domenica 19 marzo 2023

la macchia

Guardando le immagini di Palazzo Vecchio imbrattato di arancione mi i sono appena ricordato della mia prima azione dimostrativa, attuata contro le forze di potere di casa mia, ovvero mio fratello appena nato, che mi toglieva tutte le attenzioni dei miei genitori quando avevo tre anni. Non mi andava proprio giù, così presi una scatola di pastelli a cera e imbrattai i muri di casa con quello che a conti fatti fu la mia prima opera d’arte, un pastrocchio a colori che si stendeva in basso lungo tutta la parete del salotto e per la quale mi presi due sonori schiaffoni da mio padre da cui mi derivò, in tutte le foto dell’epoca, l’espressione ferita e piena di triste rassegnazione per il destino che mi aspettava di eterno secondo, pur nella mia primogenitura, verso mio fratello. Dopo mia madre si sforzò a lungo di lavarla via, senza mai riuscire a cancellare del tutto quella macchia, che rimase lì come traccia di quel mio primo malessere esistenziale, ma sparì dalla nostra vista soltanto anni dopo, quando cambiammo casa.

Nessun commento: