venerdì 31 marzo 2023

intervista

INTERVISTA AD ANTONIO LILLO FATTA DA ANTONIO LILLO (A CUI SONO MOLTO GRATO PER QUESTA POSSIBILTÀ).

D: Io ti leggo sempre con grande spasso, però non posso fare a meno di notare anche una certa disillusione, un’amarezza in ciò che scrivi. Quindi comincio chiedendoti, ti piace la poesia?
R: In verità no. Prima pensavo di sì, ma poi ho capito che no. O meglio, più no che sì. Non è che la odio proprio, ma tutto sommato vivo meglio quando non mi sta davanti.
D: Con che criterio scegli gli autori che pubblichi?
R: In generale provo prima di tutto a sbolognarli ad altri editori. Se non riesco a sbolognarli ad altri vengo a patti con loro…
D: Ma come li sbologni? Ma perché fai l’editore allora?
R: Meglio che andare a lavorare…
D: Vabbè, ma ci sarà un ritorno economico in quello che fai…
R: No, ma che ritorno? A chi chiedi chiedi, questa è una delle pochissime certezze di questo mestiere: non c’è un ritorno adeguato.
D: Non riesco a capire, scusa, da un punto di vista letterario non ti piace ciò che fai, da un punto di vista economico è un settore senza prospettive di crescita. Ma perché lo fai?
R: Come dicevo sopra, dovendo far finta di lavorare, ho un sacco di tempo da occupare mentre aspetto di morire…
D: Lillo, tu ci stai prendendo in giro. Ma noi sappiamo che fai un ottimo lavoro, e sulla lunga distanza il tuo lavoro sarà premiato… Anzi, adesso hanno finalmente inaugurato il premio Strega Poesia! Cosa ne pensi?
R: Penso che se ai piani alti hanno fiutato l'affare forse adesso gireranno un po’ di soldi e molti provoloni si caleranno le mutande!
D: Tu dici che adesso i provoloni…?
R: Anche le scamorze! Non i caciocavalli, però…
D: Lillo, ti sento stupidamente pessimista…
R: È l’andropausa incipiente…
D: Vabbè, in chiusura dicci almeno una cosa buona per i poeti che ti leggono…
R: Io dico che se Mussolini ha scritto anche poesie c’è speranza per tutti, anche per i poeti, di arrivare a qualche posizione di potere impegnandosi.

sogno della scala

Nel sogno la città, che sembrava immersa in un umido paesaggio invernale, era coperta dal fango, un fango nero e denso come pece da cui emergevano a ogni passo le carcasse squartate dei cani, le ossa dei loro costati rosicchiati dal fango. Io la osservavo stando sospeso sul mondo, in equilibrio incerto su una scala a pioli dagli alti e scivolosi gradini. Mi agitavo per colpa di uno dei pochi cani ancora vivi, un cucciolo che tenevo nascosto nella tasca della giacca e tentava di scappare sbilanciandomi. Ero in dubbio se scendere a terra o risalire di sopra verso un appartamento sospeso dove una donna mi chiamava mostrandomi il petto nudo e i seni vistosi accanto a un grande comò nero anch’esso i cui cassetti si spalancavano come bocche. Potevo scegliere fra di lei che mi avrebbe accolto in cambio del cane che nascondevo, che avrebbe infilato nel comò e trasformato in un caldo vestito per coprirsi, oppure scendere col rischio che il cucciolo finisse in pasto al fango che lo avrebbe disciolto. E senza più speranza, nel dubbio su quale fosse la fine meno dolorosa per il cucciolo, stavo fermo sulla scala, cercando di non perdere del tutto l’equilibrio e cadere di sotto spezzandomi il collo, uccidendo entrambi inutilmente.

uno nessuno e cento lillo (2)

Autore che si propone e mi scrive: Ciao, pensa che buffo, io mi chiamo Lillo e anche tu ti chiami Lillo. Non sarebbe bellissimo se un Lillo pubblicasse un altro Lillo? Solo a pensarci non sto più nella pelle! – E ancora non gli ho detto che pure il nostro tipografo si chiama Lillo… (Immagina un mondo di Lillo!).

giovedì 30 marzo 2023

proteste

Ho appena visto un video dove si vedono gli agguerriti protestanti in Francia talmente protestosi che da una parte c'erano quelli più vecchi che non volevano si alzasse l'età pensionabile da 62 a 64 e dall'altra c'erano quelli più giovani che gridavano che col pianeta in fiamme le pensioni andavano abolite del tutto perché se qualcuno la prende fa una ingiustizia verso chi non la prenderà mai perché lo abbiamo sfruttato. E i primi, che si sentivano loro gli sfruttati, si incazzavano coi secondi e gridavano: Ma che dite? Ma che dite? Figli di papà! Andate a lavorare!

a forza di tirarmi i piedi

Ci sono sere che vado a dormire con l'idea che potrei andarmene nel sonno e tutto sommato andrebbe bene anche così. Poi non succede mai, ma ogni volta faccio gli strani e articolati sogni che racconto il giorno dopo. Si vede che a forza di tirarmi i piedi alla testa viene voglia di vagare.

regali

Autrice mi chiede se voglio comprare una copia del suo libro pubblicato con un altro. Dice che visto che lo ha mandato prima a me e io l’ho rifiutato, proprio perché l’ho rifiutato costringendola ad andare da un altro, sono un poco responsabile del destino del libro, quindi almeno 13 euro potrei spenderle per darle una mano. – Ma io il libro l'ho già letto, che me ne faccio? – Lo puoi sempre regalare! – Ecco che mi è venuta fuori un’idea regalo per il futuro: comprare libri che io non pubblicherei per regalarli a persone che non vorrei avere intorno. Chissà se funziona?

mercoledì 29 marzo 2023

uno nessuno e cento lillo

Uno mi scrive via email per chiedermi se sono interessato a pubblicare la sua opera già pubblicata col self-publishing per la quale adesso cerca un editore, gli rispondo di no. Il giorno dopo lo stesso tipo mi contatta in chat con l'identico messaggio e io ancora a dirgli di no. Infine, poco fa, sulla chat di IG mi scrive nuovamente per proporsi. Io allora sbotto: Scusi ma è la terza volta che mi scrive, non le bastavano i primi due rifiuti? Mi risponde che non pensava che fossi la stessa persona delle altre due volte.

lunedì 27 marzo 2023

messaggio da un autore

«Buonasera, vorrei proporvi la mia raccolta poetica, selezionata come finalista in diversi premi senza mai vincerne uno, sono un autore isolano e isolato, abbastanza fallito da avere zero case editrici interessate ai miei progetti e abbastanza solo da inviare questo messaggio di sabato sera».

