venerdì 30 settembre 2022

la storia siamo noi

Ho appena sentito due, al supermercato, che discutevano sulla distruzione dei gasdotti nel mar Baltico. – Il primo sosteneva che ha letto su FB che è stato Putin per non pagare le penali. – Il secondo è scoppiato a ridere: Guarda che Putin è russo mica italiano. In queste cose devi pensare da russo, non da italiano. Gli italiani danno fuoco alle imprese per fottere l’assicurazione. I russi non le fanno queste cose. – Ma scusa, ha risposto il primo, e quando Napoleone ha invaso la Russia e i russi bruciavano le città per non farle conquistare? – Ma tu ancora credi a queste cose? Questo l’ha scritto Tolstoj in Guerra e pace, ma mica è vero. Una cosa sono i libri, la storia è una cosa diversa.

l'atlantismo anche no

Ogni giorno accendo la TV e sento dire a ogni minuto dal politico di turno “Noi atlantisti”, in questa cosa assurda che bisogna assolutamente riconoscersi nel pacchetto onnicomprensivo Buoni o Cattivi. Ma noi chi? Io sono pro-Ucraina, ma non mi sento affatto atlantista, ho molti dubbi sul funzionamento dell’Europa, credo che sulla pandemia ci abbiamo raccontato una marea di stronzate, ma credo anche che siamo sul baratro di un disastro ambientale e se devo scegliere fra continuare con carbone e nucleare o abituarmi a un sistema di vita più frugale preferisco i sacrifici alle favole. Se devo scegliere un mare su cui affacciarmi, io ne ho già uno ed è il Mediterraneo, per cui mi piacerebbe che si facesse di più e di meglio per quelli che ci annegano. L’Atlantico per quanto mi riguarda possono lasciarlo in pace, che ha già abbastanza guai con tutta la merda che ci buttiamo dentro e che si mangiano i pesci.

giovedì 29 settembre 2022

miracolo

Commissione ASL per l'invalidità civile a Putignano, ex-sanatorio di San Michele in Monte Laureto, vicino al santuario, che fra l'altro è un posto bellissimo. La stanza è piena zeppa di persone che aspettano di farsi visitare. E io che sto in fila con loro li guardo e continuo a chiedermi perché mettere gli uffici ASL in un posto così scomodo. Qui l'80% di quelli che vedo sono anziani con problemi di deambulazione e tu che fai? Infili l'ufficio in cima al santuario. Forse ci si aspetta che per miracolo, risalendo la stradina, buttino per aria i bastoni e comincino a saltellare per grazia di San Michele.

l'amore deluso

Giovanissimo mi scrive per propormi una raccolta in cui parla con "crudezza" e "rabbiosa sincerità" di un amore che lo ha deluso e per cui forse non amerà mai più. Questo libro gli serve per fare i conti col suo passato. Apro la raccolta con una certa paterna benevolenza (chi non ha vissuto una delusione d'amore a quell'età?) e leggo il titolo di una poesia a caso: Bocchinara. Viva l'amore, anche quando fa più male.

mercoledì 28 settembre 2022

ordine

Forse è per come la raccontano, ma a pelle continuo a sentire che c'è qualcosa di assurdo in questa storia che in Russia da una parte si fanno fare le elezioni per annettere quegli ucraini che vogliono diventare russi ma non li lasciano andare via e dall'altra si tolgono i passaporti a quei russi che vogliono scappare dal paese natale perché non vogliono combattere una guerra per annettere gli ucraini di cui sopra. Lo so che è una situazione tragica, ma più ci penso in questi termini e più mi sembra uno spunto comico alla Woody Allen, per cui mi sono immaginato un plot con delle trattative diplomatiche dove, per sistemare le cose, si organizza una sorta di scambio sul confine in cui prendi gli ucraini che vogliono diventare russi e li metti al posto dei russi che vogliono andare via dall'Ucraina. Poi chiedi agli ucraini diventati russi di arruolarsi per tornare a riprendersi le terre natali e ai russi diventati ucraini di difendersi con le unghie e coi denti per non tornare in patria. Così nei fatti non è cambiato nulla, ma tutti sono molto contenti perché hanno messo un po' ordine fra i motivi degli schieramenti.


