martedì 29 giugno 2021

pancreas

Certi giorni mi sembra uno scherzo, ma il problema quando dimagrisci troppo e non guadagni abbastanza è che poi ti ritrovi senza più un solo paio di pantaloni (sono tutti troppo larghi) e non sai come cacchio fare il cambio. Allora stringi la cinta e ti accorgi che non bastano i passanti per fermarla. Servono dei nuovi pantaloni insomma, ma prima ho cambiato gli occhiali, così sono tornato a vederci dove prima era tutto offuscato. Infatti ora se cammino mi sento più basso e ho cominciato a pensare a un racconto della Ortese in cui una bimba era più felice quando non ci vedeva ma una volta che ha messo gli occhiali si accorge di quanto è squallido il mondo e si rattrista. Io così triste non sarò mai (mi manca la giusta concentrazione per quello), però ci sono notti che nel sonno mi tocco il costato e visto che non c'è rimasto più niente, non un grammo di carne, mi sento qualcosa di duro e fragile insieme, come se fossi diventato di legno o di creta. Certe notti chissà perché mi sogno un uomo che mi molla un pugno con violenza e io mi frantumo in tanti pezzi.

lunedì 28 giugno 2021

la metafora dell'impaginatore

Un’intera mattinata se n’è andata
per impaginare Venere il pianeta
che per uno strano scherzo del programma
offuscava il cielo alle sue spalle
col suo filtro d’amore. Così
più davo spazio a Venere
e meno si accendeva il cielo e se davo
spazio al cielo mi si spegneva Venere.
Alla fine ho mandato a fottersi il pianeta
e l’ho ridotto a un puntino scalciato
in fondo alla pagina.
Ho pensato che forse è tutta una metafora
non so bene di cosa
ma credo che valga un po’ l’adagio
che non c’è spazio a sufficienza per tutti
nemmeno nello spazio siderale.
Per avere un po’ di luce
in questo cielo c’è bisogno che
ne muoia prima un altro. Ed è meglio
molto meglio che sia il tuo.

cosa avrà visto il nostro eroe?

 

le domeniche a casa

 

venerdì 25 giugno 2021

cacciare i soldi

Oggi con un amico mi è scappato di dire: Guarda che io come poeta sono bravo. E lui mi ha risposto: Lo so, ma l'editoria non ha bisogno di poeti, ha bisogno di gente che caccia i soldi.

martedì 22 giugno 2021

negri in festa

Ho letto con grande interesse due interviste di Peter Bogdanovich a Fritz Lang e Orson Welles. Pare evidente che P.B. abbia particolare affetto per questi due outsider, registi antesignani di certo cinema indipendente, che avevano un rapporto di odio/amore con la produzione cinematografica americana. Uno dei motivi di questa tensione è a sfondo razziale. Ad esempio, quando Lang propose in “Bassa marea”, uno dei suoi film minori, che il protagonista uccidesse, nel tentativo di violentarla, una serva di colore, la produzione gli negò il permesso e impose che l’uomo facesse le stesse cose a una bianca. Il problema non era che l’uomo del film violentasse o uccidesse la donna, ma che provasse desiderio sessuale per una negra. Ancora, uno dei più grossi scandali che coinvolse la carriera di Welles – quasi gliela rovinò – fu il suo invio in Brasile nel 1942 per ragioni diplomatiche, incaricato dal Governo di realizzare un documentario in tre parti, la prima delle quasi sul carnevale di Rio. Durante la sua assenza gli studi RKO presero il film che aveva lasciato in fase di montaggio, “L’orgoglio degli Amberson” e, trovandolo troppo cupo, lo modificarono radicalmente per venire incontro ai gusti del pubblico. Quando Welles si oppose agli studi dicendo di non essere stato interpellato per tali cambiamenti, gli studi gli rinfacciarono di aver abbandonato il film a metà per correre in Brasile a girare un nuovo film per suo capriccio. Lui disse di esserci stato mandato su incarico del governo, e il governo negò, alimentando la leggenda del regista inaffidabile. Perché successe? Per due motivi, primo perché nel frattempo era cambiata la situazione politica internazionale e agli Stati Uniti premevano di meno i rapporti col Brasile, e secondo perché nessuno aveva ben capito cosa fosse il carnevale di Rio e quando Welles ritornò in patria col girato, il Governo si trovò con metri e metri di pellicola – finanziati con soldi pubblici dei bravi cittadini americani – in cui venivano riprese centinaia di negri in festa. Meglio insabbiare tutto e dare la colpa all’intemperanza del regista.

sabato 19 giugno 2021

lettera all'uva

Mia uva non colta,
ti scrivo come la volpe prima dell’odio
prima del salto, di quel voltafaccia
che non mi hai perdonato.
Sto qui sotto il tralcio e ti guardo
poeta come allora
con la pancia vuota e la testa in alto.