mondo sommerso

Stanotte ho sognato di riuscire ad aprire un posto che abbinava alla casa editrice un piccolo bar, come un caffè letterario ma senza vendita libri, un angolo teatrale in fondo, palco più pianoforte su cui organizzare performance, reading, corsi di recitazione, e di lato una cabina radio dove trasmettere live tutto il giorno, ma tipo radio pirata aperta ai poeti che volessero leggere versi. Nel sogno avevamo dato anche un nome a questo posto: MONDO SOMMERSO. Solo che quando la cercavi su Google Maps ti portava allo studio di Pierpaolo Miccolis.

discorsi

Voi parlate tutta la sera di cifre e di acquisti e siete convinti di parlare di pittura, parlate di premi e di cenacoli e il discorso è sulla letteratura, parlate di sesso e credete di parlare di amore. Andate a una cena di gala in favore dei bambini abbandonati e vi accorgete che la maggior parte dei bambini abbandonati, che voi volete contribuire a soccorrere, sono stati partoriti da alcune signore presenti, già di facili costumi. Parlate con un generale: ha una crisi religiosa. Parlate con un religioso: ammira le teorie di Clausevitz sulla guerra totale. Parlate con un giovane rivoluzionario e dalle sue parole esce l’orrida ammirazione per tutte le cose che non possiede, gloria, denaro, donne, e che egli copre di insulti. Accarezzate una bambina chiedendole quanti anni ha e che scuola frequenta e scoprite che ha già vinto un concorso di bellezza. […] Gli idealisti non muoiono più in esilio, ma passano da una crisi politica a una crisi distensiva. Le donne evolute non hanno che uno scopo: cambiare sesso. Molti uomini pensano invece a un terzo sesso, che sta imponendo le sue leggi sociali, biologiche, e la sua letteratura.

Ennio Flaiano, Le ombre bianche, 1972 (Adelphi)

domenica 26 marzo 2023

verso + voce

Ho letto adesso che oggi pomeriggio è morto Ivano Marescotti che per me era soprattutto la voce teatrale di Lello Baldini. Lo so che può sembrare poco da dire per un attore che ha fatto così tanto, ma un testo è sempre verso + voce che danno vita a un mondo. Il mondo di Baldini era sempre qualcosa di vagamente spostato, di folle, come se un certo tipo di follia romagnola con il suo spirito ferino, le atmosfere sulfuree, fosse stata trapiantata nella follia urbana di Milano ereditata dal Porta, con questi ritmi lunghi, ronzanti, ondivaghi, pieni di domande non risolte. Non era facile abitare in questo mondo, ma Marescotti lo aveva fatto suo, se lo coccolava come una chioccia anche se si scherniva dicendo di non parlare proprio lo stesso dialetto, lui era di Bagnacavallo, non di Santarcangelo. Ma tutto tornava se inquadrato in questo lieve slittamento. Così Baldini era il verso e Marescotti la voce. Il tema la follia del mondo. Con Marescotti è finito il mondo, e ora ci resta soltanto una follia senza la bussola.

corda

Mimmo Maffei stavolta lo incontro in piazza, davanti all’ospedale, mentre sta fissando in maniera molesta una ragazza seduta in auto. – Se n’è andato un altro socio bevitore, mi dice. – Lo conoscevi? – (Fa segno di sì con la testa.) Quando era lucido era bravo, educato, quando non era lucido era meglio scansarlo… (Fa una smorfia.) Vabbè che alle sette del mattino stava già con la birra in mano. Era quella la sua colazione. È morto giovane, però, peccato. – Io se mi viene una malattia seria, gli dico con convinzione, invece di aspettare mi butto giù da un balcone. Li ho visti gli ospedali. Se il medico mi dice che ho una malattia seria mi butto dal balcone piuttosto che andare in ospedale. – Mimmo mi guarda. Se un giorno ti vuoi buttare dal balcone chiamami che ti porto una corda, così se cambi idea ti puoi afferrare. – Eh, ma se mi butto per morire, non la voglio mica una corda. – No. Se ti butti e non la usi è un fatto. Se la corda non ce l’hai proprio è un altro fatto. È diverso.

sabato 25 marzo 2023

orazio

 Orazio, ovvero l'uomo che mi fa le pulci sulla contabilità di Pietre Vive. Qui sorride, ma ogni tanto mi chiama e dice: "Antonio non capisco, se vendiamo libri, questi soldi da dove arrivano?" Vagli a spiegare tutta la faccenda del riciclo di denaro sporco dietro la facciata della casa editrice...


 

arte e storia

Negli Stati Uniti una prof viene licenziata perché mostra foto di un'opera d'arte rinascimentale che dicono rasenti la pornografia. In Europa, dove ce la ridiamo per una tale censura, invece sulle opere d'arte si butta direttamente la vernice per fare le dimostrazioni. Perché la censura no, ma la vernice a fin di bene sì. Per fortuna che peggio di noi stanno almeno in Medioriente, dove le si distrugge direttamente con gli esplosivi e allora salviamo un po' la faccia verso la storia.

altre due cose sullo strega

Mi sento di dire due ultime cose sul premio Strega Poesia. Prima cosa, che magari farà bene alla causa della poesia come business editoriale, ma non a quella dei poeti come persone, e si è rapidamente trasformato in un premio divisivo perché funziona idealmente come quella cosa di gettare le brioches ai poveri così i poveri si scannano fra loro per mangiarle, cioè sollevando il velo e mostrando che la poesia non è poi quella cosa alta e nobile che tutti descrivono ma è fondamentalmente una guerra fra poveri, in cui siamo tutti succubi, anche chi ne sta fuori e sente il bisogno di parlarne come faccio io, che sono poverissimo. Seconda cosa, che ho letto proposte in cui si suggerisce di creare, come per la prosa, un comitato di amici della domenica che presentino i libri invece di chiedere agli editori di autocandidarsi, e pensandoci mi è sembrata un'idea fuori dal mondo, perché chi è che legge così tanti libri di poesia oggi in Italia, compresi gli addetti ai lavori? Ma voi vi rendete conto di quanti libri in versi vengono pubblicati ogni anno? E chi li vede tutti? Come, senza una reale circolazione? Chi sa il meglio che c’è, se oramai la poesia gira in semiclandestinità e gli unici titoli che leggi, a parte i soliti nomi, sono quelli che ti regalano gli amici poeti? Io per primo, che per lavoro leggo moltissima poesia spesso prima ancora che diventi libro, più di metà dei titoli proposti non li conosco, magari conosco gli autori, ma se non ho un’idea precisa del quadro, come faccio a presentarne uno solo? Con che criterio? Con che faccia? E a scapito di chi? Nella poesia non ci sono abbastanza amici per tutti.


polpette

Nella gioia ci si aggrappa sempre a cose semplici, forse perché sono le più facili da rievocare. Chi me lo avrebbe detto un giorno che uno dei miei ricordi più luminosi è quello di mio padre che con appetito salutare divora un piatto di polpette al sugo e fa pure la scarpetta, lasciandoci il complimento di due foglie di alloro nel piatto e se la ride. A dirlo sembra quasi una sciocchezza, ma non devi dare nulla per scontato.

