Non potendosi permettere di meglio, mio cugino Berto ha preso un monolocale in cui è andato a vivere con la sua compagna e la loro bambina, infilandosi senza troppi rimpianti in una nuova vita, tutta lavoro e famiglia che lo stordisce e lo riempie di una leggera euforia alla quale non sa abituarsi, ma nemmeno rinunciare. Ne esce ogni tanto di sera, quando va a fare il bucato nella lavanderia a gettoni lì vicino, rifugiandosi nel confortevole frastuono delle lavatrici che lo isola dai rumori del mondo. Ci va sempre da solo, dopo cena, quando dalle finestre arriva attutito il ronzio delle tv accese e c’è meno possibilità di incontrare qualcuno con cui fermarsi a parlare. Carica i panni nel cestello, e mentre aspetta che il lavaggio finisca si mette in un angolo illuminato dal neon, tira fuori dalla memoria uno dei libri ingialliti lasciati nella casa dei suoi, e ne legge lentamente qualche pagina, pochi versi, che riassapora come se fosse la prima volta.
Nessun commento:
Posta un commento