Sono in parte stranito dal leggere, anche sui giornali, come il dibattito generale si sia spostato velocemente sulla questione Vendola, che sembra quasi preminente rispetto alla condanna dei Riva. Per me questa condanna ha una sua importanza storica. Forse chi vive fuori non la vede allo stesso modo, ma siamo passati nel giro di dieci anni dallo sputo in faccia di "a Taranto si muore per il fumo di sigarette" (Bondi, 2013) all'ammissione con condanna che "a Taranto c'è stato un disastro ambientale conclamato, nella tacita consapevolezza dello Stato", perché Vendola, da qualsiasi punto di vista la si guardi, quelle cose le sapeva. Il problema vero, per quel che mi riguarda, non è che hanno dato tre anni e mezzo a lui, ma che li hanno dati 'solamente' a lui, con tutta la lunga lista di colpevoli, complici e conniventi che viene molto prima di lui. Non so, forse molti davano per scontata questa condanna dei Riva, che è un altro segno che qualcosa è cambiato. Ma così scontata non lo è, se ancora stamattina sentivo un pescatore di Taranto in TV dire che hanno fatto male a condannarli (i Riva) perché l'Ilva ha dato lavoro a tutti. E tu di quel che pensa quel pescatore cosa te ne fai? Gli dici che è un matto? Che è un ignorante e deve stare zitto (come hanno sempre fatto tutti, finora)? Che l'unico pescatore buono è quello che cantava De André? Oppure ti siedi ad ascoltarlo e cerchi di capire come fare, perché c'è ancora tanto lavoro da fare per cambiare quella città?
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