venerdì 24 marzo 2023

proposta

Ragazza che mi chiama dall’altra parte d’Italia per farmi, dice, una seria proposta editoriale. Le chiedo come mai, con tutti gli editori che ci sono in giro, si propone a me e lei: Perché ho sentito tanto parlare di voi e mi sembrate giovani e innovativi. Voglio un editore giovane! – Eh innovativo forse, ma giovane… non sembra ma ne ho 46. – Ma dai, mi fa passando al tu, dalle foto mi sembri così carino, così dolce. E poi Antonio, non per farmi gli affari tuoi, ma tu una moglie ce l’hai?


l'aria

Mentre siamo in fila in banca un signore guarda fuori dalla vetrata e comincia a declamare la bellezza di giornate così che puoi andartene al mare. Un altro, incalcinato dal cantiere, coi denti gialli e spezzati, gli risponde che è più bello ancora andarci in inverno, quando puoi respirare l'aria a pieni polmoni, non c'è nulla di bello come l'aria dice. Socchiude gli occhi: "E quanto è bella l'aria respirata in un bosco dove non c'è nessuno, quando stai sotto una grande quercia! Che te le fai del mare?" Io mi stavo commuovendo dalla poesia che esprimeva il suo sguardo, finché non aggiunge: "E se c'è una signorina che ti fa un bel lavoro di bocca, come si respira bene quando te lo fa! Un capolavoro!" E piega i denti spezzati in un sorriso brutto e malizioso da simpatica malerba.

banca

Gli artigiani al lavoro mentre lucidano la targa della "Cassa Rurale e Artigiana" che sta alla base della "Banca di Credito Cooperativo" di Locorotondo. La Cassa Rurale, creata nel 1953 come banca dei contadini, è stata fondamentale nella trasformazione economica del paese che nel giro di un secolo è passato dell'estrema povertà di inizio 900 descritta da Bianciardi nei suoi diari all'odierna agiatezza di cui è testimone Lillo.


 

giovedì 23 marzo 2023

il poeta giardiniere

Volevo fare un sacco di cose interessanti oggi, ma ho passato il pomeriggio a strappare la rucola fiorita che infestava il giardino, sognando tutte le spaghettate che non mi sono fatto quando invece era tenerella. Eccovi un perfetto esempio di poeta bucolico e alla fame, e anche un po' sudato.

comunicazione

A ribadire che qualcosa non ha funzionato nella comunicazione del premio, un amico editore mi ha fatto leggere adesso una email che gli è arrivata dalla segreteria del premio Strega in cui la segreteria rammenta agli editori che i 135 titoli iscritti al premio non sono finalisti né un bel nulla, quindi intima a tutti gli editori di non usare il logo (registrato) del premio Strega a fini pubblicitari. Insomma, cari autori, vi hanno indicato sul loro sito con nome cognome e titolo dell'opera, ma se provate a fare un post in cui dite che state allo Strega aggiungendo il logo del premio, state facendo un abuso perseguibile a termini di legge, perché per il premio Strega non siete ancora nessuno che riconoscano. Contenti voi.

sogno della bocca

Nel sogno per uno strano problema di salute mi si staccava la bocca che restava appesa e penzolante come dai fili di una giostra, impedendomi di parlare. Così decidevo di andare a chiedere consiglio a Lisetta Carmi, che ne aveva viste tante, ma dopo averla cercata a lungo senza trovarla – tutti mi dicevano che era già morta – sceglievo di rinunciare alla mia voce e partivo per l’Africa per riempire il vuoto. Ma non facevo in tempo a vederne le coste rocciose che, sognandola da lontano, ero morto anch’io. Mi ritrovavo così, dopo un lunghissimo giro, nel giardino di casa, dove i miei amici festeggiavano la mia morte ballando, mangiando il mio cibo, camminando sopra di me che stavo a terra, né potevo mangiare con loro – non avendo più bocca per masticare – ma ogni tanto si fermavano a parlarmi, mi facevano conoscere i loro figli e io pensavo che belli.

mercoledì 22 marzo 2023

logo

Uno che mi scrive per chiedermi se gli impagino un libro da stampare in un centinaio di copie e se gli metto in copertina, sotto il nome, il logo di Einaudi. Per farne che? Dice che fa più figo che mettercene uno come il mio. Provo a spiegargli che è una cosa illegale usare il logo di una casa editrice, ma tanto, mi dice lui, i miei amici mica vanno in libreria. Chi se ne accorge?

date

La giornata mondiale della poesia (21 marzo) sta esattamente fra la giornata della felicità che manca (20 marzo) e quella dell'acqua che è poca (22 marzo). Quindi la felicità che manca porta alla poesia che porta alla difesa dell'acqua che resta, infatti è risaputo che i grandi poeti ne bevono sempre molto poca e si lavano con parsimonia. Infine il 24 marzo arriva la giornata della tubercolosi, nel segno di Coleridge che ne è morto.

martedì 21 marzo 2023

menomale che è lo strega!

Non voglio sembrare polemico, anche perché ci partecipano degli amici per i quali faccio il tifo, ma non riesco ad entusiasmarmi per questo Premio Strega Poesia che non smentisce la cattiva opinione che già ne avevo a pelle. Riconosco che di suo rende benissimo l’idea dell’odierno panorama poetico italiano, dove si presentano senza alcun criterio critico “135 partecipanti” fra autori di talento e illustri o infimi sconosciuti; piccole, grandi e grandissime case editrici affianco a realtà editoriali che dire al limite del truffaldino o del self-publishing è poco; due case editrici di quelle importantissime che sono presenti con ben 4 titoli a testa e altre sette importanti presenti con 2 titoli a testa, con praticamente quasi tutto il comitato scientifico che pubblica o lavora con queste case editrici! Non sarebbe così grave, se non fosse che il regolamento richiedeva esplicitamente agli editori di presentare un solo titolo per ciascuno, escludendo in questo modo anche bellissime penne che sono state sacrificate alla regola dell’uno per uno, coi risultati di cui sopra. Invece, si spiega nella pagina di presentazione, i titoli aggiuntivi sono stati “richiesti dal comitato scientifico”, ovvero imposti dalla giuria, e fra questi si nascondono probabilmente i nomi dei vincitori più o meno annunciati, quelli per cui chi li ha proposti voterà. A me fa incazzare e farà incazzare sempre questa cosa, la solita disparità fra i partecipanti, che da una parte vengono presi nel mazzo a casaccio, per far numero, e senza troppi filtri o distinzioni purché non si allarghino, e dall’altra si avvantaggiano sempre e soltanto i soliti, i più quotati, quelli che vincono sempre perché sono nati per vincere. E menomale che è lo Strega. Come direbbe Piero Ciampi: ma vaffanculo!

