sabato 18 marzo 2023

brecht ha scritto anche brutte poesie

Va detto che Brecht, che spesso viene citato come poeta della bruciante ragione e della lotta a qualsiasi potere, ha scritto anche brutte poesie. Ad esempio, a metà di quel capolavoro che è "Poesie da Svendborg", suo ultimo libro di versi pubblicato in vita (e tradotto in Italia da Franco Fortini), c'è una lunga poesia dedicata a Lenin appena morto in cui si invoca Lenin chiedendogli di ritornare subito in vita per combattere tutti gli "oppressori del mondo". Già allora doveva suonare retorica, ma letta oggi mette addirittura in imbarazzo. Soprattutto se si pensa che Brecht non era l'ultimo scemo di guerra, né ignaro delle contraddizioni di Lenin nella gestione della rivoluzione russa, contraddizioni che pure aveva evidenziato Rosa Luxemburg a cui Brecht era legato tanto da dedicare anche a lei, con molta meno retorica e più sentimento, ben due epitaffi. Le vie del poeta sono spesso oscure, e ancora mi chiedo perché la scrisse e, ancora di più, perché la pubblicò, eppure... eppure la scrisse e la pubblicò. Evidentemente serviva all'architettura del libro. Io però mi sono immaginato Brodskij che la leggeva col disgusto dell'esiliato (lo stesso disgusto che probabilmente aveva vissuto anche Brecht scacciato dalla Germania dell'imbianchino Hitler) e subito dopo esprimeva la sua celebre stroncatura secondo cui Brecht non era un poeta. Come dargli torto, dal suo punto di vista?

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