dice che da un buon romanzo è stato tratto un cattivo film, nella maggior parte dei casi, dice Hitchcock, la colpa è del romanzo che ha voluto strafare. Perché un libro è sempre qualcosa di più di una trama e volerne a tutti costi fare un film è come voler infilare il mare in un bicchiere. Unica soluzione, dice Hitchcock, per cavare un buon film da un libro, è riscrivere da capo il libro per trarne una sceneggiatura degna del lavoro di un regista, infischiandosene sia del libro sia della volontà dello scrittore. Qui l’unico autore ad avere diritto di parola è il regista, e infatti i film più belli tratti da libri sono quelli che li tradiscono puntualmente per seguire la propria vocazione. Ecco perché, consiglia Hitchcock, a chi voglia attingere dalla letteratura per i suoi film, è sempre meglio ricorrere a un racconto, oppure a libri di serie B (polizieschi in primis) perché possono essere più facilmente riscritti e anche perché, se li riscrivi da cima a fondo, nessuno si lamenterà troppo dei cambiamenti avvenuti. (Non a caso, pensavo oggi, il cinema è sempre più in crisi surclassato nel gradimento del pubblico dalle fiction: è in fondo ancora una volta la vittoria della forma mentis del romanzo su quella del racconto breve).

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