lunedì 20 marzo 2023

ambizione

Oggi durante un corso in una scuola un professore pieno di entusiasmo mi si avvicina e mi dice: Dr. Lillo, approfitto di lei, io sono tanto ambizioso e sogno di diventare il nuovo Stephen King italiano, mi dica lei che è del mestiere, come posso fare? Da dove comincio? — Ti capisco, trovare un editore non è mai facile all'inizio, però non ti arrendere. Cos'hai scritto, un romanzo, dei racconti? — Ancora nulla. Però sono pieno di idee! — Ecco, io magari al posto tuo comincerei a scrivere...

domenica 19 marzo 2023

propaganda e contropropaganda nella festa del papà

Per la propaganda ha rapito circa 600 bambini per mangiarseli come l’orco cattivo delle fiabe o al massimo come Stalin, il “piccolo padre” del popolo russo che dicevano avesse questo vizietto. Per la contropropaganda, invece, ha adottato e dato una casa e una famiglia a 600 orfanelli bisognosi di affetto. In ogni caso, mi pare, è indiscutibile che la figura di Putin sia l’archetipo del perfetto padre europeo, un uomo dal cuore e dalla fame immensi degno di tutte le storie che su di lui si raccontano. A lui e a tutti i papà del mondo io faccio i più sinceri auguri.

la macchia

Guardando le immagini di Palazzo Vecchio imbrattato di arancione mi i sono appena ricordato della mia prima azione dimostrativa, attuata contro le forze di potere di casa mia, ovvero mio fratello appena nato, che mi toglieva tutte le attenzioni dei miei genitori quando avevo tre anni. Non mi andava proprio giù, così presi una scatola di pastelli a cera e imbrattai i muri di casa con quello che a conti fatti fu la mia prima opera d’arte, un pastrocchio a colori che si stendeva in basso lungo tutta la parete del salotto e per la quale mi presi due sonori schiaffoni da mio padre da cui mi derivò, in tutte le foto dell’epoca, l’espressione ferita e piena di triste rassegnazione per il destino che mi aspettava di eterno secondo, pur nella mia primogenitura, verso mio fratello. Dopo mia madre si sforzò a lungo di lavarla via, senza mai riuscire a cancellare del tutto quella macchia, che rimase lì come traccia di quel mio primo malessere esistenziale, ma sparì dalla nostra vista soltanto anni dopo, quando cambiammo casa.

sabato 18 marzo 2023

staccare gli italiani dal telefono

Ho letto adesso che tutte le date italiane dei concerti di Bob Dylan sono andate esaurite. I concerti di Dylan sono a pagamento: circa 140 euro a persona. Non solo, Dylan impone al pubblico di non usare il telefono durante il concerto, e di pagare a spese loro gli speciali sacchetti in cui chiudere e custodire i telefoni censurati: 5 euro a sacchetto. Siccome Dylan non è Lady Gaga, ma nemmeno i Maneskin, per me questa è la riprova di ciò che ho sempre pensato, che quando il pubblico piange miseria per comprare un cazzo di libro a 12 euro sta spudoratamente mentendo. E che se si vuole, in nome della cultura, si può fare anche questa cosa che sembra davvero impossibile per gli spettatori italiani: staccarli per due ore dal loro telefono e fargli sganciare soldi per farlo, proprio come quando vanno in terapia.

brecht ha scritto anche brutte poesie

Va detto che Brecht, che spesso viene citato come poeta della bruciante ragione e della lotta a qualsiasi potere, ha scritto anche brutte poesie. Ad esempio, a metà di quel capolavoro che è "Poesie da Svendborg", suo ultimo libro di versi pubblicato in vita (e tradotto in Italia da Franco Fortini), c'è una lunga poesia dedicata a Lenin appena morto in cui si invoca Lenin chiedendogli di ritornare subito in vita per combattere tutti gli "oppressori del mondo". Già allora doveva suonare retorica, ma letta oggi mette addirittura in imbarazzo. Soprattutto se si pensa che Brecht non era l'ultimo scemo di guerra, né ignaro delle contraddizioni di Lenin nella gestione della rivoluzione russa, contraddizioni che pure aveva evidenziato Rosa Luxemburg a cui Brecht era legato tanto da dedicare anche a lei, con molta meno retorica e più sentimento, ben due epitaffi. Le vie del poeta sono spesso oscure, e ancora mi chiedo perché la scrisse e, ancora di più, perché la pubblicò, eppure... eppure la scrisse e la pubblicò. Evidentemente serviva all'architettura del libro. Io però mi sono immaginato Brodskij che la leggeva col disgusto dell'esiliato (lo stesso disgusto che probabilmente aveva vissuto anche Brecht scacciato dalla Germania dell'imbianchino Hitler) e subito dopo esprimeva la sua celebre stroncatura secondo cui Brecht non era un poeta. Come dargli torto, dal suo punto di vista?

gli aperitivi

Ecco una delle nuove librerie molto eleganti che – dopo anni di politiche culturali in cui ogni esperienza culturale deve necessariamente mischiarsi col “food” per funzionare – si reinventa libreria con angolo bar e ristorantino annesso, e fin qui è ok per me, ma quando li contatti per una presentazione e ti chiedono sia lo sconto sui libri sia un minino sindacale di consumazioni cominci a storcere il naso. Avremmo consumato comunque, ma se mi indichi tu il numero minimo tassativo di posti da riempire mi togli ogni gusto. Insomma, devo venire a mie spese, fare io la comunicazione per l'evento perché tu guadagni più dalle consumazioni che ti sto assicurando che dalle vendite dei libri, riempirti la serata cercando di non essere troppo noioso (perché “non tutti in sala sono lì per il libro”) e visto che mi sto proponendo pagare un tot di consumazioni per ripagarti dello spazio che mi concedi. A un certo punto pensavo di dover portare da casa anche la vasellina, ma mi hanno assicurato che quella la forniscono loro con gli aperitivi.

venerdì 17 marzo 2023

foto storiche

Locorotondo, giardini pubblici, anno 2011. Una di quelle foto di gruppo che fra qualche anno finiranno nei libri di memorie del paese. 


 

lo stronzo

Poco fa una lettrice mi faceva notare come ogni volta che scrivo certi post più sconfortati sul lavoro editoriale, io mi faccio un cattivo servizio perché, per eccesso di onestà, faccio un po’ la figura dell’editore sfigato, e la gente tutto è disposta a perdonarti tranne l’insuccesso. È una cosa che mi rimproverano tutti i miei amici, da sempre, di non sapermi vendere a dovere. Devo dire grazie a questa lettrice perché mi ha scritto con vera simpatia, come gesto di attenzione verso di me. E aggiungo che il suo messaggio mi ha fatto pensare a un racconto di Flaiano, forse il suo più bello, dove c’è un tipo che viene invitato a una festa da alcuni ricchi viziosi e invece di godersi l’orgia in corso, come farebbe qualsiasi imbucato, comincia a fare dei discorsi in cui rovina il gioco perché svela lo schifo che c’è dietro, così alla fine lo cacciano dalla festa in malo modo, umiliandolo e apostrofandolo come “stronzo”. Ecco, io nella grande festa dell’editoria italiana, mi sento come quel personaggio di Flaiano, non l’imbucato alla festa che sta zitto e se la gode, ma lo stronzo che non ce la fa a stare zitto e per questo viene scacciato.