lunedì 26 settembre 2022

dall'acquario

Oggi analisi in ospedale = lunedì perso. Pensavo di finire tutto in giornata, ma c’è da fare un altro esame stanotte, con un misuratore nel sonno, da chiudere domani, quindi anche martedì mattina è andato. Gli esiti me li daranno la settimana prossima quando perderò un’altra mattina per andare a prenderli, essendo l’ospedale a 70 km da casa. Mi sono lamentato dei tempi di attesa col medico, che è giovane e disponibile, e mi mostra una fila di pratiche aperte alta così prima della mia, e mi dice che è l’unico specialista nel suo campo in tutto l’ospedale. Ecco un problema. Giovedì pomeriggio ho un appuntamento per altra visita, la settimana prossima c’è da tornare alla farmacia ospedaliera perdendo un altro pomeriggio. E non ho nemmeno prenotato dal dentista (non ci vado dal 2019 e sarebbe ora prima che mi cada qualche dente). Ma quando torno a casa c’è da pensare all’orto, annaffiare il giardino, accudire gli animali, fare la spesa, banalmente nutrirsi, c’è da rispondere al telefono, alle email, fare le spedizioni, sorridere sempre, perché gli altri hanno i loro problemi e quindi non ha senso scaricargli addosso i tuoi; insomma quando torno a casa mi passa la voglia di fare qualsiasi altra cosa che non sia strettamente necessario, il tempo di lavoro si assottiglia, e mi pare sempre più una gruviera fra i cui buchi cerco di infilarmi come un topo. Resisto come posso al disordine e allo scazzo, lavoro al singhiozzo, con l’acqua alla gola, ma dalla mia ho sempre la speranza che succeda qualcosa, qualcosa di nuovo che venga a sconvolgere tutto. Ieri ha vinto la Meloni, ma preso da altro non me ne sono quasi accorto. Magari ci penso meglio domani, ma oggi in ospedale, circondato da persone con problemi così seri che a confronto dovrei saltare per la gioia di essere ancora in piedi, ecco oggi per quanto si possa pensar male della Meloni quello non è un vero cambiamento, non cambia davvero nulla rispetto a quello che c’era ieri, a meno che non si pensi che Berlusconi fosse un premier migliore di lei perché aveva contatti con la mafia invece che col fascio, ma questo mi accorgo posso dirlo da qui, perché un ospedale, proprio come un acquario, ti ridimensiona sempre un po’.

domenica 25 settembre 2022

come la fai la sbagli

Peggio della situazione politica va solo quella personale. Oggi ho scoperto che una quasi-autrice-ex-amica mi ha bloccato sui social perché, pare, non ci ho provato con lei. – Ma come, le dico, mi comporto sempre male con tutte, per una volta che mi comporto bene vengo punito! – Ma è proprio questo che mi offende, vuol dire che mi trovavi così cessa che nemmeno il pensiero ti ha sfiorato. – Insomma, qui come la fai la sbagli. E noi pensiamo ancora alla Meloni.

sabato 24 settembre 2022

il mio post sul voto 2022

La cosa per certi versi più commovente delle elezioni politiche è che la gente va a votare per questo o per quello, contro questo o contro quello, pur sapendo che alla fine sono sempre gli stessi e quindi domani, indipendentemente dal voto, non cambierà nulla. O se cambia, sarà “nonostante loro”, per qualcosa di più grande che subiscono. Ma allora perché si va a votare? Leopardi direbbe che lo fa per illudersi che ci sia qualcosa da fare mentre si aspetta di morire. Dudduzzo mi diceva invece che è perché agli italiani, come popolo, piacciono le competizioni, insomma vanno a votare e fanno politica con lo stesso spirito agonistico con cui seguono il calcio. E un po’ è vero. Poi, finita la competizione, tornano a essere un popolo di stronzi, di evasori e speculatori edilizi, di cattocomunisti, omofobi e un po’ razzisti, a cui non frega un cazzo del paese e se qualcosa va male subito invocano piazzale Loreto come rapida soluzione. Però, certo, il vero pericolo rimane la Meloni. Ecco sì, si dovrebbe andare al voto sempre e senza farsi domande. Votare come atto di fede. Poi dice che siamo anticlericali. Invece siamo talmente realisti che ci siano ridotti a trasformare un “diritto” di cui andare orgogliosi, una conquista democratica, in un semplice “dovere” che va fatto perché va fatto, un po’ alla cieca, senza capire bene perché, senza scegliere chi, prendendo ciò che ci danno al ribasso come in un outlet, anche se magari mi fa schifo, anche se non mi fido, anche se ogni volta devo turarmi il naso. E ogni volta non si muove nulla, non succede nulla. Sono anni che a ogni votazione scrivo post come questo, tutti ugualmente risentiti, e non cambia mai nulla fra un post e l’altro. Persino le parole ogni volta mi suonano più vuote. E mi chiedo perché me la prendo ancora.

venerdì 23 settembre 2022

il pro

Autore mi si propone dicendo di aver coniato un nuovo genere, la Proesia, chiamata così perché fonde prosa e poesia. Nel senso di prosimetro o di prosa poetica? Boh, anche perché la raccolta proposta è piena di poesie, ma nessuna in prosa. Non ero nemmeno intenzionato a scrivere questo post perché ho come regola di non svelare particolari che possano ricondurre agli autori che mi contattano. Se non fosse che parlandone col Corsi mi ha rivelato che di proeti è pieno il mondo. Infatti, cercando in rete mi sono accorto che di sedicenti creatori della proesia ce ne sono tantissimi. Ero il solo a non saperlo. Il Corsi addirittura mi rivela che per alcuni di loro il pro- è usato come premessa non alla prosa ma, prosaicamente, alla scorreggia.

giovedì 22 settembre 2022

un amico di mio padre...

Un amico di mio padre che mi chiama al telefono: Anto', ho visto su Repubblica uno che ha scritto un libro ed ha il tuo nome, sono stato tre giorni a pensarci e poi mi sono detto Ma non è che è proprio lui? – E sono io, infatti... – Ma come cazzo è che scrivi un libro e non lo dici a nessuno? Ma tuo padre lo sa?

mercoledì 21 settembre 2022

tre ragazzi davanti al mio studio

 — Nooo, che cazzo hai fatto alle scarpe! Le hai lavate! — No, è che quella stronza di mia madre, non le poteva più vedere, e allora le ha messe in lavatrice! — Mooo, che peccato! Chisse cazze de fémene ca nan se fascene mè i cazze luore! — Di buono c'è, di buono c'è, che mo non puzzano più...

il matto

Non sono convinto che mi piacerebbe diventare il protagonista di un tuo post, mi dice un autore che si contraddistingue per la sua vena caustica con cui percula chiunque gli capiti a tiro. Ma tu lo fai sempre, gli dico. Sì, ma io lo faccio in qualità di scrittore, tu come editore non puoi. Mi ha ricordato quando insegnavo scrittura al CSM e una volta un paziente prese a schiaffi un medico e gli disse: Io a te posso menarti, perché sono matto, tu a me no, perché sei dottore.

martedì 20 settembre 2022

la scrittrice

Una donna mi chiama per chiedermi se può pubblicare con me. In realtà, mi spiega, è una plaquette di 12 poesie ma lei ci tiene che sia un’operazione editoriale in piena regola, quindi non vuole assolutamente pagare per la stampa, ma nemmeno le interessa il guadagno, per cui per venirmi incontro rinuncia ai suoi diritti sulle vendite, non sono contento? C’è un però, mi dice abbassando la voce, il libro le serve fra un mese esatto, perché è il suo compleanno e vuole fare una sorpresa ai suoi genitori che la rimproverano sempre di non avere un lavoro, così può dire loro che non è vero che non ha un lavoro perché è diventata una scrittrice.

lunedì 19 settembre 2022

colore

Poco fa per una intervista che uscirà più in là mi hanno chiesto qual è secondo me il colore della mia poesia. Risposta: giallo paglierino, indice di una corretta idratazione e di una dieta equilibrata. Non dico che te la puoi bere, ma quasi.

pensierino motivazionale

Io sono uno di quelli che se ti deve chiamare per sollecitare un pagamento la prima cosa che ti dice è: Scusami se ti disturbo... È per questo che non mi prendono sul serio, è lì che sbaglio, dovrei dire invece: Sono qui apposta per rovinarti la giornata, se non mi paghi ti chiamo anche domani... Statti attento con me, che sono un vero cacacazzo.

