lunedì 31 luglio 2023

odio

Ho appena capito, quasi come un lampo improvviso sotto il sole, che il motivo principale per cui ho amato tanto e amo le poesie di Bordini è la naturalezza con cui ammette che si odia, qualcosa che mi mancava per pudore, o paura di sembrare stucchevole. Attraverso lui ho scoperto questa libertà, che mi fa bene, di poterlo scrivere nei miei versi che mi odio, che ci si può odiare con tale leggerezza che alla fine non senti più la distanza, nessuna differenza con gli altri corpi vuoti che occupano il mondo.

gambe

Autrice mi manda la sua raccolta con allegato curriculum. Ma subito dopo mi scrive un'altra mail: Scusate, ho sbagliato curriculum questo è più appropriato. A questo punto voi che fareste? Io incuriosito apro entrambi i curriculum per confrontarli. Nel primo c'è una foto in posa, scosciata, con due metri di gambe abbronzate. Nel secondo c'è lo stesso identico curriculum ma senza la foto. A questo punto mi chiedo per chi sia stato preparato il primo; e subito dopo se sia stato veramente un errore, oppure l'ha fatto apposta per attirare la mia attenzione sulle poesie. Vai a capirlo. Ma con un pizzico di diffidenza apro il file dei testi e do una rapida lettura. E mannaggia sono belle, sono proprio belle. Sono belle le poesie. E sono belle anche le gambe.

domenica 30 luglio 2023

appello

Siccome anche io, come Interno Poesia, ho bisogno di una mano per la casa editrice, e vorrei ma non posso assumere nessuno, ho deciso di lanciare questo appello per dire che chi vuole può scrivermi in privato e io lo prendo a bordo con regolare contratto prematrimoniale, nel senso che non potendolo inquadrare come dipendente lo utilizzo professionalmente come coniuge ventiquattr’ore su ventiquattro (anche ore pasti), ma con regolare condivisione dei beni e possibilità di prendersi tutta la baracca alla mia morte, debiti compresi. Alla suddetta figura è richiesto di fare tutto ciò che già faccio io, prendersi ogni responsabilità come faccio io, senza guadagnarci nulla esattamente come faccio io (trattamento alla pari, insomma!), in nome di una “gloria da stronzi” (Guccini) per cui nessuno vi dirà mai grazie, al massimo “chi te l’ha fatto fare?”. Come incentivo, siccome siamo sposati, ci metto i massaggini ai piedi. Sarà una bellissima avventura, vedrete, piena di esperienze e incontri di ogni tipo (dall’esordiente analfabeta che si crede James Joyce al commercialista che ti striglia sulla prima nota) ed emozioni forti, soprattutto sui resi, come non potete ancora immaginare. Astenersi perditempo.

perdere la voce poetica

Ieri a Noci incontro un ragazzo che dice sempre di voler pubblicare con me. Ha appena comprato dei libri, per cui gli chiedo: Tu mi devi togliere una curiosità, perché dici sempre che vuoi pubblicare con me e non ti vedo mai che compri dei libri miei? – Antò, ma scherzi, metti che mi piacciono così tanto che comincio a imitarli, poi perdo la mia voce poetica! – Non ho capito, quindi i libri che hai comprato adesso li hai presi perché ti fanno schifo? – Questi? (scoppia a ridere). Ma no, questi sono per mia madre, io non leggo mica!

sabato 29 luglio 2023

ai piani alti del pensiero occidentale

Ieri leggevo il post di un giovane giornalista infervorato che analizzando la situazione in merito al surriscaldamento globale arrivava alla conclusione che modificare i comportamenti individuali per cambiare le cose non serve a nulla, occorre abbattere il capitalismo e i poteri forti opponendogli una forma di socialismo che sistemi le cose imponendo delle regole e dei sacrifici necessari a tutti, ma dunque, visto che non parte dal basso, dalla base, ma è calato dall’alto sulla stessa, è come dire: auspicare il ritorno dello stalinismo, con tutto ciò che si è già sperimentato. Mi ritrovo così schiacciato, ai piani alti del pensiero occidentale, da una parte da questa forma di nostalgia socialista che è una stronzata, dall’altro da questa forma di negazionismo diffuso che quasi nega ci sia un problema ambientale – tutto questo mentre l’Amazzonia viene disboscata, in Cina costruiscono allevamenti intensivi grandi come città, l’Africa va verso la desertificazione generando masse di profughi, la Grecia e la Sicilia sono periodicamente date in pasto alle fiamme e i ghiacciai si sciolgono alzando il livello del mare ecc. "ma quando ero ragazzino io l’estate al mare al campetto estivo era calda uguale"! Ecco che in questo modo, in nome di una onnipresente teoria del complotto, i complottisti danno più valore e voce a chi complotta nell’ombra – il nemico che mi sono scelto di combattere – che alla sostanza delle cose – il mondo in cui non mi sono scelto di vivere – così di fatto rifiutano di fare la lotta “ambientale” ma restano chiusi in questa sorta di bolla che è a suo modo un ambiente comodo (anche se dicono di essere scomodi) dove cambia soltanto il nome che di volta in volta si danno nell’espressione creativa della loro accidia. Siamo al 29 luglio 2023 e fra neosocialisti e cinici sovversivi stiamo ancora ostinatamente fermi ai primi del Novecento. Siamo orribili residui del passato. Per fortuna che ci sono anche i “lanzichenecchi” che di quelli come noi faranno polpette un giorno. Ci pisceranno in testa.