il pubblico

La mia giornata comincia con una foto di Franco Arminio da una sua presentazione a Roma piena zeppa di pubblico, cosa assolutamente non scontata visto che ormai anche le presentazioni vanno deserte. L’altro giorno, di contro, leggevo un post in cui ci si lamentava del fatto che sempre a Roma una presentazione di De Angelis per la sua traduzione di Lucrezio fosse andata “bene ma non benissimo”, e soprattutto gli mancavano intorno i poeti. Anche da Arminio mancavano i poeti, ma non se n’è accorto nessuno perché c’era il pubblico. Il punto direi che è proprio questo. Che te ne fai di appartenere alla setta dei poeti estinti se poi non vengono nemmeno alla tua presentazione, se non fanno gruppo con te? (E io stesso non potrei parlare, perché non faccio gruppo né coi poeti né col pubblico). Poi ce la prendiamo con Arminio, dicendo che in fondo se c’è pubblico significa che la sua non è poesia, ma è un’affermazione triste, perché stai implicitamente riconoscendo il fallimento di ogni poeta, la sua condanna a una solitudine egoistica e sospettosa, spesso venata dal desiderio implicito di essere compreso, di essere abbracciato dal pubblico al posto di Arminio, perché 𝘴𝘦 𝘪𝘰 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘰𝘦𝘵𝘢 𝘦 𝘭𝘶𝘪 𝘯𝘰, 𝘪𝘰 𝘮𝘪 𝘮𝘦𝘳𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘪̀ 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘥𝘪 𝘭𝘶𝘪. La cosa ancora più triste, però, è proprio osservare Arminio, che dimostra cosa succede quando finalmente il pubblico ti abbraccia, e ti accorgi che non c’è nessun sollievo, nessuna vera soddisfazione in questo, Arminio è spesso infelice perché avere il dono effimero del pubblico da solo non basta. L’unica vera certezza, insomma, è l’infelicità di chi scrive.

giovedì 16 marzo 2023

il quaderno

Alcuni anni fa una signora mi accusò apertamente di essere un grandissimo ipocrita, di sbandierare tematiche sociali per farmi bello mentre in realtà non mi frega nulla degli altri, e questo si capiva dai post in cui prendevo in giro gli autori che mi contattavano. Fu talmente categorica nel suo giudizio che sulle prime pensai mi avesse mandato anche lei una proposta: infatti, cercando, trovai una sua email con le scansioni di un quaderno scritto a penna, un intero quaderno scannerizzato, scritto con una calligrafia illeggibile e piena di cancellature, note aggiunte a margine, stellette e cuoricini, che avevo subito cestinato. Provai a parlarci perché mi dispiaceva, ma mi trattò con sufficienza e quando mi definì scarafaggio lasciai perdere. – Oggi, dopo tanti anni, l’ho rivista apparire all’improvviso su una tv locale, mentre lanciava un appello ai ladri che le hanno scippato la borsa: Vi prego di restituirmi la mia borsa, non tanto per i soldi che vi potete tenere, ma perché dentro c’era il quaderno con tutte le mie poesie scritte a mano. Il mondo ha così tanto bisogno di poesie che ogni poesia che gli rubate è una ferita che fate al mondo, ricordatevelo, bestie! – Eccola lì, mi sono detto, una persona capace di rovinare tutta la simpatia che potrebbe evocare con una parola di troppo. C’è da capire, adesso che i ladri butteranno il suo quaderno nel primo cassonetto libero, in quale punto preciso il mondo comincerà a sanguinare appositamente per lei.

sogno di godard

Stanotte ho sognato di litigare con uno che assomigliava a Godard, dicendo che pure nella morte che ci diamo col massimo impegno non siamo tutti uguali, perché quelli più ricchi vanno in Svizzera e si fanno accompagnare verso il sonno da un dottore e da una certa punturina che è indolore e che li fa addormentare lentamente, mentre quelli come me, i poveri, al massimo si fanno accompagnare dalla stretta del nodo della propria cinta mentre si impiccano o dal grido che gli rimbomba nelle orecchie mentre si lanciano in volo dal balcone, se abitano più in alto degli altri. Sono cose che fanno male, per cui al sollievo si accompagna sempre una punizione del corpo e anche in questo c’è una discriminazione di classe. Lo dicevo a Godard che mi guardava come se fossi un cretino e mi diceva: Caro mio, ma lei cosa ne sa di me, di quello che sentivo, io mi sentivo solo come un cane! – Questo ho sognato, poi stamattina presto ha chiamato mio cugino avvisando che era morta sua madre.

mercoledì 15 marzo 2023

il modello vincente

Oggi leggevo un post malevolo contro il poeta D'Annunzio e pensavo che anche se ne scriviamo spesso malissimo, pur conoscendo poco o nulla della sua opera, alla fine ha vinto il suo modello, dove il personalismo ha la predominanza sul contenuto espresso dal pensiero. Chi legge più D'Annunzio oggi? Chi legge i versi di chiunque? Chi compra i versi di chiunque, a meno che non siano già marchiati dal successo del loro autore che dà lustro a noi col nostro acquisto? E quindi cosa compriamo, cosa vendiamo, che presentiamo di noi agli altri, a esclusione della nostra bella presenza, dei nostri fantastici post acchiappalike, delle recensioni sbandierate con finta umiltà, delle foto simpatiche o sexy su IG che non smuovono una vendita, al massimo se va bene una scopata? E mai che ammettiamo apertamente questo nostro "dannunzianesimo inconfessabile", come lo definì Carmelo Bene parlando di Pasolini. Questa nostra voglia di successo in cui la poesia è sorretta dal corpo del poeta e non l'opposto. Non a caso Pasolini è l'eroe per eccellenza dei nostri tempi, il più appellato: pochissimo letto, anche se citato da tutti come massimo esempio di qualsiasi cosa abbia mai fatto, e per questo riciclabile all'occorrenza.

martedì 14 marzo 2023

il soft power

Ho visto adesso al Tg che l’Italia è al 9° posto nel mondo per soft power, cioè per potere di condizionare il pensiero degli altri non attraverso la forza politica o militare ma attraverso il peso della cultura e della creatività. Dieci anni fa, per dire, eravamo al 10° posto, quindi è una cosa di cui essere orgogliosi. Ma rimane il mistero di capire dove questo meccanismo si inceppa in casa nostra: in che modo, con una tale cultura che ci rende noni nel mondo, poi non siamo capaci di esprimere una classe politica che sappia rappresentare questo potere. Invece non solo se ne vergognano come a scuola (volesse mai il cielo che li chiamassero “secchioni”), ma se glielo chiedi qualcuno ti risponde pure che il soft power ce l’ha nascosto nei pantaloni.