domenica 18 settembre 2022

il sistema

Giovedì impagini il libro di D. e di E. Ti chiama A., ti chiede: “Perché non stai promuovendo il mio libro?”. Ti scusi, lo faccio domani. Venerdì ti svegli motivato: Oggi promuovo il libro di A. e visto che ci sono anche quello di B. e di C. Ma fra comunicati, email, telefonate, la promozione ti porta via anche il giorno dopo. Sabato sera hai mal di testa e sei in overdose da rapporti umani. Ti chiudi nella tua stanza, addio weekend. Domenica ti chiama D., ti chiede: “A che punto è il mio libro? Hai finito di impaginarlo?”. Ma è domenica, appunto, e devi ancora chiudere le carte per il commercialista, leggere un contratto, scrivere la mailing list, rispondere alle email. Lo faccio domani, dici. Lunedì ti chiama tuo padre, ha un problema imprevisto col medico e gli servi, rimandi a martedì tutto il resto. Martedì, però, devi chiudere le spedizioni per il corriere, sollecitare (inutilmente) quelli che non ti hanno pagato, già che ci sei passare l’aspirapolvere. Mercoledì ti svegli motivato: vado a Bari a rifornire le librerie. Ma ti chiama tua madre, ha un problema con tuo padre e gli servi, rimandi l’uscita a giovedì. Mercoledì pomeriggio D. si fa risentire (nervoso): “A che punto è il mio libro? Hai finito di impaginarlo?”. Ti scusi, lo faccio domani dici. Giovedì impagini il libro di D. Ti chiama A e ricominci. Lo racconto a un amico, mi dice: "Che vita di merda che fai, Anto’, non puoi fare tutto da solo, devi prendere qualcuno". Sì, ma come lo pago? "Fai come gli altri, trovati un secondo lavoro". Mi sembra un discorso assurdo. Non ho il tempo di fare un lavoro come si deve, e dovrei fare due lavori per pagare un altro al posto mio? "Allora fai come gli altri, prendi uno/a stagista, lo/a sfrutti, non lo/a paghi…"

sabato 17 settembre 2022

la locomotiva guccini

Ho visto l’intervista di Guccini a Propaganda Live. O meglio, ho visto la registrazione di Propaganda Live per via di Guccini. L’ho fatto perché ho letto che non tutti hanno apprezzato alcune sue uscite e che quello che cantava La Locomotiva si era ridotto a fare lo specchietto di Draghi e della Nato. Però Guccini è anche quello che ha detto (ieri) che lui non voterà Letta perché è un democristiano, che Conte non è la sinistra, e che la Meloni è una fascista ma se gli italiani la votano che se la godano pure come si sono goduti Mussolini. Non mi sembrano le parole di un vecchio rimbambito. Poi ha aggiunto, e questo forse ha dato più fastidio: “Ci sono i pacifisti della domenica, ci sono quelli ancora fissati con l’Unione Sovietica e ci sono quelli che citano il santo padre; io sono pro Ucraina, potevamo calarci le braghe e regalare l’Ucraina a Putin o dare una mano agli ucraini per resistere ai russi, io sono per non calarci le braghe”. Ecco, Guccini può piacere o no, è lecito, così come La locomotiva può piacere o no (a me come canzone non è mai piaciuta), ma quella non è una canzone di pace, è una canzone di follia e vendetta, se c'è una ingiustizia io non vengo a parlare con te, io mi lancio “a bomba contro l’ingiustizia”, non vengo a trattare, vengo ad ammazzarti insieme a me. Ecco, magari può non piacere come messaggio, ma Guccini è sempre stato quello lì, da sempre, uno molto emiliano, sanguigno, di pancia, non uno da “veniamo a patti”, ma tutto l’opposto, uno che se tu gli dai addosso ci scrive su L'avvelenata per fare il tuo nome e dire al mondo che spari cazzate.

nessuno ci ha avvertiti

A parlare col senno di poi siamo tutti bravi, lo so, però quando leggo stamattina i titoli dei giornali che rilanciano i lamenti dei sindaci alluvionati delle Marche: “Nessuno ci ha avvertiti”, non posso fare a meno di pensare che invece sono anni che c’è chi ripete che abbiamo un’emergenza climatica in corso e che siamo agli sgoccioli, per cui forse quei titoli andavano corretti in: “Nessuno ci ha avvertiti che poteva succedere anche a noi” e con tutto che quelle sono zone fragili. Poi certo, possiamo anche continuare a far finta di nulla, continuare a credere che il mondo va così da sempre e quelli sono fenomeni occasionali che di tanto in tanto ti toccano, ma solo a costo di non alzare lo sguardo, perché quei fenomeni imprevisti e tremendi solo l’anno scorso hanno colpito la Germania, il Canada e il Giappone, il mese scorso il Pakistan, la settimana scorsa l’Afghanistan e negli ultimi mesi gli Stati Uniti, il Sudafrica e la Cina. In un’ottica globale, come si fa a definirli fenomeni occasionali? Eppure se lo dice Greta è una gretina, se lo dice Tozzi non ha titoli, se lo dice Mercalli è uno che va in TV per farsi bello, se lo dice un serio professore universitario chi cazzo se lo incula, la politica lo dice male o non ne parla, perché c’è la crisi energetica in corso e allora dobbiamo scegliere se spegnere i condizionatori o no, e ogni scusa è buona per tapparsi le orecchie e chiudere gli occhi. Noi per primi. Anche perché l’emergenza climatica non riguarda solo il prevedere che ci sarà stanotte un temporale, ma il capire che, siccome “potrebbe esserci” andrebbero studiate delle soluzioni a monte per prevenire i disastri, regolamentare meglio certi piani urbanistici ed edilizi, mettere in sicurezza le zone a rischio, ripartire dalla cura del paesaggio, dall’architettura e dall’ambiente, invece di concentrarci unicamente su come aggirare i regolamenti od ottenere i condoni.