venerdì 28 luglio 2023

la spada di damocle

 Ieri una donna con qualche anno meno di me mi ha detto che non si abitua al contrasto fra il mio viso da cinquantenne e il corpo da liceale. Abbiamo bevuto spritz (cosa che in effetti non potrei più fare) per metterci alla prova ed è venuto fuori che il mio corpo sembrerà pure da liceale ma dentro va per gli ottanta, con tutte le ripicche i bruciori e i contorcimenti del caso quando beviamo, mentre lei che diceva di non avere nemmeno fame ha continuato la serata mangiando panzerotti come se non ci fosse un domani. La spada di Damocle, insomma, pende su di me.

mercoledì 26 luglio 2023

le statistiche

Le statistiche mi mandano sempre in brodo di giuggiole per come te le puoi rigirare intorno al dito. Ad esempio, le statistiche ci dicono che 2 italiani su 3 temono o sono contrari alla guerra. E questo dai cosiddetti non allineati al sistema è visto come un chiaro segno che gli italiani sono più savi dei loro governanti che non accennano a parlare di trattative per la pace. Ma sempre le statistiche ci dicono oggi che 1 italiano su 3 è negazionista sul cambiamento climatico, ovvero 2 italiani su 3, di contro, lo temono e vorrebbero delle politiche adeguate a contrastarlo. Ma per i soliti non allineati al sistema credere a queste storie è essenzialmente essere dei boccaloni. E io, stando alle statistiche, mi sono chiesto come si conciliano queste due visioni sulle stesse percentuali di popolazione, per cui se 2 italiani su 3 non vogliono la guerra ma temono anche il cambiamento climatico, a ben guardarli da un certo punto di vista non allineato sono savi e boccaloni insieme, ma a giorni alterni.

qualunquismo

Va detto che buona parte dei piccoli festival letterari che si vedono in giro (e a cui il più delle volte mi rifiuto di partecipare) denunciano in primo luogo il qualunquismo di chi li organizza. Gente che illudendosi di fare il bene opera in nome del Nulla e della Vanità, aiutando a diffonderli meglio come vivo esempio di pensiero vincente.

martedì 25 luglio 2023

arrivano gli alieni

L'altra notte degli strani segni sono comparsi in un campo in Valle d'Itria. Si sta dibattendo da ore sul loro significato. Quanto a me ci ho pensato a lungo e credo che quei segni li abbiano fatti gli alieni che hanno scelto (anche loro) il nostro bel paese come meta turistica. Quello è il punto di atterraggio delle navette spaziali per gente che viene da un altro pianeta, i cosiddetti ricconi, anche perché considerati i prezzi che trovi o sei ricco o vieni da Marte...


 

sogno del bagno pubblico

Sto affrontando un estenuante viaggio in pullman, afflitto da tremendi dolori di pancia. Quando dopo molti patemi il pullman ferma a una stazione di servizio, grato corro verso i bagni dove mi piego sul vaso già orribilmente sporco e mi svuoto di tutto. Provo a tirare lo scarico, ma non funziona. Lo tiro due volte e nulla. Mi arrendo, ma proprio mentre sto per uscire entrano nel bagno due uomini e una donna che stanno discutendo fra di loro concitati. Non capisco cosa dicono, ma quando mi vedono lì i loro sguardi si fanno disgustati, come se li stessi spiando e uno dei tre, quello dall’aria più spiccia, si guarda intorno e indicando il vaso lercio comincia a insultarmi: “Lei si vergogni, si vergogni per quello che ha fatto! Lei è un uomo orribile! Ripulisca immediatamente ogni cosa”. Io così, schiacciato dal peso delle sue accuse, pieno di rimorso e di disgusto per me stesso, mi piego ancora una volta sul vaso e senza guanti infilo le mani nude nei rifiuti organici che affiorano e comincio a raccogliere la carta umida che intasa lo scarico riversandola nel cestino accanto al muro. I tre mi guardano ridendo, finalmente riconciliati. Mentre lavoro con la gola serrata dalla ferocia degli odori, controllando attraverso la finestra mi accorgo che il mio pullman è ripartito. “Tutto questo non è giusto, io non me lo merito!” dico con gli occhi umidi, ma non so se per la commozione o per la nausea. Loro tre continuano a ridere, l’uomo che mi ha rimproverato più degli altri. “Lei non capisce, è tutta colpa di questo mio senso del dovere se sono qui!”. Ride ancora più forte. “Lei non capisce, non capisce proprio. Il mio senso del dovere è talmente forte che se lei me l’avesse chiesto” dico indicando la donna “io l’avrei strangolata senza pensarci due volte!”. L’uomo ride ancora più forte, deliziato.