i morti

Mia madre dice che le mie poesie sono piene di morte. Ma solo perché non ha visto i miei sogni. Nel mio sogno di stanotte c'erano centinaia di morti che scrivevano e mi affidavano le loro lettere di addio. Io non mi sentivo all'altezza di tenerle così le bruciavo per non leggerle, e mi inventavo delle scuse coi morti che mi chiedevano il motivo del rifiuto. Il fatto è che io non volevo parlare coi morti, volevo parlare coi vivi, ma c'erano soltanto morti intorno a me, o morti che si credevano vivi, e gli ultimi vivi se ne stavano nascosti per non parlare con nessuno e davano fuoco a tutto per non farsi contagiare, perché odiavano i morti sopra ogni cosa, e odiando i morti odiavano anche se stessi che presto sarebbero morti come tutti gli altri e scrivevano lettere di addio da consegnarmi. Io li odiavo per questo.

domenica 12 marzo 2023

chiasso

Certe volte mi rendo conto che mi manca qualcosa perché non guardo la tv, non ascolto la radio, non compro i giornali, non partecipo ai reading, a teatro, alle feste, l'unica cosa che faccio è leggere libri. – Ma come, mi dicono, leggi soltanto i libri senza fare nient'altro? Ma che razza di editore sei se non ti tieni informato, se non partecipi, come li promuovi i tuoi libri? – Boh, è che non sento la mancanza del chiasso, però mi rendo conto che è un mio limite. Soltanto che ciò che non mi va di fare ormai è diventato più forte di ciò che dovrei fare.

malattia

Ieri parlavo con un Anna, un'amica che ha avuto problemi molto simili ai miei, e parlando con lei mi è venuto in mente quando alcuni mesi fa avevo preso la decisione di chiudere o mettere da parte il progetto editoriale per dedicarmi a qualcosa di nuovo che mi ridesse un po’ di entusiasmo e che non mi creasse sempre affanni economici che mi fanno spesso sentire come un trampoliere con le vertigini. Poi mio padre si è ammalato e non avendo più tempo libero ed energie da dedicare ad altro ho lasciato perdere e fra alti e bassi sono rimasto dov’ero, abbassando il tiro in base alle mie possibilità. L’attività editoriale ha cominciato così per me a sovrapporsi all’idea di un corpo malato: editoria e malattia coincidono nella mia vita, hanno lo stesso peso, ed ecco che spesso mi sento come Zeno Cosini, uno che non potendo curare il corpo lo racconta nelle sue devianze con tutta l’ironia di cui è capace, nell’attesa della grande esplosione che distruggendolo darà la possibilità alla vita di ripresentarsi sul terreno bruciato. Il bello, pensavo ieri, è che tutto questo non è necessariamente la verità sull’editoria, ma solo una sua piccola parte, la mia storia in mezzo alle altre. Altri ancora avranno storie completamente diverse da raccontare in cui vincono la salute e la vita. Persone come Giovanni Turi o Elena Zuccaccia che conosco da prima ancora che diventassero editori e nelle cui storie vedo spesso delle varianti alla mia, o come Andrea Cati che è diventato papà di recente, e soprattutto Alessandro Canzian che ha creato la Samuele Editore quando è nato suo figlio Samuele e in quel caso la casa editrice e il figlio hanno lo stesso nome, coincidono, e quella che emerge è l’idea di un corpo solo e vitale che possa superare il padre. In questo un po’ li invidio, perché non avendo figli né eredi a un certo punto tutto ciò che ho fatto finirà con me, un po’ come è successo a Fabrizio Bianchi che per fortuna aveva dei buoni amici che ancora se lo ricordano. Non è una cosa scontata. E infatti, come mi diceva ieri Anna, una volta che sarà finita la malattia tutto ciò che ti rimarrà saranno gli amici. Aggràppati a loro.

sabato 11 marzo 2023

la vita triste

Mi chiama Mimmo dalla panchina dove siede tutti i giorni davanti al Comune. – Antò, ho avuto un’idea, tu che sei poeta devi scrivere un libro sulla mia vita. Ho già il titolo: La vita maledetta di Mimmo Maffei. – La vita maledetta? – Hai ragione, può essere che le persone si spaventano. Allora scrivi: La vita triste di Mimmo Maffei. – La vita triste mi piace, è romantico. – Mi raccomando, sotto il titolo devi mettere: regia di Mimmo Maffei. – Regia? – Antò, è un libro che deve diventare un film, se no non li facciamo i soldi. – E la regia la fai tu? – No, io non sono capace, ma meglio se lo scriviamo prima, ancora ci rubano l’idea.

collana

Stanotte ho sognato che una grossa casa editrice mi offriva di dirigere una nuova collana chiamata "Gli scocchiati", cioè quelli che non si accocchiano più col mercato editoriale. Chi meglio di me? Tutti mi dicevano che con un nome così la collana non sarebbe andata da nessuna parte, invece venivamo sommersi dalle proposte. Questo perché in ogni scocchiato che si rispetti, anche nel più risentito, c'è sempre un piccolo figlio prodigo che sogna l'abbraccio del mercato che gli spalanca le porte di casa e si scusa per non averlo capito prima.

venerdì 10 marzo 2023

pesce d'aprile a marzo

Il tipografo mi ha appena detto che dal 1° aprile si prevede un nuovo aumento del costo della carta. Gli ho chiesto se è uno scherzo da 1° aprile anticipato. Lui mi ha risposto vedrai come riderai dopo.

fotogenia

Giornalista che mi chiama per chiedermi se può usare una mia foto col libro di un altro che ha trovato sui social perché mi dice che sono fotogenico quindi rendiamo più accattivante il pezzo. Sono un bookstagrammer nato e non ho nemmeno le tette.

lino

Uno degli aspetti belli della mia vita in paese sono questi matti creativi che mi circondano e che ho la fortuna di conoscere, matti come Lino Montanaro che ogni volta che lo incontri è capace di tirarti fuori da una altre dieci idee, prende la matita e comincia a moltiplicarle alla vecchia maniera, disegnando, ne ha così tante che spesso non riesce a concluderne una ma va bene, perché sorride con un entusiasmo che è sincero, non ti chiede mai nulla in cambio, anzi in genere (proprio come spesso succede a me) nove volte su dieci ci rimette lui.

nemico

FELLINI: «L’artista psicologicamente è un trasgressore, è uno che ha bisogno bambinescamente di trasgredire e quindi per trasgredire ci vogliono dei genitori, un preside, l’arciprete, la polizia... E io ho bisogno anche di un contrasto, ho bisogno di qualcuno che mi irriti, quindi ho bisogno di un nemico per difendere la cosa che faccio».

