Oggi analisi in ospedale = lunedì perso. Pensavo di finire tutto in giornata, ma c’è da fare un altro esame stanotte, con un misuratore nel sonno, da chiudere domani, quindi anche martedì mattina è andato. Gli esiti me li daranno la settimana prossima quando perderò un’altra mattina per andare a prenderli, essendo l’ospedale a 70 km da casa. Mi sono lamentato dei tempi di attesa col medico, che è giovane e disponibile, e mi mostra una fila di pratiche aperte alta così prima della mia, e mi dice che è l’unico specialista nel suo campo in tutto l’ospedale. Ecco un problema. Giovedì pomeriggio ho un appuntamento per altra visita, la settimana prossima c’è da tornare alla farmacia ospedaliera perdendo un altro pomeriggio. E non ho nemmeno prenotato dal dentista (non ci vado dal 2019 e sarebbe ora prima che mi cada qualche dente). Ma quando torno a casa c’è da pensare all’orto, annaffiare il giardino, accudire gli animali, fare la spesa, banalmente nutrirsi, c’è da rispondere al telefono, alle email, fare le spedizioni, sorridere sempre, perché gli altri hanno i loro problemi e quindi non ha senso scaricargli addosso i tuoi; insomma quando torno a casa mi passa la voglia di fare qualsiasi altra cosa che non sia strettamente necessario, il tempo di lavoro si assottiglia, e mi pare sempre più una gruviera fra i cui buchi cerco di infilarmi come un topo. Resisto come posso al disordine e allo scazzo, lavoro al singhiozzo, con l’acqua alla gola, ma dalla mia ho sempre la speranza che succeda qualcosa, qualcosa di nuovo che venga a sconvolgere tutto. Ieri ha vinto la Meloni, ma preso da altro non me ne sono quasi accorto. Magari ci penso meglio domani, ma oggi in ospedale, circondato da persone con problemi così seri che a confronto dovrei saltare per la gioia di essere ancora in piedi, ecco oggi per quanto si possa pensar male della Meloni quello non è un vero cambiamento, non cambia davvero nulla rispetto a quello che c’era ieri, a meno che non si pensi che Berlusconi fosse un premier migliore di lei perché aveva contatti con la mafia invece che col fascio, ma questo mi accorgo posso dirlo da qui, perché un ospedale, proprio come un acquario, ti ridimensiona sempre un po’.
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