lunedì 24 luglio 2023

una certezza

Ieri un amico, parlando con un collega editore, ha tirato fuori una questione importante. Gli ha chiesto: “Tu da che parte vuoi stare, vuoi stare coi grandi o coi piccoli, vuoi stare coi geni del male o con quelli che fanno ricerca?” Perché successo commerciale e ricerca letteraria qualche volta coincidono, molte altre volte no. Ci ripensavo stamattina, considerando che in fondo stiamo tutti (editori e autori) come il mio collega editore, tutti fieramente impettiti contro il male dell’editoria, ma più banalmente inseguiamo e ci lasciamo sedurre dal successo nella speranza che ci tocchi, che ce ne tocchi un po’ anche a noi. Poi, mentre facevo colazione, ho fatto a mente una lista di quegli autori che ho trovato (per me) assolutamente rivoluzionari, come una scossa tellurica rigenerante, e ho scoperto che non soltanto sono molto pochi, ma che la maggior parte di quei pochi non sa e non ha mai saputo cosa significasse pubblicare con una casa editrice di successo e assaporarne un po’, prima di morire in solitudine. Almeno da questo punto di vista chi pubblica con me può star sicuro che non sono in grado di riconoscere un “autore di successo” nemmeno se mi cambiassi gli occhiali. Non è molto da dare, ma perlomeno è una certezza.

domenica 23 luglio 2023

il pollo

Sto prendendo il caffè con un amico editore quando mi arriva l’email di un’aspirante autrice che con toni entusiastici esalta la casa editrice, la bellezza della nostra linea editoriale, la mia innata simpatia social, e conclude dicendo che ci segue ormai da anni, che si sente come una di famiglia e proprio per questo deve assolutamente pubblicare con noi, non accetterà un no come risposta. Sedotto dal tono del messaggio lo mostro al mio amico editore per dirgli: “Hai visto?”. Lui allora, con nonchalance, tira fuori il telefono e mi mostra un’email identica, nel senso che è fatta col copia-incolla, arrivatagli dalla stessa autrice ma il giorno prima, cambiando giusto il nome del destinatario. Ho capito così che fondamentalmente ogni editore è un pollo, basta solleticargli la corda giusta e quello subito si lascerà intortare.

un primato dell'italia in europa

Leggevo poco fa che presa la storia recente dell’Unione Europea, o meglio dal 1959 quando venne fondata la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, l’Italia è in assoluto il paese europeo più volte condannato per violazioni di tali diritti. È vero che negli ultimi anni questo primato sta in parte scemando, non tanto per un ravvedimento dell’Italia, quanto piuttosto per l’ingresso in Europa dei paesi dell’est che li violano con più vigore e ci fanno indietreggiare fino al quinto-sesto posto, per ora però storicamente parlando noi restiamo i primi. Le condanne che più ci caratterizzano sono relative in primo luogo a discriminazioni di genere contro donne e omosessuali, scelte di vita e orientamenti sessuali, che sfociano in comportamenti violenti nella sfera privata che vanno dalla tortura psicologica al femminicidio; poi per abusi vari riscontrati verso i carcerati, che vivono il più delle volte in condizioni disumane e denigratorie che trasformano il processo punitivo o correttivo in vera e propria vendetta, e senza contare i numerosi abusi delle forze dell’ordine nelle caserme; ancora siamo ai primi posti per la controversa gestione dei migranti dove però, va detto, non siamo soli in Europa; e in ultimo per alcune situazioni in cui la follia ha preso il sopravvento sull’umano cancellando qualsiasi freno inibitorio o diritto democratico per sfociare nel lager: come a Genova nel 2001, per citare il caso più eclatante e vergognoso degli ultimi anni, ma anche in Val di Susa dove si è dato l’ordine di trattare indiscriminatamente i residenti che protestavano contro la TAV come terroristi. A tal proposito, aggiungo, in un ambito che non coincide ma è prossimo a quello dei diritti umani, ovvero quello dei diritti ambientali, siamo anche ai primi posti in Europa per mancato rispetto di diverse normative sull’ambiente, che certo sono talvolta opinabili almeno fino a quando non si commettono dei veri e propri reati: come in Campania, ad esempio, che da sola è al primissimo posto per reati ambientali legati alle Ecomafie, ovvero le discariche abusive, dove taluni rifiuti anche a rischio (per la salute di chi li respira) che arrivano qui (da dove?) e che per svariati motivi non sono finiti in Africa, vengono “smaltiti” nel triangolo d’oro compreso fra Campania, Calabria e Sicilia. Ma per la gioia di tutti, anche di chi ci vive: è pur sempre lavoro alla fine.

venerdì 21 luglio 2023

ciao, stronzo

Ho appena saputo da sua moglie Maria Rosaria che poco fa è venuto a mancare Bogdan Bajalica. Negli ultimi mesi era stato molto male e questo lo ha spento con la preoccupazione di restare da solo, perdendo giorno dopo giorno la sua lucidità. Viveva separato dalla sua famiglia, per questo motivo se c'è una cosa di cui mi sento contento è che siamo riusciti con alcuni amici a fare in modo che poco prima del crollo conoscesse i suoi nipoti. Penso sia stata una buona cosa fra le tante incasinate che hanno caratterizzato la sua esistenza. Come ultimo scherzo, poco fa, appena ho saputo la notizia, il cancello automatico di casa mia ha cominciato a lampeggiare senza motivo e si è aperto da solo, giuro. Era certamente lui che si faceva sentire, che mi diceva Ciao Lilo, stronzo. Ciao Bogdan, stronzo, mi mancherai.