venerdì 16 settembre 2022

fede e speranza

Autrice che mi manda in visione la sua terza raccolta, intrisa di un fervore religioso che un poco mi imbarazza, e mi scrive: il mio ultimo libro non ha venduto nemmeno una copia, ma sono fiduciosa che questo non la scoraggerà dal leggermi per come scrivo e non per quella che sono, spero che almeno lei sia diverso dagli altri.

giovedì 15 settembre 2022

la rivoluzione

Ragazza che mi scrive di voler pubblicare perché sente di voler dare qualcosa al mondo, fare una rivoluzione. Poi guardi la raccolta e quella di apertura è, letteralmente, una poesia sul cazzo. Chissà perché mi sono chiesto la rivoluzione comincia sempre da lì.

martedì 13 settembre 2022

per godard

Ci sono artisti con cui ti tocca di continuo fare i conti sul piano umano. E a certi artisti, assai intransigenti, tocca pure di dover fare i conti con l’uomo che li ospita. In questo Godard era un uomo che faceva i conti con tutti: sia con l’artista dentro di lui, che lo metteva di continuo in discussione; sia con tutti coloro che pur amando l’artista non gli perdonavano le sue evidenti manchevolezze di uomo, l’egoismo, la vanità, l’invidia, il livore, l’arroganza. Da questo punto di vista penso che Godard abbia avuto una vita di merda. Poi certo, in tanta contraddizione difficilmente si potrà trovare un altro come lui capace di captare i cambiamenti in corso, di stimolarti le sinapsi che collegano gli occhi al cervello fino a dare un nuovo colore alle cose. Mi irritava anche, spesso le trame dei suoi film erano esilissime, inconsistenti, eppure in ognuno ho trovato qualcosa che mi entusiasmava, una ripresa, un montaggio, una scena, un titolo, una soluzione innovativa che mi faceva rizzare i peli sulle braccia. Non era nemmeno ricerca gratuita o tesa a stupire, ma studio e amore assoluto per le infinite possibilità visive del mezzo cinematografico slegato dall’ottica della fiction. L’ho capito la prima volta quando ho visto La passione di Giovanna d’Arco di Dreyer, che Godard adorava, solo per scoprire quanto di Dreyer ci fosse in Godard, anche quello un film tutto basato sulla ricerca visiva e lo sperimentalismo della visione, dell’inquadratura, del montaggio teso a scardinare le regole del tempo scenico. Perché Godard era un mostro onnivoro, guardava tutto, divorava tutto, persino i film di cui poi parlava male, ma come se li covava, prima, sotto le ali. Truffaut che lo conosceva meglio di ogni altro, glielo rinfacciava: Dici odiare questo o quel film, ma intanto li hai già visti tre, quattro, cinque, sei volte al cinema, se questo non è amore che cos’è? Fra i suoi, i miei preferiti sono Les Carabiniers e Une femme est une femme, oltre ovviamente ai classici, À bout de souffle, Le Mépris che in cuor mio (e con tutto l’amore condiviso per Fritz Lang) ho sempre pensato fosse una buona scusa per guardarsi il culo della Bardot. I primi insomma, anche perché chi li ha mai visti gli altri, quelli prodotti dopo gli anni ’60. Anche in questo che vita di merda ha avuto Godard, per sempre legato a una stagione e a una etichetta (Nouvelle Vague) finite da un pezzo, uno come lui sempre teso in avanti, senza rimpianti. Va pur detto, e va detto, proprio per tornare all’inizio, che Godard era uno stronzone come pochi, ha ragione Truffaut, ma tant’è per alcuni stronzoni chiudiamo gli occhi con più facilità che per altri, vanno oltre il giudizio umano per rifugiarsi nel giudizio critico o nell’amore incondizionato, e io Godard l’ho amato, come tanti, ma con tanta più forza vorrò bene a chi gli è stato accanto e si è caricato il fardello di sopportare i suoi capricci e le sue cattiverie di uomo anche per noi, senza che gli dedichiamo, nemmeno oggi, nemmeno un grazie.