Da “Che strano chiamarsi Federico”, 2013, di Ettore Scola.

giovedì 9 marzo 2023

titolo

Alla fine, io che predico bene e razzolo male, ho fatto come tutti e durante il lockdown ho scritto un romanzetto che però mi sono tenuto nel cassetto e fino a oggi l'ho fatto leggere solo a un paio di amici. Questo anche perché non aveva un titolo adeguato e un libro senza titolo è un libro a metà. Poi l'altra notte ne ho sognato uno che mi piace molto e mi sembra perfetto: IL POETA È UN CORPO PIENO DI FANTASMI / È L’ALTRA METÀ DEL PORCO. – L'ho detto a un amico che mi fa: Antò, è un titolo talmente bello che butterei via il resto e pubblicherei solo questo. – Decisamente la mia avventura editoriale nel campo del romanzo non comincia col piede giusto.

mercoledì 8 marzo 2023

giornalino

Cliente che ti contesta tutte le decisioni grafiche prese sul suo libro dicendoti: Antò fidati di me, io non per vantarmi ma sono vent'anni che impagino il giornalino della parrocchia. Qualcosa ne capisco. – Mannaggia a Gesù! – Antò, non bestemmiare!

cernita

Autore che mi manda una email di proposta con allegati 115 file con 115 poesie, una per file, e mi scrive: Gentile editore, voglio fare un libro perfetto composto da 100 poesie, ma come tanti prima di me non sono capace di scegliere fra le mie creature. Ho bisogno dello sguardo imparziale di un altro che legga e scarti le 15 poesie meno valide. – Va bene, gli dico, ma non poteva metterle tutte su un unico file? – Risposta: Ma poi come avrebbe fatto a separare le meno valide dalle altre?

martedì 7 marzo 2023

poveracci

Mi arriva il bando di un concorso con tassa di iscrizione per le varie sezioni, e fin qui tutto nella norma, quando a un certo punto trovo scritto NO CONTANTI - NO ASSEGNI. Mi sono chiesto se veramente ci sono autori che mandano gli assegni da 10/20 euro per iscriversi ai concorsi. Uno crede di no, ma se lo scrivono da qualche parte un precedente ci sarà stato. Mi sono immaginato le decine di poeti che mandano i loro assegni scoperti per entrare... poveracci!

sogno volgare

Nel sogno di stanotte vincevo un importante premio di poesia con un lungo componimento in rima chiamato "La bernardona". Il quale ispirava un artista del luogo a realizzare una grossa opera a tema su via Alberobello, nel punto in cui si allaga sempre quando piove: con un complesso meccanismo idraulico la bernardona bagnandosi si spalancava e risucchiava le acque piovane. Venivano pure dal Giappone per fotografarla, dicendo che era un mix fra Felini e la Fenech, definendola un'opera oscena ma perlomeno necessaria, visto che bonificava la strada. Però la mia ragazza nel sogno (anche se aveva qualche anno più di me, quindi non era proprio una ragazza) a quella vista mi lasciava per la vergogna. Antonello, commentando la notizia, scriveva: "N'à passè chiese anguore" (Ne deve visitare chiese ancora). Tutto molto volgare, ma nel sogno c'era almeno un bel tramonto giallo sulla fine.

domenica 5 marzo 2023

schizofrenia

La prova più evidente della schizofrenia politica americana per me resta Donald Trump che mentre aspetta di essere processato per vari reati contro il sistema democratico americano, non ultimo l'assalto dei barbari a Capitol Hill, va in campagna elettorale e dice di essere l'unico che può salvare il mondo. Gli elettori americani, stando ai sondaggi, da una parte sono consapevoli che è un bugiardo patentato, dall'altra rinconfermebbero il voto. Trump dice dal palco: Posso far finire questa guerra in un un giorno, perché Putin è amico mio. Lo ha detto lui. Applaudito. Quindi da una parte c'è la Nato che secondo alcuni sta fomentando la guerra contro la Russia per interessi americani in Europa, dall'altra c'è Trump che va "in direzione ostinata e contraria" perché è amico di Putin e può far finire la guerra in un paio d'ore: chiude il rubinetto delle armi (come ha già fatto in Afghanistan), consegna l'Ucraina alla Russia per mettere pace e da domani si pensa a fare lo sgambetto alla Cina. Lo ha detto lui. Applaudito. Ecco che il mondo ancora una volta è salvo, ma non in pace, soltanto ancora un po' svenduto e in attesa del prossimo capriccio del pazzo di turno.

firmato mario

È bello pubblicare anche per vedere cosa pensa la gente del tuo libro. Leggo i commenti a un post dove si rilancia una recensione a “Mal di maggio”. Uno condivide le foto delle poesie del suo libro. Un’altra, “poeta, scrittrice, critica letteraria” (dal suo profilo) fa una battuta ironica sul titolo della mia raccolta, che non ha letto. Un terzo fa un commento lunghissimo e di difficile comprensione per dire che, anche se non sa di che parla il libro, da ciò che ha captato dall’articolo deve essere molto bello. È sottinteso che non lo comprerà. Il quarto mi dice che le mie sono un sacco di stronzate, che dovrei tornare a studiare e leggere i libri invece di scriverli, perché presto diventerò cenere e qui o sei Dante oppure è meglio se taci. Firmato Mario.

sabato 4 marzo 2023

amuleto

Da un po’ di tempo a mio padre ha preso questa strana fissazione di chiedermi di fotografare casa, tutta la casa, presa intera dall’esterno, alberi compresi. Porta in avanti le dita e mentre mi sorride scuote l’indice per mimare lo scatto. Poi vuole che la stampi per portarsela dietro e mostrarla fiero in giro. Specie coi dottori, quando andiamo all’ospedale dove nessuno lo conosce ed è un anonimo come qualsiasi altro che deve confrontarsi col dolore e la fragilità del corpo, per lui quello scatto è come uno scudo, un tesoro, un amuleto, una testimonianza che anche se un giorno morirà ha costruito questa casa solida che ha tirato su con le sue sole mani, il suo lavoro, ed è qualcosa che ha la forma del suo pensiero e delle sue braccia, che lo supererà nel tempo, qualcosa che resiste al tempo da lasciare ai figli, che è molto più di quanto mio nonno ha lasciato a lui.

lavanderia a gettoni

Non potendosi permettere di meglio, mio cugino Berto ha preso un monolocale in cui è andato a vivere con la sua compagna e la loro bambina, infilandosi senza troppi rimpianti in una nuova vita, tutta lavoro e famiglia che lo stordisce e lo riempie di una leggera euforia alla quale non sa abituarsi, ma nemmeno rinunciare. Ne esce ogni tanto di sera, quando va a fare il bucato nella lavanderia a gettoni lì vicino, rifugiandosi nel confortevole frastuono delle lavatrici che lo isola dai rumori del mondo. Ci va sempre da solo, dopo cena, quando dalle finestre arriva attutito il ronzio delle tv accese e c’è meno possibilità di incontrare qualcuno con cui fermarsi a parlare. Carica i panni nel cestello, e mentre aspetta che il lavaggio finisca si mette in un angolo illuminato dal neon, tira fuori dalla memoria uno dei libri ingialliti lasciati nella casa dei suoi, e ne legge lentamente qualche pagina, pochi versi, che riassapora come se fosse la prima volta.