orgasmo

Ormai è diventata una consuetudine sentirmi dire, ogni volta che incontro qualcuno: "Antò, stai bene? Sei dimagrito ancora!" Io allora, per variare sul solito trito e ritrito bollettino sulla mia salute, amo dire che ho cominciato a praticare quel famoso apologo di Woody Allen dove mi sto lentamente restrigendo fino a scomparire in un orgasmo. Mi sono già immaginato la scena con un gran botto finale fra le case, come un sacchetto di carta che viene fatto esplodere fra le mani di un burlone e poi la scia che guizza sopra il campanile e una pioggia sottile che ricade dolcemente sul paese.

giovedì 20 luglio 2023

everything happens to me

Adottare uno standard jazz come filosofia di vita. E chiunque la suoni, quella sarà sempre la tua canzone. "Perché sai che non posso ingannare questa mia testa che pensa. Ho telegrafato, telefonato, ti ho persino mandato una raccomandata aerea, la tua risposta è stata Addio, e ho anche dovuto pagare le spese postali".

il lavoro editoriale

Ogni tanto qualcuno mi dice: “Eh, ma che ci vuole? Dai un’occhiata ai primi due o tre testi e lì capisci subito se è un buon lavoro o meno”. Va bene, ma dopo che hai fatto questo e ti restano scremati 52 libri dignitosi di persone che sanno scrivere, tu che fai? Li pubblichi tutti? Alcuni editori farebbero così, chiedendo all’autore di contribuire alle spese di stampa e addio remore selettive e problemi di natura economica (peraltro sono buoni libri, quindi non si parla nemmeno di pubblicare scartini). Altri preferiscono rileggerli per bene per farsi un’idea migliore del progetto, puntando su quanto gli piace il libro più ancora che sul suo potere di marketing. Per arrivarci, però, quando hai 52 manoscritti davanti, anche a leggerne uno al giorno per valutarli con la giusta attenzione e poi metterli a confronto, non servono forse due mesi di lavoro? Per arrivare a cosa? A sceglierne 3 o 4 da pubblicare (scatenando spesso il risentimento degli altri 48 scartati) che, se anche andrà bene, non venderanno mai abbastanza copie da compensarti per tutto questo tempo speso a sceglierli e per tutto il tempo dopo utilizzato per trasformare un’idea in un oggetto commerciale senza mercato? Davvero, certe volte penso che il lavoro editoriale sia qualcosa a metà tra K. (colpevole e pieno di rimorsi per qualcosa che non ha saputo fare, ma nemmeno lui sa definire) e Tafazzi, con la prevalenza del secondo sul fronte economico.

farfalle

Voglio condividere a parole l’immagine dell’ibisco che sta vicino al muretto di cinta, quando ogni sera irrigo il giardino e svuoto fra le sue radici l’annaffiatoio pieno d’acqua. Nell’attimo stesso in cui la verso si solleva dalle foglie, sotto cui sono nascoste, una macchia di farfalle bianche che prima mi vola intorno agli occhi come risvegliata e poi, come l’aria quando ridi, si disperde leggera sulla testa, come se l’acqua posandosi al suolo producesse un soffio delicato che dà il volo ai fiori.

mercoledì 19 luglio 2023

sesso e potere

Amica mi confessa di essere contrariata dal fatto che prima, quando nelle sue storie pubblicava video in cui improvvisava balletti stupidini e ammiccanti, o foto in costume succinto e scorci delle scollature e delle gambe, era seguitissima ma si ritrovava la chat piena di viscidi stalker, ma da quando per allontanare i più molesti ha smesso con le foto e pubblica soltanto profondissime citazioni filosofiche sul nulla che siamo, ovvero citazioni di Pavese, non prende un like neanche dai suoi stessi amici, me compreso. – Ma possibile che tutto si debba sempre ridurre al sesso? – Non c'è mica solo quello, le dico. Io fossi in te proverei a fotografare i gatti.

martedì 18 luglio 2023

napule è

Ho fatto un peccato grande come una casa lo so, ma quando ho letto la notizia di Jorit che per fare un murales per la pace ha copiato la foto della figlia di un’altra artista senza nemmeno informarla (volesse mai il cielo che mi chiede dei soldi!), inventandosi però la storia che quella da lui ritratta era una bambina del Donbass cresciuta nella guerra, poi una volta sgamato ha detto che aveva preso degli “elementi” di quell’altra bambina australiana scaricata da Internet perché la prima bambina, quella che ha vissuto la guerra, non era abbastanza fotogenica da venire bene nel ritratto (cioè, era bruttarella), ma si è difeso dicendo che è più stronzo chi guarda questi particolari insignificanti rispetto al messaggio che la guerra è brutta, specie quando è scomoda e noi ci voltiamo dall’altra parte, e i bambini che la vivono soffrono più di tutti, anche se non sono abbastanza fotogenici da meritarsi di essere ritratti, ma tanto si sa i bambini sono tutti uguali e allora se una non va bene noi ne prendiamo un’altra (tanto chi se ne accorge!), e in ogni caso ricorda la prima regola è sempre quella: negare, negare sempre, anche di fronte all’evidenza! Insomma, ho fatto un peccato grande come una casa perché quando ho letto questa notizia ho visto che l’artista era napoletano e la prima cosa che ho pensato è stata: Ah beh, ma se è napoletano allora si spiega tutto!