domenica 11 settembre 2022

sanità e incazzatura

Mi sento quasi di chiedere scusa a chi ha avuto a che fare con la Sanità pubblica prima di me e io non sapevo quanta frustrazione potesse procurare e non ho capito adeguatamente la loro incazzatura. Mi indignavo con/per loro, ma non quanto avrei dovuto. Le lungaggini burocratiche, il dare tutto per scontato così che non ti danno mai una spiegazione esauriente di ciò che ti serve o che devi fare, il dislocamento assurdo degli uffici, per cui per una autorizzazione devi girare quattro o cinque uffici diversi, a giorni e orari diversi, perdere ore di vita e di lavoro solo per farti firmare un foglio che formalizzi qualcosa che ti era dovuto fin dall’inizio. E quando chiedi ingenuamente: “Ma non possiamo farlo online?” ti guardano quasi spaesati. Ho degli amici che scuotono le spalle rassegnati e mi dicono che funziona così. Forse è il sud, non lo so, e io sono ancora all’inizio di questo percorso, ma mi sento incazzato, e mi immagino l’uguale incazzatura di chi ci è passato prima di me e l'ha subito per anni. È una roba che ti fa invecchiare male. C’è anche del buono, mi diceva un’amica l’altro giorno, se pensi che all’estero molte di queste cure le devi pagare e tanto, e qui sono un tuo diritto. Ha ragione, non bisogna dimenticarlo, però io penso anche che il diritto a cure mediche gratuite dovrebbe essere un nostro fiore all’occhiello, non una scusa per il fancazzismo e l'approssimazione. Io su queste cose non riesco a smettere di innervosirmi.

sabato 10 settembre 2022

elenco

A volte penso che sarebbe interessante redigere un elenco dei libri perduti, quelli che hai mandato a librai che poi si negano al telefono per non comunicarti le giacenze; quelli che smarriscono i corrieri (interi pacchi a volte) nonostante il mito della tracciabilità; peggio ancora quelli non tracciabili, dove per risparmiare qualche euro mandi col piego di libri e poi si perdono fra gli uffici postali, o restano lì abbandonati come pratiche inesitate; quelli che arrivano dove devono e poi cambiano inaspettatamente direzione e li ritrovi con tanto di dedica agli amici sulle bancarelle dell’usato, e ti chiedi come – e per quale dissapore inespresso – sono giunti lì.

venerdì 9 settembre 2022

soddisfazione

Autore che vuole assolutamente pubblicare con me. Mi chiama più volte e certi giorni mi tiene mezz’ora al telefono. Di fronte ai miei tentennamenti a un certo punto sbotta: Anto’, ma io ti pago! Hai capito? TI PAGO! Basta che pubblico con te. – Ma perché ci tieni tanto a pubblicare con me? – Perché quando ti chiamo tu mi dai soddisfazione.

una cosa triste

La cosa veramente triste – pensavo oggi, mentre ero in fila dal geriatra – è sapere che, se va bene, un giorno qualcuno riuscirà a far soldi con ciò che scrivo, ma non sarò io. Perché non è vero il luogo comune che non si riesce a campare di scrittura, ma nella maggior parte dei casi a campare è sempre qualcun altro. Infatti il mercato editoriale di oggi campa al 90% con gli scritti di quelli morti ieri o trapassati (i cosiddetti classici), mica con quelli dei vivi oggi. Sono gli scritti dei morti di fame di ieri che fanno da fondamenta al mercato editoriale di oggi. Così, se va bene, un giorno ciò che scrivo nutrirà le famiglie di illustri sconosciuti che diranno di sapere tutto di me, senza avermi mai toccato.

foto dei miei genitori

Mio padre e mia madre. Lei non si piace in foto e così sono passati anni dall'ultimo scatto insieme. Infatti sorridono perché non ci credono nemmeno loro.


 

giovedì 8 settembre 2022

regalarsi una pubblicazione

Una che mi scrive perché per il compleanno ha deciso di regalarsi la pubblicazione di un libro. Mi chiede di scusarla se non mi manda il manoscritto perché sta ancora scegliendo i testi; però c’è da muoversi, aggiunge, perché il libro deve essere pronto entro metà ottobre altrimenti non può confezionarlo con le bomboniere.

selfie con mal di maggio

Selfie con l'ultimo libro che mi dicono è bello quindi finale migliore non poteva esserci.