Ogni tuo chicco ricade
nudo e perfetto verso il naso affinato
dal tuo afrore. Lo sento che si spinge
fino in gola e fa più male
se la bocca resta asciutta, né
ci ho fatto il callo.

È forse una ruga che adesso
t’incrina la fronte? Ma sembra
brillare più tonda e più verde
se il tuo colore si accende
nel controluce che inganna. Ritorni
qui acerba e per sempre.

Il saggio ammaestra al disprezzo
di chi perde tutto.
Ma noi qui osserviamo l'ebbrezza
– anni dopo – d’una vita che matura
in un grappolo d’uva
e si fa natura nella tua pienezza
di donna che mi è rimasta in gola.

Muore prima e con più schianto
chi non pena e si dispera per amore.
Tu mi hai reso folle per un’ora.
E io per te ho spiccato il salto.

martedì 15 giugno 2021

giocare al ribasso

Ho appena letto (non lo sapevo) che Nick Cave pensa che Bukowski come uomo fosse un cretino e come poeta faccia schifo. Mi è venuto da ridere perché ho pensato che Bukowski (che notoriamente ascoltava solo musica classica) avrebbe detto lo stesso della musica di Cave e di tutti quelli che preferiscono l'insalatona rock a Beethoven e Sinatra. E voi che ne pensate, chi fa più schifo dei due? O si equiparano?

lunedì 14 giugno 2021

post lang

Dopo il post di ieri, oggi molti amici mi chiedevano com'è stato il film di Fritz Lang che ho visto ieri (e se fossi sopravvissuto). Sul film rispondo: Bellissimo! Solo che dopo mi ha preso una colica e ho passato la notte in bianco. Ho pensato che deve esserci una sorta di legge del contrappasso per cui per ogni bel film o libro o disco che ti arriva, ti prendi anche un po' di cacca per bilanciare. Ecco perché c'è tanta gente là fuori che non legge, il contrappasso non perdona. Alla fine, forse, ha ragione Woody Allen, la perfezione sarebbe vivere sempre e soltanto nei film, chiudere fuori la vita, il dolore, la perdita e le notti in bianco. Che poi è il succo di Matrix, prima che arrivasse Keanu Reeves a rompere tutto.

buono a sapersi

 Non so ancora bene come possa interpretarsi, ma per quella che è la mia esperienza, per sommi capi in Italia ci sono due tipologie di poeti: quelli che lavorano nella Scuola (dall’istruzione alla ricerca) e quelli che non hanno un vero e proprio lavoro. Poi c’è una fascia molto marginale che ne fa un altro di lavoro, manco loro sanno perché, però sono gli unici che se c’è da pagare un libro lo pagano senza problemi, il che la dice lunga su quanto guadagnano gli insegnanti-poeti. Oggi pensavo che sarebbe interessante capire come tutto questo influenza, accomuna o differenzia la loro scrittura (ci sono degli studi a proposito?) e se prima o poi tutto questo genererà delle nuove lobby e/o gran logge dei poeti massoni. Tipo gente che si incontra nei corridoi di un liceo e si saluta in codice spalancando le dita alla maniera dei vulcaniani per dire: Ah, le scrivi anche tu? Buono a sapersi.