ossessione ecologica

L’altro giorno ho letto un post di Aldo Nove in cui sostanzialmente metteva in guardia dall’ossessione ecologica che estremizzata può diventare una forma di religione e quindi di potere che limita le nostre libertà individuali. In buona parte ha ragione ma mi verrebbe da dire che anche i social, attraverso cui lo seguo, sono una forma di dominio e limitazione delle libertà individuali, ma i social li usiamo senza farci così tante fisime come ogni volta facciamo per l’ambiente. Così come, per certi versi, anche la difesa a oltranza della libertà individuale può essere una forma di religione di stampo neoliberista (o novecentista) che io in parte non mi aspetterei da uno che dice di essere affascinato da un certo tipo di spiritualità orientale e un po’ rimpiange la vecchia sinistra compagna che faceva le lotte di classe per il lavoro. Boh, io non sempre lo capisco Nove sinceramente, ma tutte queste contraddizioni (a me, almeno, sembrano contraddizioni) fanno anche parte del suo fascino. Quindi provo a esprimere i dubbi che mi vengono leggendo il suo post scrivendoci sopra una storiella nello stile del vecchio Aldo Nove, quello di Superwoobinda, che più o meno fa così:
“C’è un uomo che chiameremo Aldo e che sta in una stanza affollata e senza finestre. La sera prima ha mangiato fagioli e ha la pancia piena di gas, vuole mollare una scorreggia pestilenziale nella stanza ma per correttezza prima lo dichiara pubblicamente e ne rivendica il diritto in nome della sua libertà individuale a scorreggiare. Gli altri nella stanza, in nome della loro libertà a non respirare la sua puzza, decidono di fermarlo prima insultandolo pesantemente e poi con le cattive, e lui mentre viene pestato comincia a gridare che loro sono dei servi del potere e dei bigotti della scorreggia libera venuti a censurarlo, e dal suo punto di vista probabilmente è vero. Ci scrive un post e prende 300 like perché è molto famoso e il suo pensiero è condiviso”.

venerdì 3 marzo 2023

iato

Mi accorgo che c’è uno iato che separa persino gli addetti ai lavori quelle rare volte che vado a cena coi colleghi editori che parlano del panorama editoriale e io mi sento un po’ il pulcino nero della situazione. Tipo una sera poche settimane fa un amico ha cominciato a parlare di quanto è antipatica la Postorino e io non sapevo nemmeno che ci fosse una Postorino, ma chi è, chi l'ha mai letta? – Ma come non conosci la Postorino? – No, non la conosco, non l'ho letta, non me ne frega nulla di leggerla e non ne sento la mancanza, così come non conosco la metà degli autori di narrativa di cui si parla ogni giorno e, se li conosco, magari non li ho mai letti né comprati. Però di contro conosco poeti ancora vivi e pieni di talento che non conosce nessun altro a parte me e i pochi che li sanno. Perché i Dal Bianco, i Mazzoni, i Targhetta, fuori dalla bolla dei poeti non li conosce più nessuno. Così come mi è capitato un giorno di citare Neri a un amico editore e vedermi rispondere Chi? – Il fratello di Pontiggia. – Ah, Pontiggia aveva un fratello? – Ecco.


giovedì 2 marzo 2023

comunicazione

Ragazza carinissima che seguo su IG. Le faccio spudoratamente i complimenti per provarci, ma dev’esserci qualche problema di comunicazione fra di noi. Ad esempio oggi le scrivo, sbavando con eleganza su una sua posa in lingerie, che mi piacciono le sue foto perché fa sempre bene un po’ di sana bellezza. Lei mi risponde: Ti ringrazio, finora nessuno mi ha mai detto che sono sana.

calendario

Libraia che mi chiama esasperata per dirmi che c'è questo mio autore che la sta ossessionando per ottenere una presentazione da lei e mi chiede se posso quietarlo. Mi dice il nome, non lo conosco. – Ma sei sicura che è mio? – Mi ha detto Pietre Vive! – Controllo nella posta e in effetti c'è una email di questo autore che si propone dicendomi che il suo sarà un libro di successo, infatti non è ancora uscito ma ha già un fitto calendario di presentazioni da fare.

mercoledì 1 marzo 2023

ragione

“Odio avere ragione” dice il boss Sandy Dawson (Robert Ryan) al suo braccio destro Griff dopo avergli sparato in bagno perché lo crede un informatore della polizia. Si capisce da come gli parla, quasi coccolandolo, che gli vuol bene e che lo ha già perdonato. Peccato non avesse per nulla ragione e che la spia fosse il poliziotto infiltrato Eddie Spanier (Robert Stack) che lo ammazzerà alla fine, anche se nel frattempo Dawson gli ha salvato la vita e accolto in casa scatenando la gelosia di Griff. Perché l’amicizia virile è una cosa meravigliosa, almeno finché l’amico non ti crivella di pallottole in bagno. Il film è “House of Bamboo” di Samuel Fuller, anno 1965.

uno che fa tutto da solo

Uno che mi scrive in chat, a ottobre scorso, per chiedermi se può mandarmi le sue cose in lettura. Gli dico che per me non è un buon momento, quindi forse meglio di no. Mi risponde non importa, te le mando uguale, e me le manda. Mi scrive dopo circa un mese per sapere se ho letto. Gli rispondo che no, non ho letto per i motivi che gli avevo spiegato e lui mi dice fa nulla, ti aspetto. Mi riscrive a Natale per farmi gli auguri e per chiedermi se ho finalmente trovato il tempo da dedicare alle sue cose. Gli rispondo di no, e che non lo troverò tanto presto. Lui mi dice Ah menomale, perché ho fatto delle modifiche al testo, te lo rimando, prendi in considerazione quest’ultima versione e non la prima. Stamattina mi scrive per dirmi Antonio ho trovato un editore, ho voluto avvisarti subito nel caso avessi cominciato a leggere. – Sono contento per te, gli rispondo, in bocca al lupo per tutto. – E lui Grazie, poi ti mando una copia del libro, magari ci scrivi qualcosa.

non ho capito una cosa

Poco fa ero con Angelo Crovace che presto farà un nuovo sito aggiornato di Pietre Vive Editore e lui, da perfetto neofita del mondo editoriale, mi diceva che più ci entra dentro, anche attraverso di me, e meno ne capisce la logica economica, che difatti non esiste. Così mi faceva delle domande molto puntuali sui costi di produzione, promozione, distribuzione, vendita e resa, per capire meglio come aiutarmi a strutturare il sito. – Dopo quasi due ore mi ha fissato ancora poco convinto e mi ha detto: Sì, Antò, io in verità ancora non ho capito una cosa, dopo tutto tutto questo lavoro che fai, esattamente in che punto cominci a guadagnare qualcosa? – Non lo sapevo nemmeno io, ma per fare il figo mi arrampicavo sugli specchi della poesia.