 

 

mercoledì 7 settembre 2022

dono

Poiché mio fratello sta ripartendo per Milano, Mao, che gli vuol bene, ha deciso di mettergli un regalo in valigia, un bel cervone nero che troviamo mezzo appisolato sulle magliette. Mio fratello lo sgrida e Mao, offeso a morte, riprende il serpente in bocca e si dirige verso la porta come in una scena tragica, con gli occhi spalancati per l'incredulità e il rimorso, rigirandosi più volte verso di lui come se si aspettasse di venire richiamato per far pace, prima dell'addio.


farmacia ospedaliera

Ieri ho fatto la prima esperienza della farmacia ospedaliera. Che sulla carta nasce per dare una mano al cittadino a velocizzare l’approvvigionamento di medicinali importanti, poi nella pratica è (secondo me) l’ennesimo disastro della sanità che demanda ai cittadini per tagliare sui costi. La farmacia ospedaliera più vicina al mio paese è a 30 km, dispersa nella campagna di Putignano, per arrivarci serve un’auto, un’ora di viaggio fra andata e ritorno più l’inevitabile fila di attesa (lunga, visto che serve mezza provincia di Bari) e non apre tutti i giorni ma solo in determinati giorni e a determinate ore molto stringenti (due ore a metà pomeriggio il martedì, due a metà mattina il mercoledì ecc.) per cui per andarci devi mollare il lavoro. Non solo, ieri quando ci siamo andati con due ricette diverse, la signora allo sportello ci fa: “Questa ve la posso dare oggi, per quest’altra dovete tornare domani mattina perché la diamo solo il mercoledì”. Se questo è stato fatto per velocizzare i cittadini, non riesco a immaginare quanto era lunga la trafila una volta. Ovviamente danno dosi mensili, e l’idea che questo è un impegno che mi prenderà una giornata ogni mese per il resto della vita di mio padre mi atterrisce. Ho provato a chiedere se c’è un servizio che fa qualcuno in paese per ritirare queste medicine così da evitarsi la scarpinata in campagna, non è chiaro. Una farmacia lo faceva ma gli orari stringenti sono scomodi anche per loro e hanno lasciato perdere, un’altra lo fa talvolta, a titolo di favore per i suoi clienti, Uomo 2000 lo faceva durante il Covid e ora solo ogni tanto per qualcuno, alla farmacia ospedaliera mi hanno detto di rivolgermi alla Croce Rossa (non scherzo). Possibile, mi chiedo, che non si riesca a organizzare in Comune una rete o un servizio messo a sistema per tutti quelli che hanno bisogno? Eppure in mezz’ora di fila lì, ieri, ho visto arrivare tre persone del mio stesso paese. Un servizio in cui accumuli le richieste, vai due o tre volte al mese lì e rifornisci le persone senza costringerle ogni volta a spostarsi in massa? E senza contare che così com’è, se sei vecchio, disabile, povero, senza figli accanto, sei già tagliato fuori dal diritto alla salute che ti spetta. O devi pagare qualcuno che ci vada per te, e voglio capire come fa chi prende una pensione da fame. Già immagino che succederà anche a me, che non ho figli, quando avrò l’età di mio padre. Ma non è solo questo, l’altro giorno in paese non si trovava più una goccia di benzina, i benzinai a secco mandavano i clienti che ronzavano da una pompa all’altra nei paesi vicini a fare il pieno. Magari è stato solo un caso, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Ed è vero che di qui a dieci anni avremo tutti le auto elettriche, ma nel frattempo se la crisi avanza e la benzina finisce si resta tutti a piedi e poi voglio vedere.

lunedì 5 settembre 2022

sogno del camper

Stanotte ho sognato che riprendevo la patente solo per comprarmi un camper in cui mi trasferivo a vivere piazzandomi nel bel mezzo del campo dietro casa, tipo la vecchietta nel furgone di Alan Bennett, e campavo affittando casa a dieci famiglie di emigrati che si suddividevano gli spazi con delle tende, dietro cui si ascoltava la cantilena del Corano gustando un caffè. Il mio amico Paolo veniva ogni tanto a cercarmi apposta per sfottermi e mi diceva: Vedo che ne hai fatta di strada, mi complimento.