domenica 13 giugno 2021

nerd

Mi chiama un amico per farmi gli auguri del santo e mi chiede che farò oggi. Io gli rispondo che a breve mi metto comodo sul divano e mi guardo tutto “I Nibelunghi” di Fritz Lang, film muto degli anni venti lungo quattro ore e mezzo (serve appunto un pomeriggio intero per vederselo e ne approfitto).
Madonna, ma sei serio?
Certo, perché no? Guarda che I Nibelunghi è una saga fantasy, con tanto di draghi. E dura anche meno di Guerre stellari.
Sì, ma è un film muto di quattro ore e mezzo! È la cosa più da nerd che ho mai sentito, è come la Murgia che se la mena con la classica invece di ascoltare la musica normale.
Il mio amico è un genio della pizzicata. Ecco che in un solo colpo non so più se devo sentirmi offeso io, si deve sentire offesa la Murgia, si deve sentire offesa la musica tutta, quella “normale” e la classica, o si deve sentire offeso Fritz Lang, messo sullo stesso piano di Fantozzi con la corazzata Kotiomkin, quando è chiaramente il papà di Indiana Jones, Dungeons & Dragons e 007.
Io ovviamente resto un povero nerd come tanti, così ringrazio, saluto e dico addio a questo mondo per le prossime cinque ore.

 

sabato 12 giugno 2021

democrazia

Sto leggendo “Il cinema di Orson Welles” di Peter Bogdanovich (Il Saggiatore, 2016), una sorta di lunga intervista a puntate, registrate anche a molti anni di distanza l’una dall'altra, che offrono la più completa autobiografia del regista. Questa struttura, che per certi versi segue l’andamento rapsodico ed estemporaneo dell’ultima fase produttiva di Welles, ha la capacità di mostrare le tante contraddizioni dell’uomo, o come possa cambiare nel tempo il suo punto di vista su fatti e persone. Si sprecano le battute fulminanti e gli aneddoti di Welles che era letteralmente due cose: un genio e un grandissimo affabulatore. La cosa ancora più straordinaria, però, deriva dal rendersi conto, leggendo, come negli Stati Uniti il primo aspetto non sia quasi stato percepito, anzi è stato spesso minimizzato, rimosso, o addirittura negato a più riprese fino al punto di ridurre Welles al suo opposto, a un ladro di idee altrui o a una fortunata macchietta. Lo stesso Welles con le sue risposte prova a dare varie motivazioni per questo trattamento, dalla persecuzione maccartista alle invidie o inimicizie dell’ambiente cinematografico, fino a tirar fuori le proprie pantagrueliche intemperanze umane. Poi, a un certo punto, si toglie la maschera da uomo di mondo, e la mette sul piatto in maniera molto pratica: probabilmente è vero che sono un genio, ma un genio che non sbanca il botteghino, il che a Hollywood è come dire che sei un signor nessuno proprio come tutti gli altri. Ecco esplicitata, in tutta la sua pienezza, la celebrata democrazia americana.

fascetta

Roberto R. Corsi che ha letto in anteprima la mia prossima raccolta, mi ha scritto la fascetta che invoglierà i poeti veri a leggermi e dice: «Con questo libro hai toccato qualche vetta di tristezza in più».

venerdì 11 giugno 2021

lo schiaffo

La storia del giovane che ha schiaffeggiato Macron mi ha ricordato quella della signora che strattonò Bergoglio un anno fa. Lì Bergoglio s'è visibilmente incazzato restituendo lo schiaffo sulla mano della donna, qui il giovane che ha menato Macron è finito in carcere per direttissima. In entrambi i casi nessuno ha porto l'altra guancia. Ma va detto che i metodi del Papa, rispetto a quelli del francese, magari sono poco cristiani, di sicuro sono più democratici.

la lista

Ecco una storia che mi ha raccontato un amico editore. Un suo autore, convintissimo della propria caratura, aveva stilato una lunga lista di amici e parenti che avrebbe “certamente” comprato il suo libro, e quindi per “favorire” l’editore non aveva voluto nemmeno le copie omaggio, dicendogli che lui non avrebbe fatto regali e se loro lo volevano lo avrebbero comprato. Dopo un anno l’editore gli ha mostrato i dati di vendita. Tre copie vendute in tutto. L’autore a quel punto si è fatto il giro di parenti e amici sulla sua lista per scoprire che nessuno aveva comprato il suo libro, anche se molti gli avevano detto di sì. Non solo, suo cugino gli aveva spudoratamente fatto i complimenti pur non avendolo mai letto, mentre un caro amico ce l’aveva addirittura con lui perché se lo aspettava in regalo e l’aveva presa come una mancanza di considerazione. Non l’aveva comprato manco il figlio, dicendogli che comunque, avendolo scritto suo padre, non lo avrebbe letto. Alla fine della fiera l’autore ha giurato che non pubblicherà mai più un solo libro.

