sabato 25 marzo 2023

altre due cose sullo strega

Mi sento di dire due ultime cose sul premio Strega Poesia. Prima cosa, che magari farà bene alla causa della poesia come business editoriale, ma non a quella dei poeti come persone, e si è rapidamente trasformato in un premio divisivo perché funziona idealmente come quella cosa di gettare le brioches ai poveri così i poveri si scannano fra loro per mangiarle, cioè sollevando il velo e mostrando che la poesia non è poi quella cosa alta e nobile che tutti descrivono ma è fondamentalmente una guerra fra poveri, in cui siamo tutti succubi, anche chi ne sta fuori e sente il bisogno di parlarne come faccio io, che sono poverissimo. Seconda cosa, che ho letto proposte in cui si suggerisce di creare, come per la prosa, un comitato di amici della domenica che presentino i libri invece di chiedere agli editori di autocandidarsi, e pensandoci mi è sembrata un'idea fuori dal mondo, perché chi è che legge così tanti libri di poesia oggi in Italia, compresi gli addetti ai lavori? Ma voi vi rendete conto di quanti libri in versi vengono pubblicati ogni anno? E chi li vede tutti? Come, senza una reale circolazione? Chi sa il meglio che c’è, se oramai la poesia gira in semiclandestinità e gli unici titoli che leggi, a parte i soliti nomi, sono quelli che ti regalano gli amici poeti? Io per primo, che per lavoro leggo moltissima poesia spesso prima ancora che diventi libro, più di metà dei titoli proposti non li conosco, magari conosco gli autori, ma se non ho un’idea precisa del quadro, come faccio a presentarne uno solo? Con che criterio? Con che faccia? E a scapito di chi? Nella poesia non ci sono abbastanza amici per tutti.


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