commozione

Bambino che piange per strada, tenerissimo, per il povero uccellino schiacciato dalla macchina cattiva. Mi avvicino commosso per consolarlo, do un'occhiata al corpicino straziato e non so come dirgli che in realtà si tratta di una zoccola.

quando sarò un classico

Tu immagina, quando sarò finalmente celebrato e ristampato tra i classici della poesia italiana, l'immenso gesto dell'ombrello che farò, voltandomi, a tutti quelli che ho lasciato indietro. Io già me lo pregusto, e non sono neanche morto.

comunismo e ambiente

Pensare che sono cresciuto con l'idea utopica che comunismo fosse: "se ci uniamo, possiamo salvare il mondo dai padroni" invece comunismo, mi accorgo adesso, in fondo era: "se ci uniamo, il mondo possiamo mangiarcelo noi al posto dei padroni".

Aggiungo che la posizione assolutamente cinica, ironica e francamente assurda di alcuni sedicenti ultimi comunisti, che nega qualsiasi responsabilità dell'uomo nell'inquinamento del pianeta (negando dunque l'idea stessa di ecosistema) e quindi rifiuta la possibilità che qualsiasi buona pratica di comportamento sociale possa influire sulla vita degli altri mi pare in fondo una forma di egoismo mascherata dalla lotta di classe.

domenica 16 luglio 2023

amici

Io ho persino amici che imparano i versi di Gio Evan per citarmeli quando sono triste. Se non è sadismo questo non lo so. Del resto piove sempre sul bagnato.

moralisti

Quelli che nello stesso giorno fanno un post livoroso contro la Chiesa che è piena di pedofili e subito dopo condividono una poesia di Sandro Penna contro i moralisti, con tutto che a Penna piacevano i fanciulli e i moralisti di cui parlava lui erano quelli che lo giudicavano per questa sua passione.

il sapone intimo

Sono due giorni che sto provando a fare pulizia sul profilo IG di Pietre Vive. Un po’ per quella strana storia che i profili più alti sono quelli dove il numero dei follower è maggiore dei follati, per cui c’è questa strana febbre di tanti che ti lanciano il “ti seguo” per poi togliertelo appena li ricambi, come se questo bastasse a trasformare un ladro di galline in un genio del marketing online. Un po’ perché dover stare sempre lì a cancellare gente è una cosa noiosa e quindi ogni volta mi lascio sovrastare dal numero dei pesci nel mare. Ora però questo numero è lievitato eccessivamente e mi ritrovo la bacheca piena di contatti inutili, in particolare di top model, o più semplicemente tope e topi da IG, quelli che sperano di farcela a diventare famosi postando le loro foto triste scattate in pose ammiccanti nel bagno di casa, col sapone intimo che si vede dietro sul bidè. Ecco che mentre controllavo i vari profili da sfoltire mi sono accorto con vivo disappunto che alcuni siti o riviste online che pure seguiamo da tempo non ci seguono a loro volta, non ci trovano interessanti ovvero ci snobbano alla grande (in gergo non ci cacano manco di striscio), preferendo magari seguire decine di altri editori di maggiore successo mediatico, ma noi no. Ci sta anche, ma ieri mi sono accorto di un paio di siti di settore che ci avevano già recensito dei libri e ci seguivano pure, ma ora non ci seguono più, ci hanno cancellato per far posto ad altri o anche solo per non far posto a nessuno e fare gli splendidi sui social usandoci come numero. E va bene se lo fanno le tope e i topi social, ma è una cosa tristissima se lo fa un sito letterario. Ancora più triste del sapone intimo che farà sempre capolino sul fondo della loro foto di redazione. E giuro ci sono rimasto così male che per ben cinque minuti mi è salito il magone in gola. Poi mi sono accorto che allo stesso tempo ha cominciato a seguirci una squadra di pallavolo femminile e davvero non so come, ma in un lampo, mi è passato ogni malumore.

venerdì 14 luglio 2023

la pila

Questa è la pila che sta al centro del mio giardino, sotto il finto pepe, e che disseta tutti gli animaletti dei dintorni, dalle due tortore che hanno il nido sul cedro accanto e scendono ogni giorno in coppia per lavarsi, alle gazze ladre che arrivano dal fondo del campo e ci lasciano ogni volta una sorpresa, o qualche penna lunga e nera o uno scacazzo fumante che sembrano un presagio, poi lumache e chiocciole che si allungano dal bordo e se scivolano vengono risucchiate in basso e il giorno dopo mi tocca ripescare i loro corpicini gonfi intrappolati nei gusci sul fondo. E ciascuno dei miei cinque gatti più altri quattro che vivono oltre il muretto e i più i svariati insetti che svolazzano per il giardino o lo esplorano millimetro per millimetro con le antennine scrupolose, e i grassi gechi e le lucertole che spuntano dalla siepe a decine. Sarà forse che è cambiato il clima, ma non ne ho mai viste così tante come quest’anno. Quando di noi non resterà più niente sono certo che il giardino sarà tutto loro, secondo me le lucertole vinceranno.