sabato 3 settembre 2022

pensierino (porno) del sabato mattina

Ho scritto un romanzetto e devo proporlo in giro. Ho scelto di farlo fantastico perché mi sono stufato di queste storie di autofiction, confessionali, ombelicali, masochistiche, come le scrivono tutti, che palle, e poi lo faccio già con la poesia, vorrei cambiare mood ogni tanto. Ho scritto un romanzetto fantastico, ma più lo leggo e più lo trovo leggero e più mi interrogo se non sia gratuito e in fondo inutile. Che senso ha scrivere un romanzo di intrattenimento in una società votata all’intrattenimento? Non è come gettare benzina sul fuoco? Continuo a essere dubbioso sui suoi meriti. Forse dovevo scrivere anch’io un romanzetto ombelicale, confessionale, masochistico ma con delle punte autoironiche che prova a estrapolare il senso della vita in  un bignami per il pubblico partendo magari dal bagno. Ma più ci penso e più anche quello mi pare inutile. Scrivere è inutile, oggi più che mai. Mi chiedo, cosa serve al pubblico oggi per stare bene? Porno. Più ci penso e più mi convinco che sia quello, perché di porno non ce n’è mai abbastanza. Intanto piace a tutti, tanto che lo infilano dovunque. Poi aiuta i timidi, gli indecisi, gli asociali, i brutti, gli sfigati, i grassi, gli acidi, gli avidi, gli ingrati, quelli che sudano o che gli puzza il fiato, insomma il 70% della popolazione mondiale ce lo chiede. Del resto, hai voglia a dire quanto è bello l’amore se non piaci a nessuno. Ma soprattutto il porno ha una funzione sociale, perché è scientificamente provato che più ti masturbi e più abbassi i livelli di aggressività e l’aggressività nasce dal desiderio che è una devianza aggravata dell’istinto alla riproduzione. Meno famiglia e più porno è la risposta ai problemi del mondo. Ricomincio da capo, ora ho uno scopo. Sogno di fare del bene al mondo, sogno un mondo dove la gente legge ciò che scrivo e si masturba pensandomi, un mondo dove nessuno si fa più la guerra perché sta pensando a me col sesso in mano.

venerdì 2 settembre 2022

elegia I

di Michael Krüger

Nell’ultima luce c’è ancora un uccello
con le ali dispiegate sopra il ghiaccio
e lascia vagare il fuoco dei suoi occhi
sulla superficie pavimentata di bianco,
finché il buio lassù non lo sorprende.
Il lago ha un luccicore bianco. Io fumo.
Dove c’erano solide rive, stanno ritti
giunchi, che il ghiaccio non è riuscito a falciare.
Puritani resistenti alle intemperie al confine
fra terra e lago. Più in alto i pioppi.
Nella cavità sotto le loro radici
nidificano animali. Ascolto spegnersi
il sordo mormorio prodotto dal vento
che fruga negli steli. Non proprio
scuro né proprio chiaro, il crepuscolo
impregna il congedo della luce.
Proprio adatto alla grigia cappa di nubi
che unifica l’Europa: da Oslo a Napoli fino
a me. Sì, fino a me, l’adattato,
che per lungo tempo la fortuna ha amministrato:
che, come molti, non voleva parlare né
gradiva agire, che si lasciava scrivere,
per il quale le gocce d’acqua d’estate erano
congetture per riempire il testo – in modo che
lo si potesse far leggere. Lascia correre, sognatore.
Nella mia tasca noccioli di prugne, con la dolcezza
dell’estate; su un pascolo sopra il lago
sono stato seduto sull’albero accanto agli uccelli,
finché caddero. Tu vedi fantasmi,
ripetizione, morte. In verità la vita si è
solo raggomitolata per risparmiare energia.
In verità stai già da tempo dove si tirano le somme.

(da Dietro il confine, trad. Luigi Forte, in Di notte tra gli alberi, Donzelli, 2002)

rassegna stampa

Venerdì mattina, ti svegli, guardi la rassegna stampa in TV e cominci a sbuffare pensando che alla fine ti toccherà andare a votare, ma non contro il fascismo, solo per provare a evitare questa deriva nucleare che nemmeno due referendum sono riusciti a cancellare e prima che privatizzino anche l'acqua, come sognano da tempo.

giovedì 1 settembre 2022

casualità

Quando cerchi su Google le parole chiave: Russia+caduto dalla finestra per informarti meglio sulla notizia del giorno e ti esce fra gli altri un articolo di primavera 2020 in cui si lamenta la caduta dalla finestra del terzo medico russo in due settimane per aver diffuso fake news sul coronavirus, ovvero aver sottoscritto un documento in cui si afferma che il coronavirus esiste.

curriculum

Uno che per farmi una proposta editoriale prima mi manda il suo curriculum, tre pagine, e mi scrive: Ti piace? Contattami che ti mando il manoscritto.

(Come si vede che oggi è settembre).

l'addetto stampa

Uno che mi scrive per proporsi come addetto stampa e allega listino prezzi dei servizi forniti, tipo che per un comunicato stampa da scrivere e inviare via email (ma senza certezza di pubblicazione) chiede 200 euro. Mi dice che sono i prezzi sul mercato. Praticamente ormai gli addetti stampa prendono quanto gli avvocati. Mi chiedo perché non faccio l'addetto stampa anch'io.