FELLINI: «L’artista psicologicamente è un trasgressore, è uno che ha bisogno bambinescamente di trasgredire e quindi per trasgredire ci vogliono dei genitori, un preside, l’arciprete, la polizia... E io ho bisogno anche di un contrasto, ho bisogno di qualcuno che mi irriti, quindi ho bisogno di un nemico per difendere la cosa che faccio».
Da “Che strano chiamarsi Federico”, 2013, di Ettore Scola.
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