quello che ha detto feltri

Quando mi dicono che non è vero che la gente non legge, che il mondo è pieno di lettori, io mi scervello per ore cercando di capire perché questi lettori stanno tutti lontano da me. Aldo il zinzo, barbiere, mi dice che è perché ho tagliato la barba quindi ho perso da tempo l'aura d'artista che (come la forza nei capelli di Sansone) stava tutta lì, nel mio aspetto. Mi chiedo se sia vero, poi penso a Vittorio Feltri e a un video in cui si rivolge ai giovani perché si presentino meglio, dice loro che l'abito "non fa il monaco, ma fa il barbone" è allora penso che forse è per come mi vesto: al lettore piace il libro firmato, quindi di conseguenza gli piacerà anche l'abito firmato (e un po' di addominali mi disse una volta una ragazza). Poi arriva mio fratello e mi dà la sveglia: Antò, quello che ha detto Feltri per te non vale, sei pure vecchio oltre a vestirti male. Trovati un lavoro dove agli altri interessa davvero ciò che fai e non rompere le palle ai lettori.

giovedì 13 luglio 2023

poi ci sono quelli...

Poi ci sono quelli che ogni cosa che succede scrivono ci meritiamo l'estinzione e intanto fanno due figli e adottano un cane.

oltre lo specismo

Quando scopri che un ragnetto ha fatto il nido dentro la presa elettrica e tu cominci a parlargli attraverso il foro: Esci, che mi serve la luce!

mercoledì 12 luglio 2023

il “buongiorno!”

Visto che sono umano e non privo di difetti, anche a me capita, come a tutti, di scrivere o attaccare bottone in chat con persone che trovo sessualmente interessanti. E visto che molto più raramente capita persino a me di ritrovarmi dall’altra parte, di essere cioè l’oggetto del desiderio di qualcuno che ci prova, proprio perché è una debolezza comune cerco di mantenermi su un tono il più educato possibile. In tutto questo, nell’ultimo mese, mi si è attaccata una persona talmente ossessiva da non sapere come comportarmi. Ogni volta che mi collegavo mi scriveva per dirmi “Buongiorno!”, ma non una volta al giorno, anche dieci, undici, dodici, bastava che mi collegassi su FB o IG e partiva il suo “Buongiorno!”. Pubblichi un post o una foto – e io ne pubblico tanti! – e subito dopo “Buongiorno!” e “Buongiorno!” e “Buongiorno!” corredato di cuoricino, kissino, fiorellino, braccino piegato nel muscolo per darti coraggio. Io ogni tanto sbuffavo, ma pensavo che fosse una persona timida, così lasciavo stare senza dare corda e quando potevo rispondevo anch’io “Buongiorno!”. Poi l’altro giorno al buongiorno si è aggiunto finalmente un: “Fa caldo!”. E io, preso di sorpresa, cascando nella trappola rispondo: “Davvero, si muore!” – Così dall’altra parte, rintuzzata, la persona in questione mi fa: “Io sono nudo a letto, vuoi che ti mando una foto?”

epitaffio

Su di lui ci ho scritto una parte della mia tesi di laurea in cui parlavo del kitsch e della merda, poi ci sono libri suoi che ho amato tanto e altri che non sono riuscito proprio a finire, ma se devo dire le due cose che mi ricordo maggiormente di lui, sono: il gusto del dottor Havel per le donne dal sorriso cavallino, e lo sguardo canagliesco di Daniel Day Lewis nella trasposizione cinematografica del suo libro più famoso. La registrai una notte di tanti anni fa, quando si usavano ancora i videoregistratori, e poi rivedendola il giorno dopo mi accorsi che mancava la fine.