giovedì 10 giugno 2021

Les Délinquants

il post vaccino

Mi fa male ogni cosa
le spalle le braccia il cicì.
Statti buono e resisti
che ora ogni cosa andrà a posto.
Salterai persino alla storia
nei futuri libri di scuola, fra i milioni di capi
“vaccinati nel 2021”, dopo anni passati al
capitolo “disoccupati senza futuro”.
I numeri sono gli stessi e pure i dolori.
Ma non vedi che passo in avanti?
A parte gli acciacchi da vecchi
c’è tutto un profumo di vita.
Una scorreggia.

mercoledì 9 giugno 2021

il braccio morto

Assistito dalla solita legge di Murphy ecco che sono andato a vaccinarmi e invece della gentile e delicata infermierina ho trovato un giovane e sbrigativo ragazzo che mi ha distrutto una spalla infilandomi l'ago dritto contro la testa dell'omero. Se mi dava una coltellata o mi marchiava come si fa con le vacche da pascolo giuro che mi faceva meno male. Infatti quello mi diceva: Rilassa il braccio, rilassa il braccio, e io gli rispondevo: Dottore guardi che il braccio è morto. Non se n'era accorto.

breve ma intenso

Incontro una lettrice coi sensi di colpa. Compra tutti i miei libri per simpatia ma confessa di non capirci un’acca e ogni volta si sente l’ansia di non sapermi dire che ne pensa, di che parlo. Perché non scrivi un romanzo, mi chiede, quello magari lo capisco. Ma non uno lungo, per favore, ché io non ho mai tempo di leggere, un romanzo breve ma che sia anche intenso. Chissà quanti poeti se lo sentono dire.

mercoledì 2 giugno 2021

monta la luna

MONDE LA LUNE, di Lino Angiuli
da "Iune la lune" (Schena, 1979), scritto nel dialetto di Valenzano. Questa una traduzione.


Come un poeta vero questa sera
la luna ho cominciato ad adocchiare
e masticando una bella cicoria
con lei mi sono messo a ragionare.
Dopo che le ho detto tante cose
le ho fatto la dichiarazione
e quando le ho lanciato una rosa
s'è fatta rossa per l’emozione.
Pure lei voleva parlarmi d’amore
ma non teneva il coraggio
e la vergogna faceva dentro e fuori
mentre mi dissetavo coi suoi raggi.
E proprio quando la stavo per baciare
ché la poesia mi traboccava dalla bocca
non sento che mi chiamano da casa:
“Eh uagliò, non vuoi andarti a coricare?”

affinità-divergenze fra il compagno vitantonio e la pizza

Non ne mangiavo una da mesi e infatti stasera, come mi sono azzardato, mi si è piantata nello stomaco come un paletto di frassino. Gli amori trascurati sono i più vendicativi.

martedì 1 giugno 2021

il dibattito generale

Sono in parte stranito dal leggere, anche sui giornali, come il dibattito generale si sia spostato velocemente sulla questione Vendola, che sembra quasi preminente rispetto alla condanna dei Riva. Per me questa condanna ha una sua importanza storica. Forse chi vive fuori non la vede allo stesso modo, ma siamo passati nel giro di dieci anni dallo sputo in faccia di "a Taranto si muore per il fumo di sigarette" (Bondi, 2013) all'ammissione con condanna che "a Taranto c'è stato un disastro ambientale conclamato, nella tacita consapevolezza dello Stato", perché Vendola, da qualsiasi punto di vista la si guardi, quelle cose le sapeva. Il problema vero, per quel che mi riguarda, non è che hanno dato tre anni e mezzo a lui, ma che li hanno dati 'solamente' a lui, con tutta la lunga lista di colpevoli, complici e conniventi che viene molto prima di lui. Non so, forse molti davano per scontata questa condanna dei Riva, che è un altro segno che qualcosa è cambiato. Ma così scontata non lo è, se ancora stamattina sentivo un pescatore di Taranto in TV dire che hanno fatto male a condannarli (i Riva) perché l'Ilva ha dato lavoro a tutti. E tu di quel che pensa quel pescatore cosa te ne fai? Gli dici che è un matto? Che è un ignorante e deve stare zitto (come hanno sempre fatto tutti, finora)? Che l'unico pescatore buono è quello che cantava De André? Oppure ti siedi ad ascoltarlo e cerchi di capire come fare, perché c'è ancora tanto lavoro da fare per cambiare quella città?