martedì 11 luglio 2023

la valigia dei sogni

Siamo così abituati a pensare a Luigi Comencini come “il regista del bambini” o quello degli estivi Pane, amore e fantasia e Pane, amore e gelosia o ancora di Pinocchio o di Tutti a casa, da scordarci a volte di quanto il suo percorso artistico sia stato ancora più sfaccettato di così. Comincia infatti con due notevoli noir (Persiane chiuse e La tratta delle bianche) che strizzano l’occhio ai gangster movie americani ma sono soprattutto pregni di umori francesi e tedeschi, con veri e propri omaggi al cinema di Fritz Lang, ma sorprende ancora di più in una pellicola quasi sperimentale e di nessun successo commerciale, La valigia dei sogni del 1953, che nella sua commovente dichiarazione d’amore al cinema muto italiano è quasi un antecedente diretto di Nuovo cinema paradiso. Il film comincia e finisce con un breve documentario del 1949 dello stesso regista (Il museo dei sogni) e racconta la storia di un vecchio proiezionista che, per passione, salva dal macero vecchie pellicole che per gli altri non hanno nessun valore né artistico né documentario (si parla del dopoguerra). La maggior parte della pellicola è costituita dalla proiezione degli spezzoni salvati di questi vecchi film che vengono descritti e analizzati dalla voce del proiezionista, e assicuro che sono la parte più bella dell’opera. Ma i film, girati nei primi del ‘900, sono tutti realmente esistiti e fanno di questo lavoro un vero e proprio tentativo di meta-cinema il cui apice è l’emozionante proiezione dei frammenti dell’unico film girato con Eleonora Duse, Cenere del 1916. Parlando di meta-cinema, lo stesso Comencini fu un collezionista accanito di vecchie pellicole e insieme al regista Alberto Lattuada tra i fondatori della Cineteca di Milano.

lunedì 10 luglio 2023

dare a cesare

So che c'è a chi piace e a chi non piace, ma vorrei spezzare una lancia a favore del povero Pier Vittorio Tondelli che ha scritto anche molto altro rispetto a "Biglietti agli amici" che fra l'altro è il suo libro più brutto, non è nemmeno un libro in effetti, ma una pubblicazione privata di cui si è fatto scempio commerciale, e ogni volta che condividete la paginetta che dice ma io volevo baci grandi come laghi oppure ma io volevo tutto e mi sono dovuto accontentare, ecco secondo me non gli si sta dando proprio niente, nemmeno quello che è di Cesare.

domenica 9 luglio 2023

la scuola di michelangelo

So che ci sono gli scrittori loro malgrado, quelli che se potessero non scriverebbero una riga ma sentono dentro di sé la necessità, spesso irrazionale, di farlo. Ecco, io devo dire sono un po' come loro, un editore mio malgrado, uno che se potesse farebbe volentieri tutt'altro, ma non riesce a svincolarsi dal compito, inutile e ingrato, di far libri. Fosse per me passerei tutto il tempo a leggere le proposte di chi si propone senza dover mai scegliere di pubblicarne una. Alla fine io sono della scuola di Michelangelo, come lui penso che l'opera finita è un compromesso con la materia, il libro preso in sé stesso è una cosa volgare, un giocare al ribasso, e se la scrittura è tutta nell'intenzione io passerei la vita soltanto ad ascoltare i sogni di chi vuol farne uno.

raffinatezza

Autrice mi chiama al telefono perché sta cercando un editore per il suo nuovo libro di poesie. – Non per vantarmi, mi dice, ma io sono molto brava a vendermi, dell’ultimo libro ho venduto 5000 copie. – Per la madonna, se ha venduto 5000 copie perché chiama me? Può presentarsi direttamente da Einaudi o Mondadori. – Sì, ma quella mi sembra una cosa da cafoni, io cerco un editore un po’ più artistico, anche piccolo, ma raffinato. Uno che non mi fa fare brutta figura quando vado in giro.

sabato 8 luglio 2023

guardare la luna e non il dito

Come ogni volta che si parla del premio Strega, si finisce per guardare alla luna e non al dito che la indica, si dibatte sulla qualità letteraria della scelta e non del vero problema che sottende al premio, e il vero problema del premio non è il vincitore o la qualità del libro o dei libri proposti, il problema è stato che uno dei giurati ha ammesso pubblicamente di non aver letto i libri su cui "tecnicamente" si era espresso... capisco che per qualcuno il suo voto non conta, che lui è considerato un cretino messo lì per contentini politici, ma questo non significa nulla, era un giurato con un peso nel voto come tutti gli altri: a questo punto mi chiedo chi ha votato per lui, con che criterio, con che intenzione? Io non lo so, e se non lo so come faccio a pensare che la scelta è giusta, ponderata, che altri non abbiano adottato lo stesso metodo e che questo sistema "per delega" non abbia falsato il voto? In una gara sportiva, il giudizio sarebbe stato rimesso in discussione a questo punto. Perché nel mondo letterario, e senza nulla togliere alla qualità dell'opera, questo non si può fare senza sentirsi dire che si è invidiosi o di parte? Solo perché per alcuni uno dei giurati è cretino? Ma che valore ha una gara dove a giudicare il vincitore è un cretino?

venerdì 7 luglio 2023

mangiando panzerotti alla brasciola a bari vecchia

 

sogno delle tre carte

Stanotte ho sognato un affollatissimo incontro pubblico in cui Tommaso Scatigna annunciava il suo ritorno in politica dicendo: Potete anche lamentarvi che il mondo non va come volete, ma qui sempre noi e noi siamo a fare le cose, a metterci in gioco, è come il gioco delle tre carte, le mischi e le volti per capire da dove esce il sindaco, ma alla fine sempre tre carte sono, e dalle tre carte sempre io vengo fuori, alla fine. – Gli stava accanto una mia ex fidanzata che faceva finta di non conoscermi. Quando lui si è allontanato però mi ha preso la mano e mi ha chiesto di bruciare tutte le poesie che le avevo scritto perché lui è gelosissimo e mena! Io le ho risposto sprezzante che me ne frego della gelosia degli altri. Poi però l'ho visto tornare, mi sono ricordato che Tommaso è il doppio di me, e allora me ne sono fregato davvero e sono andato a cercare dei cerini. Tanto, morta una poesia poi se ne fa un'altra. Basta cercare fra le tue carte.

mercoledì 5 luglio 2023

la traccia che rimane

Quando finalmente morì Antonio Lillo e i critici si accorsero della sua passata esistenza si scelse di adottare per giudicare la sua opera il metro di giudizio che in genere si usa per tracciare il passaggio delle limacce sulla terra, quando di sera vengono fuori dal giardino e muovendosi sul pavimento producono una scia di bava sottilissima che all’apparenza è dettata dalla casualità del loro girovagare, ma osservata in controluce ci si accorge che ha prodotto un disegno luminoso, dall’andamento sinuoso e spesso concentrico, che poi è la mappa del percorso tracciato dal loro perpetuo lacrimare strisciando.


 

martedì 4 luglio 2023

libro

Qualche giorno fa è scaduto il contratto con l'editore Stilo per questo libro di racconti scritto da me e curato da Giovanni Turi (cover di Lucia Lodeserto). LA NOSTRA VOCE NON SI SPEZZA. L'editore mi ha dato le copie rimaste invendute. Se qualcuno fosse interessato a leggermi in prosa mi può scrivere in privato. Giuro che sui libri sono molto più serio che sui social.


 

lunedì 3 luglio 2023

l'amico

Autore mi manda un estratto della sua raccolta. Apro l'estratto, c'è una prefazione di quindici pagine scritta da un suo amico, ma mancano del tutto le poesie. – E le poesie? – Leggi la prefazione, mi fa l'autore, il senso della mia raccolta è già tutto lì. – Se è così buona, mi sa che faccio prima a pubblicare direttamente l'amico.

su eap e saggistica

 Mi sono sempre chiesto una cosa. Si parla di editoria a pagamento, io ogni tanto sento qualche amico che scrive saggi che mi dice – a meno che non mi stia clamorosamente mentendo – “ho proposto quel mio saggio o raccolta o sottogenere a quel marchio, e si parla qui anche di grossi marchi nazionali, marchi che detengono il mercato, e quelli mi hanno chiesto 3-4000 euro perché è un saggio, però loro sono un marchio prestigioso e poi hanno il distributore nazionale e mi fanno arrivare il libro pure in Amazzonia se vogliono. Venderlo poi, come si sa, è un’altra cosa, ma intanto, se pago, ci arriva”. Ecco la domanda è: quando il contributo economico te lo chiede il marchio editoriale prestigioso con tanto di distributore nazionale – che pare sia l'unica cosa che conti in certi discorsi: arrivare dovunque, anche solo per non vendere nemmeno una copia, fallire meglio insomma, come diceva Beckett – quella è da considerarsi editoria a pagamento oppure no? Me lo chiedevo perché a volte questi miei amici mi regalano i loro saggi e alcuni sono talmente noiosi che io nemmeno impegnandomi al massimo riesco a finirli (o capirli), e mi chiedo come possano vendere anche solo una copia al di fuori della ristretta cerchia di appassionati, considerando anche il prezzo di copertina che in alcuni casi è veramente alto. E infatti – a meno che tu non sia Carlo Rovelli che parla degli affascinanti buchi neri, ma quello che scrive della riproduzione delle limacce o degli affreschi della cappelletta dispersa nell’oscuro paesino montano del centro Italia o quello che fa la monografia dell’oscuro poeta minore che non si è nemmeno suicidato, scriveva e basta dopo il lavoro – il libro il più delle volte lo pagano loro. Quella è EAP, o sarebbe meglio evitare di scrivere libri "per pochi", che non vendono copie concentrandosi unicamente sull'origine dei buchi neri e altri argomenti più romanticamente allettanti per una ricerca di mercato? Poi certo, ci sono anche quelli che usano gli studenti universitari iscritti al loro corso come porcellino-salvadanaio costringendoli a comprare il libro e quindi affidando loro la nobile missione di combattere l’editoria a pagamento che sfrutta gli autori, sfruttando invece gli studenti (che tanto sono già sfruttati, quindi sono abituati). I quali, per unire la beffa al danno, poi sul libro dovranno anche dare l’esame: quando si dice che del salvadanaio non si butta via nulla.

domenica 2 luglio 2023

se per i sondaggi

Ma quindi se per i sondaggi il 30% dei libri pubblicati vende sì e no 1 copia e 35.000 titoli non arrivano a 10 copie, se mettiamo il caso io vendo le mie buone 50-100 copie, allora posso dire che perlomeno per gli standard del mercato italiano sono uno scrittore di successo? E se ne vendo 500, posso ambire a essere considerato il nuovo Stephen King dei poveri?

sabato 1 luglio 2023

nuvola

Non vado a Bari da un secolo. Oggi ci vado per il Lungomare di Libri e infatti il meteo promette piogge e nubifragi. Quando si dice portarsi dietro, in direzione ostinata e contraria, la propria nuvola fantozziana.